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Pc Tunes: Dada Tra “Sequoyo”

La recensione di PiacenzaSera.it: Dada Tra "Sequoyo". Il gruppo si esibirà venerdì sera al Melville, il caffè letterario di San Nicolò (centro culturale). 

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DADA TRA
Dada Tra (“Sequoyo”) – 2013
 
PcTunes questa volta allarga i suoi confini e anche l’orizzonte, spingendosi addirittura a Tortona, Piemonte, perché sempre di brumosa e sonnecchiosa Pianura Padana si tratta.
I Dada Tra si autodefiniscono “cinque signori di grande dirittura morale, figli di quel particolare humus che cresce solo ai confini dell’Impero”, e in realtà sono musicisti abili ed esperti, ognuno di loro con alle spalle esperienze importanti (Triptic, Grand Mother Milk). 
Nel 2011 hanno vinto una tappa del concorso per band emergenti Heineken – Keep On, riservato a gruppi che presentassero brani originali, e nel 2012 sono stati invitati al Trunera Rock Festival di San Giuliano Nuovo (Al), dal 2007 punto di riferimento della scena indie italiana. 
Questa la line-up attuale: Camillo Achilli, basso elettrico; Stefano Battiston, voce, chitarra acustica, tastiere; Corrado Campanella, chitarre; Stefano Gilardone, batteria; Gege Picollo, chitarre (quest’ultimo ha recentemente sostituito Edoardo Stramesi, che ha anche partecipato alla registrazione dell’album e alla fase creativa) 
 
Il loro disco d’esordio – omonimo, anche se la scritta (intraducibile, pare) “Sequoyo” sulla bella cover può trarre in inganno – è davvero notevole; contiene nove brani originali, autoprodotti e incisi al The Pits Studio con l’aiuto di Stefano Resca.
 
Il sound è elegante e raffinato. Trae mille ispirazioni dalla tradizione del rock “classico” e più colto dei Seventies (Steely Dan, XTC, Davis), con venature folk/west coast, persino pagine acustiche evocative e suggestive che rimandano alla stagione del progressive.
L’album si apre con “1000 street”, un’ottima canzone che ricorda Jeff Buckley, mentre la successiva “Shine Today” è un pezzo con un gran tiro, con un ritornello che rimane scolpito nella testa, uno di quei pezzi misconosciuti che se fossimo in un paese normale avrebbero diritto a un giusto riconoscimento.
Ma è “Percepitium”, con la sua ouverture elettronica che lascia spazio a un riff stile Coldplay e poi a un sapiente intreccio di chitarre, il brano dell’intera raccolta che maggiormente impressiona, forse insieme alla delicatissima “Afa”. Chitarre acustiche in primo piano anche nello strumentale “Di pancia vestita”, tra “Horizons”, Bert Jansch e John Fahey, e in “Oltre”.
“Recovery signs” è il brano in cui la base ritmica è più importante, mentre altrove accompagna le chitarre quasi in secondo piano, ammiccando a un hardrock blueseggiante: è infatti l’unica testimonianza (seppur rimixata insieme a tutto il resto) di una prima sessione di registrazioni, datata tra fine del 2010 e l’inizio del 2011, in cui il cantante era Paolo Crocetti.
Le tracce che chiudono l’album si confermano di buon livello compositivo, lasciando al recensore l’impressione che la provincia estrema – ovvero periferia dell’Impero… – nasconda sempre più spesso piccoli gioielli da scoprire e da promuovere senza esitazioni.
 
I Dada Tra saranno ospiti – venerdì 07 giugno, ore 22 – del Caffè Letterario Melville di San Nicolò. Un’occasione unica per apprezzare il loro set, arricchito da inediti e alcune cover. 
 
Info: www.dadatra.net
 

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