Opedale Fiorenzuola, i sindacati: “Ridurre al minimo i trasferimenti”

Stasera la catena umana promossa dal comitato contro la chiusura della struttura

“Le istituzioni, l’azienda sanitaria ed i tecnici incaricati devono fare piena chiarezza individuando il più rapidamente possibile un progetto strutturato e condiviso in grado di garantire il ripristino di tutti i servizi eventualmente trasferiti, consentendo anche lo sviluppo di eccellenze e il rientro nella struttura – alla fine delle manutenzioni – dei lavoratori e ripristinando così i livelli occupazionali”. Cgil, Cisl e Uil attraverso un comunicato congiunto, ribadiscono la propria posizione sulla vicenda dell’ospedale di Fiorenzuola, anche in vista dell’imminente riunione del Comitato del distretto di Levante, prevista giovedì.

“In questa fase transitoria – sottolineano – è necessario ridurre al minimo il trasferimento in altre zone di servizi attualmente disponibili nel centro ospedaliero di Fiorenzuola in modo che il personale e le professionalità esistenti possano continuare ad essere una risorsa a disposizione della salute dei cittadini di Fiorenzuola e del distretto di Levante. Chiediamo quindi ancora con forza che si proceda rapidamente a definire le adeguate soluzioni e le conferme e le garanzie delle coperture economiche necessarie già assicurate in sedi istituzionali da parte della Regione Emilia Romagna, invitando i soggetti coinvolti ad operarsi affinché prevalgano atteggiamenti costruttivi”.

“Il protagonismo della cittadinanza – proseguono – così come manifestato in queste settimane è emblematico dell’attenzione verso il “bene salute”. Proprio per questo, politica ed istituzioni devono decidere in fretta e in modo responsabile, evitando di affrontare questo tema sull’onda di strumentalizzazioni politiche. Inoltre è necessario sottolineare come il contesto in cui si inserisce la questione dell’Ospedale di Fiorenzuola sia ancora più complesso, riguardando infatti il futuro e le prospettive di tutta la Sanità Pubblica con i suoi presìdi nell’ambito dell’intero territorio provinciale: sarà quindi nostro impegno, ribadire la necessità dell’avvio di un confronto approfondito su questi temi, per far sì che Piacenza possa continuare ad avere le necessarie competenze e strutture individuando, con il coinvolgimento dei Distretti e della Conferenza Socio Sanitaria territoriale, il modello migliore per la nostra comunità”.


La catena umana contro la chiusura dell’ospedale

Una catena umana per salvare l’ospedale di Fiorenzuola. Ad organizzarla per mercoledì 28 agosto (ore 20.30 davanti alla stesso ospedale) il comitato che da diverse settimane si sta battendo per scongiurare la chiusura della struttura prevista dall’Ausl per eseguire lavori di ristrutturazione. “Chiediamo – scrive il comitato – che tutti i posti letto rimangano a Fiorenzuola, che venga effettuata una controperizia per fare chiarezza sulle reali condizioni della struttura e che il nostro ospedale sia di eccellenza e si integri con la rete provinciale”. “Invitiamo tutti i cittadini, i sindaci e gli amministratori locali, i lavoratori, le organizzazione sindacali e tutte le forze politiche”.


Sulla vicenda dell’ospedale di Fiorenzuola interviene anche Monica Donini, consigliera regionale Federazione della Sinistra e Presidente Commissione Politiche per la Salute
: “Esprimo preoccupazioni per la vicenda – scrive in una nota – perché, se da un lato va garantita la sicurezza di chi lo utilizza e la piena agibilità della struttura, è, nello stesso tempo, doveroso non ridurre, per i cittadini di quel distretto, i servizi sanitari attualmente offerti, allontanandoli dal territorio e complicandone l’accesso. La modalità con la quale si deve far fronte a entrambe queste necessità non può essere delegata alla sola Direzione dell’ASL, ritengo sia fondamentale coinvolgere nella scelta di tutte le possibili soluzioni i cittadini, le organizzazioni sindacali e i rappresentanti delle Istituzioni Locali che sono i diretti responsabili della tutela della salute delle comunità da loro amministrate”.

“In una fase di forte taglio delle risorse a disposizione della sanità pubblica – prosegue – è comprensibile la preoccupazione che la riduzione e il trasferimento dei servizi legati ai tempi necessari per i lavori di messa in sicurezza del vecchio Ospedale, da temporanei possano divenire definitivi, inoltre, è sicuramente sconcertante che una struttura così strategica e utilizzata da trent’anni, risulti ora dalla perizia in una situazione di così grave pericolosità, senza che tale condizione abbia suscitato allarme in chi aveva il compito di vigilare sulla sicurezza dell’immobile. Il caso merita un ulteriore approfondimento anche attraverso la realizzazione di una nuova perizia come invocato da molti cittadini e Amministratori e ritengo che la Regione debba appoggiare questa richiesta”.

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