“Un mondo che non c’è più”, in un libro la storia delle nostre vallate

Mercoledì alle ore 18, nel contesto della Sala Conferenze del Centro culturale polivalente del Comune di Bobbio, la presentazione dell’ultima fatica fotografico-letteraria di Angelo Alpegiani

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Mercoledì 14 agosto alle ore 18, nel contesto della Sala Conferenze del Centro culturale polivalente del Comune di Bobbio, sarà presentato al pubblico l’ultima fatica fotografico-letteraria di Angelo Alpegiani. Il volume dal titolo emblematico “Un mondo che non c’è più” racconta la storia delle nostre vallate con gli antichi attrezzi e strumenti agricoli, artigiani e di uso comune, le fatiche dei nostri nonni e bisnonni, come dice lui stesso.

Angelo Alpegiani, detto “Angelino”, artista, poeta dialettale e fotografo, è un attento ricercatore storico che con pazienza e fatica ha girato Bobbio e la Val Trebbia in cerca di tutte le possibili testimonianze del lavoro agricolo, artigiano, ma anche di uso comune nelle vecchie case e fattorie sperdute sui monti dell’Appennino ed ancora oggi abitate e vissute. Questo è il quarto libro dell’autore bobbiese, gli altri libri: “Come eravamo… per non dimenticare” con gli antichi giochi, “I Portoni di Bobbio” con le immagini dei portoni delle antichi palazzi e residenze storiche e più moderne e “Le otto Parrocchie e Frammenti di Bobbio”, con le chiese parrocchiali e non o semplici oratori di montagna, i monumenti, i mulini e le fontane di Bobbio e delle sue frazioni; tutte testimonianze di cose e fatti bobbiesi.

In questo ultimissimo volume la testimonianza raccoglie storia e fatiche contadine e di artigiani dal lontano passato al primissimo dopoguerra in una area che esce da Bobbio e risale la valle in lungo ed in largo verso il Penice, l’Aveto, l’Alta val Trebbia fino a Ottone e la Val Boreca fino alle frazioni montane di Zerba. Una testimonianza storica e culturale della valle, ma anche di tutto l’Appennino di come i nostri nonni e bisnonni lavoravano e vivevano in un mondo che oggi non c’è più, antichi ritmi scanditi dal tempo, un patrimonio di coloro che nei secoli vissero sulla montagna e nelle valli piacentine.

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