Carini (Pd): “No all’aumento dell’Iva per le coop sociali”. Risoluzione in Regione

Il Gruppo PD in Regione Emilia-Romagna ha presentato oggi in Assemblea Legislativa una Risoluzione per chiedere alla Giunta di «intervenire in tutte le sedi più opportune ivi compresa la Conferenza Stato Regioni perché la previsione di aumento dell’IVA per le cooperative sociali

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Il Gruppo PD in Regione: «No all’aumento dell’Iva per le cooperative sociali» – Presentata una Risoluzione in Assemblea

Il Gruppo PD in Regione Emilia-Romagna ha presentato oggi in Assemblea Legislativa una Risoluzione per chiedere alla Giunta di «intervenire in tutte le sedi più opportune ivi compresa la Conferenza Stato Regioni perché la previsione di aumento dell’IVA per le cooperative sociali di tipo A sia cancellata in modo da salvaguardare i servizi per i cittadini e da favorire attraverso di esse il rilancio occupazionale come messo in luce dalle istituzioni comunitarie» afferma il Consigliere Regionale Marco Carini, che aggiunge: «Proprio a sottolineare la grande importanza delle coop sociali in questo territorio, stiamo predisponendo un testo di legge che dovrebbe normare questo settore, fra i più centrali per le politiche emiliano-romagnole».

«La Legge di Stabilità, adottata alla fine dello scorso anno ha previsto per le cooperative sociali l’aumento dell’Iva dal 4% al 10%, entro il 2013, al fine di consentire il raggiungimento dell’obiettivo di un bilancio in equilibrio strutturale entro l’anno – si legge nel testo – Attualmente le prestazioni socio-sanitarie erogate dalle cooperative sociali sono soggette all’IVA al 4% fino alla fine del 2013 per poi passare, stante la normativa prevista dai commi 488, 489 e 490 dell’art. 1 della legge di stabilità 2013, al 10% nel 2014». 

«L’aumento dell’IVA per la cooperazione sociale di tipo A suona come un colpo di grazia al welfare del Paese con un aggravio di ben 510 milioni di euro che si ripartirebbero per il 70% sulla PA e per il 30% sulle famiglie, utenti finali dei servizi – ricorda la Risoluzione del Gruppo PD in Regione- Oggi le cooperative sociali, i Comuni e le Regioni sono in prima linea a fronteggiare le ricadute della crisi sui cittadini e a garantire il welfare territoriale e i livelli essenziali di assistenza, investendo su modelli innovativi di gestione dei servizi. La nuova aliquota del 10% si applicherebbe alle prestazioni socio sanitarie ed educative rese dalle cooperative sociali in esecuzione di contratti di appalto e di convenzioni in generale».

«L’impennata dell’IVA dal 4% al 10% dell’IVA per la cooperazione sociale rappresenta una falsa entrata per le casse dello Stato, e potrà diventare un boomerang che avrà l’effetto di ridurre i servizi per i cittadini: minore numero di posti nei nidi e negli asili, tagli all’assistenza per disabili, riduzione delle ore di apertura per i centri diurni, riduzione dell’assistenza domiciliare per i non autosufficienti, così come i posti per gli anziani nelle RSA» afferma ancora Marco Carini.

«In Italia ci sono circa 12.000 cooperative sociali e loro consorzi che occupano 380.000 persone e raggiungono con i loro servizi 7 milioni di cittadini – conclude il Presidente del Gruppo PD Marco Monari – Il 66% del fatturato della cooperazione sociale arriva dagli enti pubblici, il 34% direttamente dagli utenti e dalle loro famiglie. È il mondo delle comunità d’accoglienza per giovani o minori, di tanti asili nido, dei servizi socio-sanitari per anziani e disabili, comunità di accoglienza. Se effettivamente tale aumento, pari al 150%, dovesse verificarsi, si metterebbero in ginocchio centinaia di cooperative del settore socio sanitario ed educativo col rischio concreto di una considerevole perdita di posti di lavoro».

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