Le Rubriche di PiacenzaSera - Camminate piacentine

Camminate Piacentine: dal passo del Penice al passo Scaparina foto

Ritornano le Camminate Piacentine con una nuova proposta della seguitissima rubrica che PiacenzaSera.it dedica agli amanti delle escursioni. Vi ricordiamo che è disponibile in edicola e nelle librerie il volume, pubblicato da Edizioni Codex10, che raccoglie tutte e 18 le escursioni proposte lo scorso anno

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Ritornano le Camminate Piacentine con una nuovo proposta della seguitissima rubrica che PiacenzaSera.it dedica agli amanti delle escursioni. Vi ricordiamo che è disponibile in edicola e nelle librerie il volume, pubblicato da Edizioni Codex10, che raccoglie tutte e 18 le escursioni proposte lo scorso anno da PiacenzaSera.it.



Monte Penice
Dal passo del Penice al passo Scaparina e quindi alla vetta, tra vastissimi panorami

Il monte Penice, il cui nome deriva probabilmente dal termine celtico pennos (monte, sommità, da cui altri termini orografici come: Appennino, Alpi Pennine, monte Penna), con i suoi 1460 m d’altezza è una delle montagne più elevate del Piacentino; ultimo vero massiccio prima del digradare della catena appenninica verso la grande pianura, separa i territori lombardi della valle Staffora da quelli emiliani delle valli Trebbia e Tidone.

La sua sommità è facilmente raggiungibile grazie ad una strada carrozzabile ultimata negli anni Venti del secolo scorso, ma tutt’altra soddisfazione si prova a conquistarla dopo una lunga camminata; la vetta regala all’escursionista uno scenario vastissimo, che spazia da un lato sulla val Trebbia e su Bobbio, adagiata sul fondovalle quasi 1200 metri più in basso, dall’altro sui rilievi dell’Oltrepò Pavese, con l’arco delle Alpi a fare da sfondo. Verso sud le alte cime dell’Appennino Ligure, con i monti Alfeo e Lesima a risaltare, a nord gli ultimi i contrafforti che scendono verso la Pianura Padana, punteggiata di coltivi, paesi e città. Queste sue caratteristiche di altezza e di prossimità al piano ne fanno un luogo di osservazione formidabile, ma sono state da anni sfruttate per la realizzazione di imponenti ripetitori per telecomunicazioni, tra cui quello storico della RAI che irradia il segnale televisivo in una vasta area del nord Italia, che ne hanno in parte deturpato l’aspetto.

Sulla sua vetta si erge il Santuario di Santa Maria, la cui fondazione risale al VII secolo ed è tradizionalmente attribuita al monaco irlandese Colombano; ristrutturato nel XVII secolo, è stato recentemente restaurato e si presenta come un bell’edificio in sasso a tre navate, preceduto da portico. D’altra parte il monte fu utilizzato probabilmente già nell’antichità come luogo di culto pre-cristiano, come testimoniato dalla statuetta trovata in occasione dei lavori per la costruzione della strada e risalente ai primi secoli dell’Impero: raffigura un sacerdote offerente che tiene in mano la patera, una larga scodella usata dagli antichi Romani per i loro sacrifici.
I versanti del monte oggi sono ammantati da boschi di querce, faggi e conifere, introdotte nel dopoguerra, ma alla fine dell’Ottocento l’intenso sfruttamento forestale aveva trasformato il Penice in un brullo e sassoso rilievo quasi completamente privo di alberi. Il frequente innevamento nella stagione invernale ha consentito la realizzazione di piste per lo sci nordico (nei pressi di Ceci) ed impianti per lo sci da discesa nelle vicinanze del passo Penice, che mette in comunicazione la valle del Trebbia con quella dello Staffora.


La camminata parte dal passo Penice (Pc) a 1149 mt slm e a circa 53 km da Piacenza
. L’itinerario ha uno sviluppo lineare di circa 11.5 km, di cui 2.5 su asfalto, il resto su stradelli di campagna e sentieri, che dal passo Scaparina all’arrivo sono contrassegnati dai segnavia del CAI; ha un dislivello complessivo di circa 485 m, quasi tutti concentrati nella salita alla vetta, dove si raggiunge la quota massima dell’intero tracciato a m. 1460 slm; può essere percorso in circa 3 ore, al netto delle soste. Le quote elevate a cui si sviluppa l’escursione la possono rendere problematica o impossibile in caso di innevamento. Il tracciato proposto è privo di tratti pericolosi o esposti ma la salita alla vetta è a tratti ripida e faticosa; le famiglie con bambini piccoli o poco allenati possono trarre soddisfazione anche dalla semplice passeggiata tra i due passi, agevole e dal dislivello quasi nullo, tralasciando la salita alla vetta e facendo ritorno sullo stesso sentiero dell’andata.

DESCRIZIONE
Dal passo Penice un agevole stradello sterrato che corre a quota quasi costante attorno ai 1150 mt taglia l’intero versante orientale del monte, consentendo una piacevole passeggiata tra boschi e pinete, senza dislivelli rilevanti. Da diversi spiragli tra gli alberi è possibile ammirare un panorama che via via diventa più ampio: la vista, inizialmente limitata alla media valle del fiume Trebbia, dalla Pietra Parcellara ai solchi verdeggianti incisi dai torrenti Curiasca di San Michele e di Rosso, si allarga con il procedere del cammino, fino a raggiungere le più alte cime delle valli del Nure, dell’Aveto e del Boreca. Cartina alla mano è facile riconoscere i monti Aserei, Carevolo, Bue, Maggiorasca, e all’orizzonte il lontano monte Penna. Verso sud le dorsali che cingono i bacini dei torrenti Bobbio e Carlone sono sovrastate dagli imponenti monti Alfeo e Lesima.

Raggiunto il passo Scaparina, posto tra la valle del torrente Bobbio e quella dello Staffora ma ad una quarantina di metri di quota più in basso rispetto al passo Penice, il percorso si impenna con salite a tratti ripide ma nella seconda parte ombreggiate dalla pineta. In questo tratto dell’escursione il panorama si allarga in direzione dell’Oltrepò, dove è ben distinguibile l’abitato di Varzi, adagiato sul fondovalle. Arrivati finalmente in vetta, dopo una doverosa visita al bel santuario, meta da secoli di pellegrinaggi mariani, si può riposare ammirando la visuale a 360°, che nelle giornate più terse giunge fino alla catena alpina in cui risalta il gruppo del Rosa; rispetto alle viste offerte dalla salita, la cima consente di spingere lo sguardo a settentrione, verso la Val Tidone, lungo la quale si riconosce Romagnese, e verso il Tidoncello, dove sono individuabili i monti Aldone e Ciarello, con il borgo di Pecorara ai loro piedi. Verso meridione si distinguono il solco boscato inciso dal torrente Aveto e la terrazza prativa su cui sorge il paese montano di Cariseto. Un sentiero che incrocia più volte la strada asfaltata riporta in breve tempo al passo Penice

Achille Menzani

NOTIZIE UTILI
Al passo Penice si trovano bar e ristoranti, tra cui “Lo Scarpone” (tel. 0523-933204) e il ”Replica”?(tel. 335-6185396 ); sul passo Scaparina è attivo l’omonimo bar-ristorante (tel. 0523-932614); sulla vetta del monte Penice si trova il bar-ristoro “…Fra le nuvole” (tel. 0383-574041) aperto in giugno (solo domenica) luglio e agosto (da martedì a domenica). A meno di mezz’ora dalla partenza si incontra una fontana; un’altra fontanella è presente dietro il santuario sulla vetta.

La mappa

La scheda

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