Napoletano (Sole 24 Ore) in Cattolica: “Continuiamo ad avere fiducia nell’Italia” foto

Il giornalista è intervenuto ad un incontro incentrato sul declino della nostra economia e dell’intero "sistema Italia promosso dall’Ucid

Fiducia nonostante tutto nel futuro del’Italia. Ma con una politica più attenta, magari con un Monti impegnato in qualche ruolo ma solo dopo le elezioni. Più freddezza sul ritorno di Berlusconi con relativa lista personale. Tanti i temi toccati dalle parole di Roberto Napoletano, direttore del Sole 24 Ore, intervenuto all’Università Cattolica in qualità di ospite dell’iniziativa voluta dall’Ucid (Unione cristiana imprenditori dirigenti). “Declino dell’Italia ed emergenza riforme: come affrontare la crisi a livello economico, sociale e istituzionale”, questo il titolo dell’incontro aperto dal presidente della sezione piacentina Pier Paolo Cagnani.

FIDUCIA – Parte dal suo ultimo libro “Promemoria italiano”, dalla copertina gialla come un post-it. Così facendo Napoletano fissa subito il punto. Tra declino e speranza. «Dobbiamo avere fiducia nell’Italia nonostante tutto, perché abbiamo scampato un pericolo più grande. Ricordo un titolo che abbiamo fatto lo scorso novembre: “Fate presto”. I Bot sono stati collocati oggi a un anno ai minimi, il titolo a 10 anni ha un rendimento del 4.6, è sceso parecchio. Miglioramenti, ma non siamo però ancora fuori pericolo».

MESSAGGIO – «Vorrei lanciare un messaggio preciso, l’Italia è un grande Paese, che certo ha anche commesso errori gravissimi, ma nella storia di questo Paese c’è la storia di una Nazione che è rinata dalle macerie della guerra in pochi anni diventando una potenza industriale. Occorre ricordare quel momento lì».

L’ESEMPIO – «Le macerie di oggi – prosegue Napoletano affinando il paragone con il dopoguerra – sono ad esempio la mancanza di lavoro, che non c’è non solo per i giovani, si pensi ai quaranta o cinquantenni che si sono trovati senza un’occupazione dalla sera alla mattina. Senza una prospettiva, con le relative angosce. In questi momenti di solito gli italiani sanno dare il meglio, è per questo che nel mio libro mi sono permesso di ricordare persone come Menichella, Einaudi, Pescatore o De Gasperi. Ma dobbiamo ricordare anche   l’esempio delle nostre famiglie, penso a mio padre che mi raccontava la voglia di riscatto di quegli anni».

POLITICA – «La politica ha dato una pessima prova di sé, ma i problemi degli italiani non si esauriscono con la fine della cattiva politica. I problemi si risolvono, avremmo bisogno di gente come Menichella che all’università divideva il letto con il fratello perché il padre poteva permettersi una sola stanza, ebbene questo signore è diventato governatore della Banca d’Italia, questo signore ha fatto guadagnare alla Lira l’Oscar delle monete. Molti italiani in Italia e all’estero fanno onore a questo Paese. Noi possiamo ricostruire basi economiche e sociali se troviamo la forza di essere seri sette giorni su sette e non un giorno alla settimana».

PRIMARIE TOCCASANA – «Le primarie del centrosinistra hanno fatto bene non soltanto al Pd, ma alla politica tutta, perché si è visto che c’è stata una partecipazione importante. D’altro canto c’è grande discussione su politica e antipolitica. Ci vuole attenzione e rispetto per tutti i fenomeni perché non nascono dal nulla, ma non c’è paese al mondo che possa essere governato senza politica, anche l’antipolitica un giorno è costretta a diventare politica. Non si può vivere senza qualcuno che governi, è importante recuperare la speranza dopo decenni in cui si sono persi alcuni valori».

BERLUSCONI IN CAMPO? – «Berlusconi ha compiuto un gesto importante il giorno in cui si è dimesso, gesto che avevamo chiesto un mese prima per la particolare crisi europea e italiana in cui ci trovavamo. Ha dimostrato responsabilità. Poi ci sono stati errori, non in tutte le stagioni, nella fase iniziale molti hanno creduto in una scelta realmente liberale, ma lo sviluppo non è però stato all’ altezza. Fa parte delle qualità del politico capire quando uscire di scena».

MONTI BIS – «Monti ci ha permesso di recuperare credibilità. Su altre cose sono critico, come la riforma del lavoro e l’esitazione sull’economia reale. Il governo oggi si deve far sentire di più in parlamento, perché i partiti devono capire che non approvare la delega fiscale significa perdere, quantomeno rispetto al Paese. Monti può servire all’Italia in tante forme, ma l’Italia credo abbia bisogno di un passaggio elettorale».

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