Appennino Festival, Michele Serra a Travo con un omaggio al poeta Caproni

Stasera con Giovanna Zucconi e gli Enerbia. Rinviato al 7 settembre l’appuntamento in programma sabato 27 a Caminata che avrebbe visto esibirsi i “Musicanti in Cammino”

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Per un appuntamento che va, uno se ne aggiunge. Capita all’Appennino Festival, la rassegna di valorizzazione dei repertori musicali delle Quattro Province e non solo, che vede rinviata al 7 settembre la performance del polistrumentista Nando Citarella: il musicista avrebbe dovuto esibirsi sabato 27 luglio a Caminata insieme a Carlo Bava alla ciaramella e a Maddalena Scagnelli al violino e al salterio.

Ma per un concerto che viene rinviato, la kermesse subito ne prevede un altro in aggiunta: stasera alle 21.15, nella suggestiva cornice di Travo, in quella piccola piazza della torre che separa idealmente il borgo dal fiume Trebbia, è in programma un intenso omaggio al poeta Giorgio Caproni che vedrà protagonisti i giornalisti Michele Serra e Giovanni Zucconi qui nel ruolo di lettori, oltre alla stessa Scagnelli che con il suo gruppo Enerbia sarà chiamata ad accompagnare la serata.

L’evento, che non a caso si intitola “I valzer di un tempo”, renderà omaggio a uno dei poeti più straordinari del Novecento che meglio ha saputo cantare con semplicità e delizia la quotidianità e l’umanità: lo farà fra l’altro in un luogo che a Caproni fu particolarmente caro, in quella Valtrebbia che il poeta frequentò lungamente. Prova ne sono le liriche raccolte sotto il titolo di “Ballo a Fontanigorda”, uno dei primi lavori poetici di Caproni datato 1938 che riunisce una serie di versi dedicati proprio alla valle del Trebbia, vista e raccontata attraverso l’occhio giovanile ma già acuto del poeta.

A Serra e Zucconi dunque il compito di far rivivere queste trame poetiche e la personalità di un letterato che è entrato di diritto a far parte del genius loci della Valtrebbia; a Scagnelli e agli Enerbia invece spetta l’onore e l’onere di accompagnare, con un repertorio di valzer, danze e canti dell’Appennino piacentino, la lettura del corpus caproniano. Il tutto nella cornice di Travo, piccolo borgo ricco di storia e di testimonianze di insediamenti abitativi risalenti addirittura al Paleolitico, teatro del martirio del Santo Patrono di Piacenza Antonino e centro di una cultura prima pagana e poi cristiana di cui ancora oggi si conservano diversi reperti.

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