Mons. Ambrosio ha celebrato la messa dell’Epifania. L’OMELIA foto

Si sono concluse, così, le celebrazioni natalizie

Domenica 6 gen­naio, solennità dell’Epifania, il vescovo mons. Gianni Ambrosio ha presieduto l’eucaristia alle ore 18.30 nella Cattedrale a Piacenza concludendo, così, le celebrazioni natalizie

Epifania del Signore: 
Omelia del Vescovo mons. Gianni Ambrosio

EPIFANIA DEL SIGNORE, Cattedrale 
(Is 60, 1-6; Ef 3, 2-3.5-6; Mt 2, 1-12)

Carissimi fratelli, carissime sorelle

1. Nella celebrazione della nascita del Signore Gesù, abbiamo contemplato l’amore di Dio per noi: Dio si fa piccolo per manifestarci e donarci il suo amore, per farci rinascere a vita nuova, la vita dei figli di Dio. In quel bambino che si dona a noi è rivelato il desiderio di Dio nei nostri confronti, scorgiamo il progetto di salvezza che Dio ha pensato per l’umanità:.
Ai pastori che nella notte vegliavano sul gregge, l’angelo annuncia: “è nato per voi un Salvatore”. È nato per voi: non solo è nato per il popolo d’Israele, rappresentato dai pastori di Betlemme, ma anche per l’intera umanità, rappresentata dai Magi. L’Epifania è la festa del compimento del Natale: il Signore Gesù, nato a Betlemme, è il Salvatore di tutta l’umanità. Ascoltiamo le parole dell’apostolo Paolo che esprimono bene l’universalità di questa grazia che Dio ha pensato e desiderato per tutti gli uomini: “le genti sono chiamate in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo”. Celebrando la manifestazione di Gesù salvatore ai magi venuti da oriente, noi rendiamo grazie a Dio che vuole la salvezza di ogni uomo e di ogni popolo: tutti siamo chiamati in Cristo Gesù a condividere la stessa eredità di grazia, tutti siamo chiamati ad accogliere il Vangelo, la buona, gioiosa notizia.

2. Nell’Anno della fede, l’Epifania ci appare in particolare come la festa della fede. Innanzi tutto siamo invitati a riconoscere l’aspetto sorgivo della fede, e cioè il misterioso piano di Dio di donare a tutti gli uomini la grazia della salvezza in Gesù Cristo, venuto a porre la sua tenda in mezzo a noi. La fede è dono di Dio: la sua grazia ci apre all’incontro con il Signore Gesù e ci consente di riconoscere in Lui il volto di Dio e la verità del nostro volto e della nostra vita.
L’Epifania ci invita poi a riconoscere la fede nel suo aspetto esistenziale, coinvolgendo il nostro cuore, la nostra ragione, la nostra ricerca umana. Anche questo secondo aspetto è ben evidenziato dal racconto evangelico che insiste sul cammino di ricerca di questi uomini venuti da lontano. “Alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: Dov’è il re dei Giudei che è nato?”. Vi è una profonda verità nel camminare dell’uomo, nella sua inesausta ricerca. Anche la luce della stella che accompagna il cammino di questi sapienti ha un significato molto bello. I Magi si mettono in cammino perché hanno scoperto un segno nel cielo, nella creazione: “abbiamo visto sorgere la sua stella”. Se l’uomo è attento e vigilante, scorge segni nella creazione, come anche nelle vicende della vita, che destano meraviglia, stupore. E questo suscita il desiderio di capire, di mettersi in cammino e di ricercare la luce vera che indica la strada. Possiamo anche riconoscere nella stella un segno di speranza per il desiderio umano di verità, per la ricerca di luce, di senso: ogni uomo che sinceramente cerca il volto di Dio deve sapere che Dio lo ha preceduto nel venire incontro al suo desiderio. Nel pellegrinaggio di questi Magi, docili nel seguire la stella, vediamo così l’incontro gioioso tra la ricerca dell’uomo e il desiderio di salvezza di Dio. Non solo sullo sfondo del racconto dei Magi, ma sullo sfondo del racconto della vita, c’è sempre una stella che conduce gli uomini ad aprirsi a Dio e diventare disponibili all’incontro con Colui che è “la luce delle genti”.

3. Un ulteriore particolare merita di essere evidenziato. Solo quando i Magi hanno ascoltato la voce del profeta che parla nelle Sacre Scritture, hanno saputo il luogo ove deve nascere il Cristo: “A Betlemme di Giudea, come è scritto per mezzo del profeta”. È la Parola di Dio la stella veramente luminosa che ci introduce nella verità di Dio. Poi il camino riprende: i Magi, “entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono”. ‘Videro’ il bambino e riconobbero in Lui, nei segni poveri e umili, il Salvatore degli uomini e lo adorarono. È Epifania, svelamento del mistero, cui corrisponde il rendimento di grazie e l’adorazione. Questa è la fede cristiana: quel bambino, di cui Maria è la madre, è Dio che si è chinato su di noi, è Dio che si manifesta nell’umiltà e si dona come Amore. L’uomo accoglie questo Amore di Dio nell’adorazione e vive di questo Amore.
4. Cari fratelli e sorelle, anche noi, come i Magi, esprimiamo nell’Eucaristia che stiamo celebrando il nostro ringraziamento e la nostra adorazione per l’opera di grazia e di salvezza di Dio: il Signore Gesù, Figlio del Padre, si dona a noi e offre la sua vita per noi, si fa nostro cibo e ci rende capaci di arrivare a Colui che l’Amore. E anche noi, come i Magi che donano ciò che hanno di più prezioso, doniamo ai nostri fratelli la luce della fede, celebrata e professata nella Chiesa che custodisce e comunica la Parola di Dio perché illumini il cammino di tutta l’umanità. Amen.

+Gianni Ambrosio
Vescovo

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