118, Cavalli (Lega): “Destino già segnato per Piacenza”
“E’ inutile che Errani temporeggi per lasciar passare le elezioni: la decisione sull’accorpamento delle centrali 118 è già stata presa. A Modena ne hanno annunciato la partenza entro giugno 2014.
ACCORPAMENTO CENTRALE 118, CAVALLI (LN): “ANCHE PER PIACENZA DESTINO GIÀ SEGNATO, A MODENA PARTIRÀ ENTRO GIUGNO 2014”
PIACENZA – “E’ inutile che Errani temporeggi per lasciar passare le elezioni: la decisione sull’accorpamento delle centrali 118 è già stata presa. A Modena ne hanno annunciato la partenza entro giugno 2014. Facile pensare che la stessa sorte toccherà a Piacenza. Una scelta già fatta, che cadrà sulla testa dei piacentini. Alla faccia del ‘percorso partecipato’ decantato da Errani”.
A dirlo è il consigliere regionale della Lega Nord Stefano Cavalli, dopo che il presidente della Regione Vasco Errani, oggi a Piacenza, sollecitato sul tema, non ha svelato se la città sarà a rischio-accorpamento e ha parlato dell’avvio di “un percorso di confronto con il territorio e tutte le sue componenti” per definire il futuro della centrale.
“La campagna elettorale, giunta alle battute conclusive, non dà diritto a Errani di dipingere una realtà che non esiste – dice Cavalli –. Ma quale percorso partecipato? Il 7 febbraio di quest’anno il dottor Carlo Tassi di Modena, direttore del Dipartimento emergenza-urgenza interaziendale e anche direttore del Pronto Soccorso di Carpi, incaricato di occuparsi della riorganizzazione del servizio, ha annunciato candidamente che la nuova centrale accorpata partirà ‘entro il primo semestre del 2014’. Entro quella data, cioè, Modena perderà la titolarità del servizio di emergenza-urgenza, a favore di Bologna”. “Poiché si tratta di una riorganizzazione regionale, è plausibile pensare che il destino, segnato, di Piacenza, sarà quello di scivolare verso Parma, in barba ai vani proclami di Errani”. “Del resto l’assessore Carlo Lusenti aveva lanciato ufficialmente il progetto di accorpamento proprio dalla festa del Partito democratico di Modena. Ennesima prova di come in casa Pd le decisioni siano tutte demandate all’apparato e poi imposte, secondo il più classico stile vetero comunista”.
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