Piacenza e il “vuoto di poteri”. A Don Chisciotte il sindaco Dosi

Fondazione e Confindustria, ma anche la politica. Come stanno cambiando i delicati equilibri del potere a Piacenza e perchè ce ne siamo accorti solo ora. Ne ha parlato in diretta la puntata di Don Chisciotte con il primo cittadino

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Come stanno cambiando i delicati equilibri del potere a Piacenza e perchè ce ne siamo accorti solo ora. E’ il tema della puntata di Don Chisciotte andata in onda venerdì 8 marzo in diretta su www.piacenzasera.it e su www.canalemilia.com

Gli scheletri che escono dagli armadi un tempo blindati della Fondazione di Piacenza e Vigevano, un braccio di ferro in Confindustria dove per la prima volta dalla sua costituzione si profila una doppia candidatura per la poltrona di presidente (LEGGI QUI), il centrodestra che non elegge un rappresentante piacentino in parlamento, il centrosinistra alle prese con l’ennesimo esame di coscienza che spacca in due il cuore del partito, una giunta comunale sempre più in odore di rimpasto e un’amministrazione provinciale il cui ruolo sembra ormai delegittimato dalla penuria di risorse. E’ l’altra faccia della crisi. Che dopo l’economia ha contagiato i palazzi.

Ospite di Gianluca Perdoni ed Elena Caminati il sindaco di Piacenza Paolo Dosi che, sollecitato dai contributi esterni che abbiamo raccolto, ha offerto la sua opinione su come i poteri di Piacenza stiano cambiando.

“La Camera di Commercio è un potere forte, lo è perchè lo è o questi qui non sono più capaci di dar via le briscole?” E’ l’interrogativo posto nei modi schietti che gli sono propri da Pierluigi Filippi, vecchio lupo di mare della politica piacentina, che ha fornito una sua interpretazione della delicata fase che stiamo attraversando.

Il sindaco Paolo Dosi ha sostenuto la necessità della collaborazione fra i poteri della città, evitando le interferenze. “Ci proponiamo come interlocutori privilegiati e su alcuni progetti grossi stiamo cercando di portare avanti importanti collaborazioni”. E in tema di Fondazione Dosi ha fatto appello all’autonomia dell’ente, pur non negando tensioni: “Abbiamo cercato di evitare fratture dannose per la città. Noi abbiamo il termometro di ciò che accade quindi possiamo dare indicazioni in merito collaborazione e coesione servirebbero per la città”.
Sulla sua giunta, Dosi ha negato la volontà di procedere ad un rimpasto: “Non ci sono le condizioni”. “Dobbiamo lavorare meglio e credo che la giunta comunale stia trovando un suo equilibrio”.

Un’interpretazione abbastanza netta di quanto sta accadendo nei palazzi del potere piacentini l’ha fornita il predecessore di Dosi, Roberto Reggi, intervistato da Roma via skype. “I poteri si stanno dividendo più che indebolendo – ha asserito – fino a poco tempo fa c’era un gruppo di potere compatto, ma ora si è diviso ed è in forte contrapposizione. Le contrapposizioni non fanno mai bene, ma ci sono sempre state”. Sull’azione amministrativa della giunta Dosi, Reggi ha affermato: “La situazione difficile non va subita, ma contrastata in maniera efficace con iniziative, con un dinamismo superiore, senza chiudersi nella ristretta problematica locale, cittadina”. E poi alcune battute sulla politica e sull’esito deludente delle elezioni politche: “Il Pd ha sprecato un’occasione perchè ha ostacolato la partecipazione dei cittadini raccogliendo solo i consensi del suo bacino storico”. 

“Il venir meno di associazioni e dei partiti ci rende più poveri, manca un filtro formativo e dirigenziale da parte del partito e dell’associazione e sta venendo meno capacità di formazione e indirizzo”. Parola del vescovo di Piacenza Gianni Ambrosio intervistato da Don Chisciotte.

Impietosa l’analisi di Tommaso Foti, esponente di Fratelli d’Italia: “Questa è una città priva di potere. Piacenza è zona, territorio con classe dirigente che si è più preoccupata del quieto vivere che del progettare il futuro”. Anche l’ex presidente del consiglio comunale Ernesto Carini ha sottolineato la mancanza di “visione” per la nostra città.

Commenti e suggerimenti all’indirizzo donchisciotte.tv@gmail.com oltre che sulle pagine Facebook e Twitter.

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