Nuova Provincia, Mainardi (Prc): “Chi se ne frega del nome, i problemi sono altri”

Il segretario attacca il presidente Massimo Trespidi: "Quando agli altri tolgono diritti e tutele è perchè vanno fatti i sacrifici, quando a lui tolgono la scragna è un danno gravissimo al Paese"

Intervento di Nando Mainardi – segretario Prc Emilia-Romagna    

Come abbiamo già avuto modo di dire, siamo contrari agli accorpamenti delle Province definiti dal governo Monti. Proprio perchè riteniamo che sia necessario e inevitabile un livello politico-istituzionale provinciale per la gestione di alcune funzioni che non possono essere lasciati ai singoli Comuni, non condividiamo una riforma che fa nascere Province di milioni di abitanti, e quindi ingestibili, e motivata per di più dal governo con l’obiettivo della riduzione della spesa pubblica senza che vi sia una reale riduzione. L’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna, nel quadro di una riforma sbagliata, ha perlomeno introdotto elementi di maggiore buon senso, facendo emergere una critica esplicita all’atto del governo, ribadendo la bocciatura della Provincia Emilia (ovvero l’unificazione di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena, che avevamo definito un mostro istituzionale) e non legittimando la richiesta di rompere l’Emilia-Romagna attraverso un referendum per portare la provincia di Piacenza in Lombardia. Anche per questo, il gruppo della Federazione della Sinistra ha optato per un voto di astensione, riconoscendo la sensatezza di questi passaggi assunti dall’Assemblea Legislativa.

Sono stati inoltre approvati due emendamenti da noi presentati a tutela e a difesa del posto di lavoro dei dipendenti provinciali. Detto tutto questo, il problema non ci sembra certo la denominazione della nuova Provincia di Parma e Piacenza, su cui si stanno spendendo fiumi di inchiostro, ma l’attacco continuo alla democrazia e alla Costituzione da parte del governo Monti. Un attacco che passa attraverso la cancellazione sostanziale dell’articolo 18, il tentativo di seppellire brutalmente il contratto nazionale di lavoro, i tagli alla sanità e allo stato sociale; attacco complessivo di cui la cancellazione delle elezioni provinciali e la chiusura anticipata dei consigli e delle giunte è un tassello; forse non il più rilevante, ma lo è. Anche il presidente della Provincia Trespidi parla, a proposito della riforma Monti delle Province, di attacco alla Costituzione arrivando addirittura ad evocare il ventennio fascista (con i cui eredi è però solito costruire alleanze politiche ed elettorali). Siamo e rimaniamo orgogliosi della grandissima distanza tra noi e lui. Trespidi è infatti un classico: quando agli altri tolgono diritti e tutele è perchè vanno fatti i sacrifici, quando a lui tolgono la scragna è un danno gravissimo al Paese.

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