“Nuovo studio sul Po, due milioni di euro buttati”

"Le Regioni - sostiene Legambiente - dovrebbero invece prendere atto che da tempo manca un governo complessivo del bacino fluviale del Po e della sua sistemazione idraulica che gli è sfuggita di mano negli ultimi decenni e che non hanno saputo gestire il decentramento delle competenze dallo Stato alle regioni"

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“Sarebbero buttati via i due milioni stanziati dalla UE e dalle regioni Lombadia, Veneto ed Emilia Romaga per l’ennesimo studio sulla situazione del fiume Po”. A sostenerlo Legambiente, attraverso il responsabile trasporti Dario Balotta: “Del Po si sa già tutto – afferma – non servono nuovi studi. Le Regioni dovrebbero invece prendere atto che da tempo manca un governo complessivo del bacino fluviale del Po e della sua sistemazione idraulica che gli è sfuggita di mano negli ultimi decenni e che non hanno saputo gestire il decentramento delle competenze dallo Stato alle regioni. E’ il fallimento del federalismo e della frammentazione delle competenze tra Magistrato del Po, Intesa Interregionale delle quattro regioni rivierasche, dell’AIPO  nato da una costola del Magistrato e dalle Province”.

“L’alveo del Po – prosegue Balotta – dal 1950 ad oggi si è abbassato paurosamente di quasi 6 metri a causa dell’enorme volume di estrazioni di sabbia, spesso abusive, ad un ritmo annuo di 10 milioni di metri cubi. La gestione dei vari Enti anzichè sviluppare scelte sostenibili, solidali e di tutela del corso del fiume, affluenti compresi, ha sviluppato una dissennata politica di investimenti infrastrutturali a pioggia  in porti,  attracchi, banchine  e Canali per la navigazione interna inutili perché prima non si è  reso navigabile il fiume”.

“E’ crollato il trasporto delle merci a circa 500 tonnellate l’anno, è aumentato il rischio idraulico e di esondazione, mentre per gli usi agricoli il pescaggio dell’acqua diventa sempre più difficile. In compenso – conclude – rimangono sottoutilizzati una ventina tra porti, attracchi e banchine sui 286 km tra Cremona  e Chioggia (uno ogni 13 Km) che in media movimentano ognuno solo 25 tonnellate di merci l’anno”.

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