Scaroni (Eni) ai fornitori piacentini: “Lavoriamo insieme” LE FOTO foto

Ha incontrato diversi operatori economici di ditte locali Paolo Scaroni, l’amministratore Delegato di Eni, giunto a Piacenza per partecipare a Geofluid, la 19° Mostra Internazionale delle Tecnologie ed Attrezzature per la Ricerca, Estrazione e Trasporto dei Fluidi Sotterranei, in programma a Piacenza Expo

Ha incontrato diversi operatori economici di ditte locali Paolo Scaroni, l’amministratore Delegato di Eni, giunto a Piacenza per partecipare a Geofluid, la 19° Mostra Internazionale delle Tecnologie ed Attrezzature per la Ricerca, Estrazione e Trasporto dei Fluidi Sotterranei, in programma a Piacenza Expo dal 3 al 6 ottobre prossimi. Accompagnato dalla parlamentare piacentina Paola De Micheli, dal presidente di Piacenza Expo Angelo Manfredini e dal sindaco Paolo Dosi, Scaroni ha incontrato Davide Trevisani presidente gruppo Trevi, Claudio Cicognani, Marco Casadei direttore commerciale Soilmec, prima di compiere un giro fra gli stand della fiera d’eccellenza piacentina. Una visita nella terra piacentina che arriva pochi giorni prima dell’anniversario della morte di Enrico Mattei, scomparso il 26 ottobre 1962 in un misterioso incidente areo. L’ad di Eni è quindi riuscito ad incastrare, in arrivo dal Kazakistan e in partenza per Washington, una visita nella terra che ha visto la rinasscita dell’Agip e, di conseguenza, anche la costituzione dell’Eni stesso. 

“Sono contento di essere qui a Piacenza – ha affermato l’Ad Eni – grazie all’onorevole Paola De Micheli e alla sua determinazione “matteiana”. Dirò agli operatori del settore cosa fare per lavorare di più per Eni e per le compagnie petrolifere. 650 milioni di barili dalle sue riserve, questa e’ una produzione su base annuale. Tra 5 anni ne produrrà due miliardi, stiamo creando le basi della nostra crescita. Noi investiamo risorse ingenti all’anno in questi settori, saremmo lieti di avere fornitori solo italiani, e in particolare piacentini, visto che abbiamo la stessa matrice matteiana.

Cosa fare perché questo avvenga? Noi quando scopriamo un giacimento, progettiamo gli interventi necessari, e poi li spezzettiamo in commesse, con gare per subfornitori, che passano al vaglio dei nostri soci, con l’approvazione del paese fornitore. Il nostro grado di liberta e’ molto limitato: i consigli che mi sento di dare – ha spiegato Scaroni rivolto agli operatori economici – sono di prestare attenzione al nostro processo di qualifica, se non lo siete, non esistete. E’ un processo molto complicato, bisogna essere strutturati per farlo e spiegare bene il vostro grado di innovazione. Occorre essere competitivi nei prezzi e nei tempi di consegna. Le aziende piccole non possono lavorare con noi: e’ necessario avere spalle robuste. I nostri imprenditori sono così individualisti da preferire di essere il 100 per 100 di una piccola realtà, piuttosto che il 20 per cento di una più grande. Ma invece e’ necessario essere più strutturati, se no si rischia di sparire nella nostra catena produttiva, diventando subfornitori di fornitori”.

“La sfida energetica dei prossimi anni – ha proseguito Scaroni – e’ nell’avere tutta l’energia che ci serve, l’Italia non e’ isolata, pertanto è una sfida all’interno dell’Unione europea. Per l’energia elettrica  sei condizionato da come lo produci, noi andiamo a gas e il suo prezzo condiziona la produzione di energia elettrica. Le rinnovabili sono ancora marginali: dovremo aspettare ancora 15 o 20 anni, e sono costose. L’energia solare costa per 6 volte quella termica. Parliamone con cautela perché rischiano di far esplodere i costi. in Italia esistono altre Piacenza, posti dove sono presenti i giacimenti, potrebbero aiutare la situazione economica. La modifica del titolo quinto, con le deleghe assegnate alle Regioni, e’ stata devastante, facendo ridurre l’attività petrolifera in Italia, con blocchi, proteste, manifestazioni, molti produttori dicono che e’ meglio lavorare in Angola e in Kazakhistan. Le necessita’ di fare cassa del nostro paese spero servano a fare piazza pulita di norme assurde, io penso che un provvedimento esiste solo da noi e in nessuna altra parte al mondo non deve essere molto intelligente”.

“O troviamo un modo intelligente di immagazzinare – ha affermato l’ad Eni – le energie rinnovabili, altrimenti sara’ difficile poter fare affidamento su tali energie, che non solo sono costose, ma sono disponibili quando vogliono loro. Ci piacerebbe essere molto verdi, ma il tema e’ più complicato di quanto si pensi”. Sul tema del costo dei carburanti, Scaroni ha detto: “In Europa, salvo in Italia, le stazioni di servizio sono sempre aperte e self service, si vende di tutto, sono meno che in Italia (un quarto). Da noi sono sempre chiuse, non c’è un negozio. Il risultato e’ che la benzina noi in Germania la vendiamo a margine zero, il profitto lo facciamo sul non oil, ossia sulla vendita degli altri prodotti. Io parlo senza tasse: su quello ciascun Governo fa quello che crede, credo che ridurle in Italia sarà difficile”.

Giuseppe Parenti (il presidente della Camera di Commercio) chiede un consiglio per convincere gli ambientalisti a creare una o più dighe per utilizzare l’idroelettrico. Bruno Giglio ha ricordato di essere stato concessionario Agip, e chiede come si ponga Eni nell’aggregazione delle municipalizzate. La risposta di Scaroni è tranciante: “Per noi l’interesse è pari a zero, abbiamo 11 cicli combinati in Italia, sempre pero’ nei nostri siti. Quando uno entra nel mondo delle municipalizzate gli gira la testa, perché e’ molto complicato, devi avere a che fare con i sindaci, con gli azionisti… si potrebbe applicare il modello tedesco, ed evitare di vedere le municipalizzate come uno strumento per scambiarsi di favori con la politica”.

Paola De Micheli è intervenuta per sottolineare l’interesse per gli scenari energetici internazionali. “Eni e’ una specie di ministero degli Esteri, con ruolo strategico per l’Italia e non solo anche in paesi di grande conflittualità”. La replica di Scaroni: “E’ vero anche se siamo un po’ monomaniacali. Siano presenti in quasi 80 paesi, ma se uno non ha idrocarburi non ci interessa. Il rapporto con i governi e’ stretto, perché hanno loro in mano le concessioni e finisce che noi interagiamo con presidenti e primi ministri. Finisce che poi siamo molto conservatori, non esprimiamo opinioni, siamo lì per lavorare. A noi per principio piacciono tutti: e’ vero che stando lì finiamo per avere una conoscenza migliore del territorio rispetto ad altri. Il rapporto tra Eni e la Farnesina e’ recente ed e’ molto proficuo, con incontri periodici ogni mese e mezzo. E’ una collaborazione molto proficua”.

Paolo Scaroni è Amministratore Delegato e Direttore Generale di Eni dal giugno 2005. È Consigliere di Amministrazione di Assicurazioni Generali, Vicepresidente non
esecutivo del London Stock Exchange Group e Consigliere di Amministrazione di Veolia Environnement. È inoltre nel Board of Overseers della Columbia Business
School di New York e della Fondazione Teatro alla Scala.

Dopo la Laurea in Economia e Commercio conseguita nel 1969 all’Università Luigi Bocconi di Milano e dopo una prima esperienza di lavoro di tre anni in Chevron,
consegue un Master in Business Administration, presso la Columbia University di New York, e continua la sua carriera in McKinsey. Nel 1973 entra in Saint Gobain,
dove svolge numerosi incarichi manageriali in Italia ed all’estero, fino alla nomina, nel 1984, a Presidente della Divisione Vetro a Parigi. Dal 1985 al 1996 è Vice
Presidente ed Amministratore Delegato della Techint. Nel 1996 si trasferisce in Gran Bretagna entrando in Pilkington come Amministratore Delegato fino a
maggio 2002. Dal maggio 2002 al maggio 2005 è stato Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel.

Dal 2005 al luglio 2006 è stato Chairman di Alliance Unichem. Nel maggio 2004 è stato nominato Cavaliere del Lavoro. Nel novembre 2007 è stato insignito del grado di Officier nell’ordine della Légion d’honneur.

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