Piacenza, “inceneriamo” tutto (98%) quello che non ricicliamo

Lo dice il Report rifiuti, presentato stamattina a Bologna dall’assessore regionale all’ambiente e riqualificazione urbana Sabrina Freda

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“Abbiamo avuto un calo della produzione di rifiuti che si attesta attorno al – 3,5% e, tra l’altro, sappiamo che, nei primi 6 mesi del 2012, la produzione è ulteriormente calata fino a toccare il – 5% – così l’assessore regionale all’ambiente e riqualificazione urbana Sabrina Freda ha commentato il Report rifiuti 2012 presentato oggi a Bologna. “E’ un dato importante – ha aggiunto – perché l’obiettivo che perseguiremo, con il nuovo piano regionale, sarà quello di prevenire e ridurre la produzione di rifiuti. I dati derivano sia dalla crisi economica che dall’importante opera di sensibilizzazione dei cittadini verso l’acquisto di prodotti eco-sostenibili e la raccolta differenziata”. Quest’ultima è aumentata esponenzialmente: “Siamo al 52,9% – ha detto l’assessore.

Ancora: “Il primo piano regionale di gestione dei rifiuti è in preparazione; proprio ora , infatti, stiamo ultimando il documento preliminare. Sicuramente non sarà un piano gattopardesco: abbiamo intenzione di modificare la nostra gestione dei rifiuti per attestarci verso quella società del post-incenerimento, la società del recupero, alla quale guarda l’intera Europa e tutti i Paesi più avanzati”. In primis ci sarà, quindi “l’obiettivo di produrre meno rifiuti” ma anche “quello di recuperare materia”.

Questi i dati piacentini (scarica la tabella a fondo pagina per visualizzare tutti i dati regionali):
291.301 abitanti producono 191.469 tonnellate di rifiuti urbani ovvero 657 kg pro capite. La raccolta differenziata è a quota 55,4%. I rifiuti indifferenziati residui sono 85.418 tonnellate: il 98% viene incenerito, lo 0% finisce in discarica mentre il 2% viene utilizzato per la bio-stabilizzazione ed il recupero della materia.

IL REPORT NEL DETTAGLIO:
Cala la produzione dei rifiuti in Emilia-Romagna: del 3,5% nel 2011 e addirittura del 5% nel primo semestre del 2102: un dato in controtendenza rispetto agli anni precedenti, da ricondurre in parte alla contrazione dei consumi legata alla crisi economica, ma anche a stili di vita più attenti e consapevoli.  E’ quanto emerge dal Report Rifiuti 2012, realizzato da Regione Emilia-Romagna e Arpa e presentato oggi a Bologna dall’assessore regionale all’ambiente e riqualificazione urbana Sabrina Freda.

Il Rapporto conferma invece gli altri indicatori principali. In particolare la crescita della raccolta differenziata che nel 2011  ha toccato il 52,9% (1 milione 587 mila tonnellate, pari a 356 kg per abitante), con un aumento del 2,5% rispetto al 2010 e la diminuzione del conferimento in discarica: il 16,7% del totale (-1,7% rispetto al 2010). Sostanzialmente stabile il ricorso agli impianti di incenerimento, che riguarda il 24,9% dei rifiuti urbani (-0,1%)  e la produzione dei rifiuti speciali (-0,7% nel 2010 – ultimo dato disponibile – rispetto al 2009). La quasi totalità dei rifiuti differenziati viene avviata a recupero con percentuali che oscillano tra  il 77% per la plastica e il  98% per legno e metalli.
I dati del Report Rifiuti fotografano dunque una situazione complessivamente positiva in linea con le indicazioni che arrivano dalla Ue e  che indicano nel conferimento in discarica un’opzione sempre più residuale: dal 2001 al 2011 questo dato è passato dal 51% ad appunto il 16,7%.  Nello stesso arco di tempo il ricorso all’incenerimento è passato dal 16% al 24,9%. Resta, problematico, il dato sulla produzione dei rifiuti. Nonostante la decisa diminuzione riscontrata nel 2011 e nei primi mesi del 2012, l’Emilia-Romagna  continua ad essere uno dei territori che produce più rifiuti (673 kg per abitante contro un una media nazionale di 533 kg), un dato questo che va tuttavia letto considerando la scelta della Regione di “assimilare” ai rifiuti urbani i rifiuti speciali provenienti dalle attività commerciali e dal terziario (circa il 9%).  

I dati a livello provinciale
La produzione e gestione dei rifiuti urbani presenta differenze significative a livello territoriale. Per quanto riguarda la produzione, su un totale regionale di oltre 3.002.771 tonnellate, si va dalle 561.884 della provincia di Bologna alle 191.469 di quella di Piacenza, mentre per la raccolta differenziata le percentuali massime  e minime  sono comprese tra il 60,6% della provincia di Reggio Emilia e il 42,3% di quella di Bologna.  Il dato della raccolta differenziata varia significativamente anche a  livello di singoli Comuni, con oltre 50 realtà (prevalentemente  di piccole  dimensioni) che superano il 65% di raccolta differenziata, con punte  superiori anche all’80%.  
Considerando i rifiuti indifferenziati, Piacenza è la provincia  in cui incenerimento e discarica appaiono più polarizzati (98% e 0% rispettivamente), seguita da Ferrara (83% e 1%). Le province in cui il ricorso alla discarica è significativamente più alto rispetto all’incenerimento sono Reggio Emilia (67% e 33%) e Ravenna (53% e 20%).

La raccolta dei rifiuti urbani e il sistema impiantistico

Cresce il porta a porta. Nel 2011 questa modalità di raccolta differenziata si è attestata sul 14% contro l’11% del 2010, con risultati significativi in particolare nelle province di Parma, Piacenza e Rimini. Il sistema di raccolta ancora più diffuso è tuttavia quello tradizionale dei contenitori stradali, con il quale si intercetta il 33% dei rifiuti differenziati, mentre il 30% confluisce nei 368 Centri di raccolta presenti in Emilia-Romagna. Infine altre modalità   “su chiamata” o “prenotazione” da parte del cittadino, attraverso contenitori specifici  destinati ad esempio ai farmaci scaduti e alle pile, oppure avviate direttamente dai produttori permettono di intercettare  il rimanente 23% di raccolta differenziata.
I rifiuti indifferenziati residui trovano collocazione in un sistema impiantistico articolato che può contare su 9 impianti di trattamento meccanico-biologico, 8 inceneritori con recupero energetico, 16 discariche controllate.

I rifiuti speciali
Per quanto riguarda la produzione di rifiuti speciali che provengono dal settore industriale agricolo e artigianale e che costituiscono il 77% dei rifiuti complessivamente prodotti in Emilia-Romagna, il dato più recente, relativo al 2010, indica una produzione sostanzialmente stabile rispetto al 2009 di 10.420.669 tonnellate. Si tratta in gran parte di rifiuti speciali non pericolosi  (91%).
Considerando i rifiuti speciali gestiti (12.735.692 tonnellate) nel 2010 ha subito una riduzione la quota avviata a recupero (-3,4%) e un incremento quella avviata a smaltimento (+3,6%). Anche i rifiuti gestiti sono in gran parte non pericolosi (94%).  Gli impianti per il trattamento dei rifiuti speciali sono in Emilia-Romagna 1.200.  
Le regioni da cui provengono per la maggior parte i rifiuti speciali in ingresso  e in uscita in Emilia-Romagna (il settore è soggetto al libero mercato) sono Lombardia e Veneto. I flussi in entrata superano comunque quelli in uscita (60 e 40%)

Verso il Piano regionale nei rifiuti   
La Regione sta lavorando, attraverso un articolato confronto con le Istituzioni, i gestori, le imprese di recupero, le associazioni che operano nel settore,  alla definizione del primo Piano regionale per la gestione dei rifiuti che, a regime, dovrà prendere il posto degli attuali nove Piani provinciali.  L’obiettivo è di indirizzare il sistema verso una maggiore sostenibilità complessiva, in linea con la gerarchia  individuata dall’Europa che pone al primo posto la prevenzione della produzione di rifiuti, seguita dal recupero di materia e, solo secondariamente, dal recupero energetico, lasciando lo smaltimento in discarica come  ultima opzione. Traguardi questi che la Regione sta  peraltro già perseguendo da alcuni anni, grazie alla risorse del Piano di azione ambientale regionale: oltre 5,6 milioni di euro nel triennio 2011-2013 (investimenti per 11 milioni) che puntano in particolare a sostenere  la realizzazione di centri per il riuso, il potenziamento  della raccolta differenziata, il  completamento della rete regionale dei Centri di raccolta.  

IL SISTEMA DI GESTIONE RIFIUTI DELLA PROVINCIA DI PIACENZA TRA LE BEST PRACTICES ANALIZZATE DALLA REGIONE PUGLIA

Piacenza, 13 dicembre 2012 – La Provincia di Piacenza, insieme alle Regioni Lombardia e Sardegna, è protagonista di uno studio inerente i sistemi di gestione integrata dei rifiuti commissionato dalla Regione Puglia e realizzato nel corso del 2012, i cui risultati sono stati presentati all’inizio di dicembre a Bari.

L’analisi, effettuata da un pool di società di studi economici e ambientali con a capo Nomisma, si pone l’obiettivo di rilevare e condividere le buone pratiche a livello nazionale in tema di gestione del ciclo integrato dei rifiuti, al fine di rilevare elementi utili per eventuali azioni di miglioramento della gestione del servizio ambientale in Puglia.

La scelta del nostro territorio come case studies si è basata su alcuni fattori determinanti.
La Provincia di Piacenza, grazie alla programmazione effettuata dall’Autorità d’Ambito (oggi Atersir) insieme al gestore Iren Emilia e alle Amministrazioni comunali, ha registrato dalla metà degli anni 2000 ad oggi, una progressiva evoluzione del sistema di gestione dei rifiuti, in termini di aumento della raccolta differenziata e di miglioramento del sistema impiantistico. L’Autorità d’Ambito infine è dotata di un “robusto” assetto di strumenti di regolazione (Piano d’ambito, disciplinare tecnico per l’affidamento del servizio, regolamento di igiene urbana, ecc.).
In particolare, gli elementi positivi del “sistema Piacenza” evidenziati nelle conclusioni del rapporto finale di questo studio sono stati:
•    l’autosufficienza del sistema impiantistico;
•    il positivo trend della raccolta differenziata e lo sviluppo di modalità di raccolta differenziata più efficaci rispetto alle esigenze del territorio;
•    l’innovazione dei sistemi di raccolta e conferimento da parte dei cittadini;
•    nessun ricorso alla discarica;
•    efficaci strumenti di regolazione e pianificazione a livello territoriale;
•    il costo contenuto della tariffa rifiuti.

L’importante lavoro di programmazione, svolto dall’Autorità d’Ambito, e la progressiva introduzione di sistemi di raccolta domiciliari non solo hanno prodotto risultati significativi per la provincia di Piacenza, che si colloca ai vertici delle classifiche nazionali in tema di raccolta differenziata, ma divengono sempre più modello di gestione esportabile in altri ambiti provinciali.


LA TABELLA CON I DATI REGIONALI

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