Il viaggio poetico intorno alla donna di Piera degli Esposti foto

Evento davvero eccezionale sabato sera alla Sala dei Teatini. Piera degli Esposti, la più nota attrice teatrale vivente, definita da Eduardo de Filippo “o verbo nuovo”

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LA POESIA A PULCHERIA CON PIERA DEGLI ESPOSTI

Evento davvero eccezionale sabato sera alla Sala dei Teatini. Piera degli Esposti, la più nota attrice teatrale vivente, definita da Eduardo de Filippo “o verbo nuovo” ha incantato gli ospiti del festival di Pulcheria con una serata all’insegna della poesia al femminile leggendo passi delle più note autrici femminili della storia della letteratura. All’arpa Eleonora Bagarotti ha impreziosito la serata con alcuni brani musicali.

Personaggio unico quello di Piera degli Esposti. Rifiutata da giovane alla scuola d’arte, considerata “androgina” per via dei suoi lineamenti e non adatta per questo ad essere la più classica delle “femme fatale”. Riesce però, nonostante la sua “mancata avvenenza” a diventare musa ispiratrice di registi chiave del cinema italiano, come Pasolini, Bellocchio e Tornatore. Apprezzata dal genio di Casarsa “proprio perché non aveva una faccia da attrice”, riesce ad imporsi poi anche sul piccolo schermo ed a guadagnarsi la fama di attrice culto nel mondo del teatro italiano.

I pezzi scelti per la serata vogliono dare un quadro completo dell’universo femminile e del loro rapporto con il mondo. Si comincia con la poetessa per eccellenza, Saffo, poetessa dell’amore “della donna per le altre donne”, a cui la sua isola di origine, Lesbo, darà il nome. Sensualità e passione emergono dal suo desiderio di amore e d’amare senza limiti, che inappagato, porterà al suo suicidio. E’ poi il turno di Emily Dickinson, altra poetessa “maledetta”. Dopo aver deciso di rinchiudersi nella propria stanza, comincia il suo viaggio all’interno della psiche umana indagando i corridoi della mente. Poeta della passione, ma anche della psiche, vedrà riconosciuto il proprio talento solo nella seconda metà del XX secolo.

Viene poi il momento di Marina Cvetaeva, poetessa russa anch’essa morta per suicidio. Nelle sue parole ci sono come per Saffo la sensualità e la passione, temi che le causeranno notevoli problemi all’interno del regime staliniano, ma non mancano anche riferimenti al difficile rapporto con la propria patria, la Russia, ed al rapporto con il figlio, vissuto spesso con sentimenti estremi, d’odio e d’amore. Tocca poi alla poesia di Dacia Maraini, amica di Piera, di cui l’autrice fiorentina ha scritto anche l’autobiografia. In lei emerge una donna meno dannata rispetto alle precedenti, meglio inserita nel mondo in cui si trova a vivere, ma a cui non mancano per questo la passione e piccola novità, la volontà di impegno nel sociale.

L’eccezionalità di Patrizia Cavalli sta invece nella sua semplicità, nella naturalezza della propria prosa. Ma la parte che Piera ama di più di quest’autrice è la sua ironia e la sua capacità di rendere il mondo che lo circonda più umano e più dolce. La serata non poteva poi concludersi che con Alda Merini, poetessa milanese con cui Piera ha voluto invece lanciare un messaggio di speranza verso il futuro, con una poesia in cui l’autrice chiede ad un bambino di vedere il mondo con la fantasia e di guardare alla donna con gli occhi attraverso cui potrà coglierne le parti più profonde.

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