Stranieri, da Piacenza inviati 27 milioni di euro ai paesi d’origine

Ammontano a 27 milioni e 459mila euro i trasferimenti in denaro effettuati da cittadini stranieri nei loro paesi d’origine. Sono le cosidette “rimesse”, monitorate dalla Banca d’Italia, come prevede la normativa, e riguarda operazioni effettuate nelle banche, Poste Italiane S.p.A., gli istituti di moneta elettronica e gli istituti di pagamento che prestano il servizio di rimessa di denaro, e riguardano transazioni economiche transfrontaliere tra due persone fisiche effettuate tramite un istituto di pagamento o altro intermediario autorizzato, senza transitare su conti di pagamento intestati all’ordinante o al beneficiario (regolamento in denaro contante).

 

Un dato impressionante ma che mostra, comunque, come la crisi abbia condizionato anche queste operazioni, che la Banca d’Italia monitora mensilmente da qualche anno. Gli importi del 2012 mostrano una flessione, per la prima volta, dall’annata di partenza, il 2005. In quell’anno, infatti, le rimesse ammontavano a 12 milioni e 784mila euro, poi passati a 20 milioni e 291mila (2006), 24 milioni e 125mila (2007), 25 milioni 380mila (2008), 26 milioni e 270 mila (2009), 28 milioni e 401mila (2010) e 30 milioni e 376mila euro (2011). Alla fine dellì’anno scorso un brusco calo: 27 milioni e 459 mila euro. 

 

Tra i paesi con maggiori trasferimenti figurano la Romania (4 milioni e 71mila euro), l’Ecuador (3 milioni e 726mila euro), Marocco (2 milioni e 240mila euro), insieme a India, Senegal, Albania, Ucraina, Brasile. La provincia di Piacenza, secondo i dati dell’ultimo rapporto Caritas – Migrantes, è in Emilia Romagna quella a maggior densità di popolazione straniera. Gli immigrati residenti sono 41.081 (a inizio 2012), di cui 18.353 nel solo Comune di Piacenza. 

Si stima che all’anno partano, dall’Italia, 7 miliardi e 400 milioni di euro in direzione di Paesi che ora sono, di fatto, emergenti e più aggressivi di noi sul fronte del mercato internazionale, come Cina e India. Su questo argomento ecco un interessante articolo del Sole 24 Ore.