Da sabato le nuove patenti: “Rivoluzione per le due ruote”

Le modifiche riguardano la suddivisione delle categorie, per i giovani che si apprestano a conseguire la patente e per i neo-patentati, sia per le macchine ma soprattutto per i motocicli. Grassi: "Riforma per aumentare la sicurezza sulle strade"

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Sta per entrare in vigore la riforma che cambia il mondo delle patenti. Le modifiche, che scatteranno il 19 gennaio, riguardano la suddivisione delle categorie, per i giovani che si apprestano a conseguire la patente e per i neo-patentati, sia per le macchine ma soprattutto per i motocicli.  Le novità sono state formulate per uniformarsi alle direttive europee in questo campo. Nessun cambiamento è però previsto per chi ha già conseguito la patente.

Al posto delle tradizionali patenti A, B, C, D, avremo 15 categorie di patenti ad accesso graduale. Se non c’è nessun cambiamento particolare per la patente B, per le patenti superiori cambiano i tempi: per conseguire la patente C bisognerà aver compiuto i 21 anni, e per la D occorreranno in 24 anni d’età. I cambiamenti più importanti arrivano sul versante dei motocicli. Intanto il “patentino”, per i motorini, va in pensione e al suo posto arriverà una patente vera e propria, la AM, che non potrà più essere conseguita a scuola seguendo un corso. Dopo questa ci sarà l’A1 per i motocicli poco potenti a 16 anni, l’A2 per i motocicli più potenti a 18 anni e l’A senza limitazioni.

Come per le patenti superiori, anche per i motocicli si alza l’asticella dell’età. Per avere direttamente la patente illimitata si passa dai 21 ai 24 anni, nel caso si sia già in possesso della A2, oltre ai due anni dal conseguimento della patente precedente, ci sarà l’obbligo di sostenere l’esame.

“In generale il cambiamento è rivolto in special modo a chi guida mezzi più pesanti e motocicli – spiega Mirco Grassi, Presidente del Consorzio autoscuole piacentino -. Sono state alzate le soglie di età per la guida di alcuni mezzi e posto l’obbligo dell’esame anche nei passaggi fra patenti dove prima non era previsto”. “Alla base di questa scelta la volonta di mettere in mano i mezzi più potenti a ragazzi che abbiano più esperienza alla guida rispetto a quello che succedeva in passato; negli ultimi anni sono aumentati gli incidenti che hanno visto coinvolte moto, per questo si è cercato di porre rimedio cercando di aumentare la sicurezza sulle strade”.


“Per adesso – conclude – per quanto riguarda il nostro lavoro, non cambia molto. Il cambiamento potrebbe arrivare alla fine del 2013 quando, con una nuova direttiva, sapremo se saremo obbligati ad allargare il parco macchine oppure no: se così sarà, i costi potrebbero essere elevati”.

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