Provincia, il nome non cambia. L’emendamento sul referendum non passa

Resterà "Piacenza e Parma". Respinto un emendamento di Andrea Pollastri (Pdl) sulla procedura avviata dal Consiglio provinciale di Piacenza per indire un referendum popolare per il distacco della provincia di Piacenza dalla Regione Emilia-Romagna e l’aggregazione alla Lombardia

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Sì al riordino delle Province. La commissione regionale Affari, generali e istituzionali, presieduta da Marco Lombardi, ha dato parere favorevole (astenuti Pdl, Lega nord, Mov5stelle, Udc) alla proposta di deliberazione della Giunta sul riordino degli ambiti territoriali provinciali dell’Emilia-Romagna come disegnato nell’ipotesi deliberata dal Consiglio delle autonomie locali che individua una riduzione da nove a quattro province, cui va aggiunta la città metropolitana di Bologna. Lunedì prossimo la deliberazione sarà sottoposta al voto dell’Assemblea legislativa, nei tempi utili per trasmettere la proposta al Governo entro il 24 ottobre, come stabilito dalla norma nazionale.

In dettaglio, ecco cosa prevede la proposta: dall’accorpamento delle tre attuali province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini nascerà un’unica ‘Provincia di Romagna’; le province di Reggio Emilia e Modena verranno accorpate nella ‘Provincia di Reggio Emilia e Modena’, come pure le attuali province di Parma e Piacenza, che daranno vita a un nuovo e unico ente. Nessun cambiamento è invece previsto per la Provincia di Ferrara, dal momento che rientra nei parametri di popolazione e di territorio previsti dalle norme del Governo. Un percorso a parte è quello della Provincia di Bologna, che verrà abolita di fronte alla futura Bologna città metropolitana.

Bocciati gli emendamenti proposti da Andrea Leoni e Luigi Giuseppe Villani del Pdl (voto contrario da Pd, Sel-Verdi, Mov5stelle e dal reggiano Fabio Filippi del Pdl, astenuti Udc e Lega nord) per cambiare le denominazioni delle due nuove province di “Reggio Emilia e Modena” e di “Piacenza e Parma” in “Modena e Reggio Emilia” e in “Parma e Piacenza”. L’inversione dei nomi dei capoluoghi, ha sostenuto Leoni, si giustifica in diversi modi, a partire dal fatto che Modena e Parma rappresentano le realtà con maggiore estensione e numero di abitanti rispetto agli altri due capoluoghi e di fatto posseggono i requisiti minimi richiesti dalla legge per non essere soggette al riordino. Ci sarebbero poi anche ragioni storiche, pratiche (ad esempio esiste già l’università di Modena e Reggio) e alfabetico.

Respinti anche due emendamenti di Andrea Pollastri (Pdl), uno dei quali fa riferimento alla procedura avviata dal Consiglio provinciale di Piacenza per indire un referendum popolare per il distacco della provincia di Piacenza dalla Regione Emilia-Romagna e l’aggregazione alla Lombardia. Bocciatura, quest’ultima, che il capogruppo provinciale PdL Filippo Bertolini definisce “una scelta che mistifica la verità e distorce il sentimento dei piacentini”. Pollastri aveva sottolineato che lo schema di Delibera confezionato dalla Giunta Regionale non faceva riferimento alla Delibera n. 78 del 24 settembre 2012 con cui il Consiglio Provinciale di Piacenza ha avviato la procedura per l’indizione del referendum popolare per il distacco della Provincia di Piacenza dall’Emilia- Romagna e l’aggregazione alla Lombardia, benché ne fosse stata trasmessa copia al Presidente Errani.

“Questa omissione – spiega Bertolini – voleva essere un modo con cui la Regione rassicurava il Governo sul fatto che il riordino è stato accettato da tutti senza critiche e distinguo, invece non è così: Piacenza subisce l’accorpamento con Parma, e vuol cogliere l’occasione di questo passaggio amministrativo di capitale importanza per compiere quel cammino di avvicinamento alla Lombardia più volte auspicato e mai tentato in passato.”


Riordino Province, Paola De Micheli (Pd) incontra a Vedrò il ministro Patroni Griffi: “Il governo farà di tutto per portare a termine la riforma entro novembre”

“Il Ministro Patroni Griffi a Vedrò: il Governo farà di tutto e ancora di tutto per portare a termine la riforma delle Province”. E’ il testo del tweet che la parlamentare piacentina del Partito Democratico Paola De Micheli ha scritto sul suo profilo: una sintesi di quanto ha sostenuto il Ministro della Funzione Pubblica Filippo Patroni Griffi nel corso dell’incontro che si è tenuto nel pomeriggio nella sede romana di Vedrò, l’associazione politico-culturale che raccoglie esponenti politici e parlamentari di tutti gli schieramenti.

“Il ministro è stato molto chiaro – precisa la De Micheli – ci ha confermato la volontà del governo di andare fino in fondo nel disegno di riordino delle Province avviato con il decreto sulla spending review. L’esecutivo non si fermerà nemmeno di fronte ai problemi di natura procedurale che si affacciassero nelle prossime settimane, compreso il mancato pronunciamento da parte di alcuni Cal, i consigli delle autonomie incaricati di proporre il riassetto territoriale nelle varie Regioni. Entro la fine di novembre il processo subirà un’accelerazione decisiva”.

“Patroni Griffi ha altresì aggiunto – conclude la De Micheli – che quello del riordino delle Province è solo il primo tempo di una riforma più complessiva e organica di tutti i livelli istituzionali, comprese le Regioni, che il governo ha voluto inserire nel disegno di legge Costituzionale di riforma dell’articolo V già presentato”.

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