Le Rubriche di PiacenzaSera - Le Recensioni CJ

Le recensioni di PcSera: Devendra Banhart, Kurt Vile, Iron & Wine

Le recensioni di PiacenzaSera.it, scritte da Giovanni Battista Menzani

DEVENDRA BANHART
Mala (2013)
 
KURT VILE
Wakin’ on a pretty daze (2013)
 
IRON & WINE
Ghost on ghost (2013)
 
 
La geografia USA è immensa, e spostandoci da una costa all’altra andiamo a scovare alcuni tra i migliori cantautori di questo inizio millennio.
 
Banhart ormai non è più un novellino. 
Questo strambo hippie fuori tempo, cresciuto in Venezuela e poi trasferitosi in California (prima a Frisco e poi a Los Angeles), è giunto all’ottavo disco. “Mala” – dal serbo, lingua della sua compagna, la fotografa Ana Kras – non è uno dei suoi migliori, leggero e a tratti sfocato, ma non tradirà le attese dei fan più duri, con la consueta miscela di indie-folk fricchettone e ritmi caraibici e sudamericani. 
 
Kurt Vile, da Philadelphia, è invece assurto da meno tempo alle cronache, anche se ha all’attivo ormai cinque album. In questo “Wakin’ on a pretty daze” si fanno notare l’incedere indolente e sbilenco alla Lou Reed – ci sono almeno tre o quattro pezzi che assomigliano a “Sweet Jane”, in questo disco, anche se la critica preferisce i paragoni con Neil Young – e il gusto per la ripetizione all’infinito di un riff o di un giro di basso – prendete la conclusiva “Goldtone”, lunga quasi dieci minuti e tra le migliori insieme a “Pure pain” e “Shame chamber” (quest’ultima con uno strillo rubato all’hombre lobo degli Eels).
Un doppio album per quasi settanta minuti di musica, forse troppi. 
 
Iron&Wine, al secolo Sam Bean, aveva abbandonato il folk da strada degli esordi per le orchestrazioni raffinate e a più strati di “Kiss each other clean” (2011), che a noi era tanto piaciuto, e per questo era stato accusato di tradimento come un novello Bob Dylan. Prosegue ora il nuovo percorso con un album ricco ed elegante, jazzato, con riferimenti come Donald Fagen e Paul Weller, Calexico e Paul Simon. Tra i pezzi più riusciti “Caught in the briars”, “Low light buddy of mine” e i gioielli acustici “Joy” e “Sundown (Back in the briars)”. 
Notevole.
 
Giovanni Battista Menzani
@GiovanniMenzani
 

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di PiacenzaSera, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.