Ikea, Rifondazione: “Facchini picchiati”. Foti: “Basta violenze dei manifestanti”

La denuncia di Santi e Roberto: "Un facchino finito all’ospedale a causa dell’intervento delle forze dell’ordine". Il parlamentare: "Convocare il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica"

“Un facchino di Ikea finito all’ospedale a causa dell’intervento delle forze dell’ordine”. A denunciare l’accaduto David Santi e Roberto Montanari rispettivamente segretario provinciale e responsabile provinciale lavoro di Rifondazione Comunista.

“Ieri mattina – ricostruiscono l’episodio attraverso una nota stampa – mentre chiedevano di poter riprendere il lavoro, e in modo assolutamente pacifico opponevano resistenza passiva sedendosi a terra al passaggio dei pullman di crumiri, numerosi operai delle cooperative che lavorano per IKEA sono stati picchiati dalle forze dell’ordine”.

““Un normale intervento per garantire il passaggio dei bus in sicurezza” è stato definito dalla Questura; ebbene quel “normale intervento” ha mandato all’ospedale un facchino che ora si ritrova  in gravi condizioni. Chi lotta per il diritto al lavoro e i diritti nel lavoro, chi protesta perché non riesce a mantenere la propria famiglia con 450/500 euro al mese, chi rivendica l’applicazione concreta dei principi Costituzionali che definiscono la nostra come una Repubblica fondata sul lavoro ed un lavoro dignitoso, viene gratificato prima da un’indegna campagna denigratoria e poi gli spacca la testa”.

“Rifondazione Comunista – concludono – nel ribadire la solidarietà alla sacrosanta lotta dei facchini IKEA, chiede che si individuino senza reticenze i responsabili del grave atto che getta discredito sull’operato delle forze dell’ordine, che si garantisca una gestione delle operazioni di ordine pubblico attuata con professionalità e nel pieno rispetto delle norme democratiche ed infine che si assicuri quella terzietà che non pare essere stata attuata in questo caso”.

Foti (PdL): “Basta violenze davanti all’Ikea”
“La protesta, anche la più dura, non può reiteratamente sconfinare in episodi di teppismo, sopruso e violenza che di per sé la svuotano di ogni contenuto, ammesso che lo abbia. Ciò che da giorni accade davanti ai cancelli dell’Ikea non è più in alcun modo tollerabile”, lo afferma il parlamentare piacentino Tommaso Foti (PdL).

“La vicenda è ancora tanto più grave e grottesca solo che si pensi che proprio coloro che a parole denunciano violazioni di leggi e norme sul posto di lavoro – continua la nota del parlamentare azzurro – sono i primi a conculcare l’altrui libertà di lavorare, facendo della violenza privata, del blocco stradale e della resistenza a pubblico ufficiale i cardini della propria azione “.

“E’ del tutto evidente – continua l’on. Foti – che non si è più in presenza di una protesta sindacale, ma di un vero e proprio braccio di forza tra chi, utilizzando una sigla di comodo, deliberatamente viola la legge e chi, avendo il compito di farla rispettare, cerca di limitare i soprusi. Tuttavia, il tempo della tolleranza nei confronti dei violenti è scaduto: è ora di riportare ordine laddove un manipolo di facinorosi intende imporre la legge di chi urla o alza le mani di più”.

“Prima o poi, andando avanti di questo passo, si rischia che quelli che vengono definiti sporadici incidenti si trasformino in qualcosa di molto più pericoloso, destinato a sfuggire al controllo. La legge – evidenzia il parlamentare del PdL – vale per tutti e a tutti si applica: appartenere ai Cobas non costituisce esimente per sottrarsi alla stessa.”

“Ne segue che è indispensabile l’urgente convocazione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica – conclude il deputato del Popolo della Libertà – per definire un’azione concreta che, pur garantendo il legittimo diritto all’espressione del dissenso e della protesta, tuteli la libertà personale della stragrande maggioranza di lavoratori, che non possono continuare a subire soprusi, e degli appartenenti alle forze dell’ordine, che non possono essere impegnati all’infinito in azioni di contenimento e di controllo di una minoranza di violenti.”

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