Summer School, chiusa la prima settimana. Gli studenti ripensano Piacenza

Il fascino dell’architettura portoghese dalle parole di uno dei suoi massimi esponenti e le prime visioni degli studenti per la città di Piacenza. La prima settimana della quarta edizione della International Summer School si è chiusa unendo l’apertura internazionale e l’applicazione progettuale

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Il fascino dell’architettura portoghese dalle parole di uno dei suoi massimi esponenti e le prime visioni degli studenti per la città di Piacenza. La prima settimana della quarta edizione della International Summer School OPEN CITY – organizzata dalla Scuola di Architettura del Politecnico di Milano, nella sede piacentina del Campus Arata, in via Scalabrini – si è chiusa unendo l’apertura internazionale e l’applicazione progettuale, in un mix che è la cifra caratteristica di questa iniziativa, culturale e didattica.

Giovedì 5 settembre è stata la serata di Manuel Aires Mateus, che è tornato alla Summer School dopo la partecipazione del 2010, alla prima edizione di OC. Un’occasione straordinaria di confronto con una figura che, unendo tradizione e innovazione, può essere annoverato tra i più influenti progettisti contemporanei a livello internazionale. “Ogni progetto pone sempre un problema – ha spiegato durante l’affollatissima lezione – Il nostro ruolo è cercare di risolverlo, interpretando le esigenze e i bisogni delle persone che poi abiteranno i luoghi. Non importa la scala del progetto, importa la capacità dello stesso progetto di rispondere all’ambiente in cui è inserito”. Le parole dell’architetto portoghese, esposto alla Biennale di Venezia del 2010 e del 2012, visiting professor in numerose scuole di architettura, sono state illustrate attraverso progetti recenti. “Le case che progetto sono frutto di un intenso lavoro di ricerca sul significato del vuoto in architettura, sulle modalità con cui la luce entra negli spazi interni”.

Volumi bianchi che si inseriscono in piccoli centri storici, piani sovrapposti nel paesaggio naturale, capanni in paglia sulle sponde marine. Tutte suggestioni poste da Manuel Aires Mateus che sono arrivate al cuore degli studenti che hanno animato, a seguire, un ricco dibattito a cui hanno partecipato anche Sara de Giles con Josè Morales (studio MGM Arquitectos) e Javier Lopez con Ramon Pico (actastudio), entrambi studi di Siviglia, protagonisti invece della conferenza del pomeriggio. Il tema del workshop “Natura in Città” è stato discusso, sia da un punto di vista culturale che di applicazione in casi concreti. Dal confronto sono emersi spunti e stimoli per il percorso di approfondimento su una tematica di grande attualità sulle quali la sede piacentina della Scuola di Architettura e Società del Politecnico di Milano sta lavorando con grande intensità.

La giornata di venerdì è stata invece dedicata al primo step di verifica dei progetti sui quali i 105 studenti iscritti al workshop (divisi in 3 gruppi e in 9 sotto-gruppi) hanno iniziato a lavorare. Le aree coinvolte e proposte consistono in 3 “coni verdi”, che corrispondono ad altrettante direttrici della città: città-fiume, città- agricoltura, città-produzione. L’obiettivo è che i progetti contribuiscano, con forme innovative, a portare elementi naturali verso la parte più densa e abitata dello spazio urbano piacentino, sotto forma di energia, agricoltura e spazi pubblici aperti. A giudizio della commissione internazionale, i progetti, pur ancora in una fase “embrionale”, hanno dimostrato di confrontarsi con alcuni paradigmi chiave della nostra epoca fino a farli diventare materiali architettonici: sostenibilità, ecologia, ambiente.

Temi che saranno assolutamente centrali nella seconda settimana della Summer School OC, che inizia lunedì 9, con una conferenza di assoluta importanza, al Padiglione Nicelli, con inizio alle 20.30. Introdotti dall’architetto trentino e docente al Politecnico, Chiara Bertoli, parleranno Aldo Aymonino (professore a Roma, autore di pubblicazioni sul tema del rapporto paesaggio-spazio pubblico), Pippo Ciorra (che ha recentemente curato una mostra al MAXXI di Roma su una questione di grande attualità, come il Riciclo, vista nelle sue componenti spaziali e funzionali) e Mosé Ricci (docente a Genova, autore di libri, anche recenti, sull’attualizzazione del concetto di natura e di paesaggio, una delle questioni chiave affrontate dalla Summer School).

Anche la giornata successiva (martedì 10) si presenta intensa, con la presenza nel tardo pomeriggio di Cino Zucchi, che tra gli architetti italiani della generazione “di mezzo” è sicuramente uno dei più noti e interessanti: parlerà delle utopie legate alla città come elemento naturale. In serata la Summer School si apre, con l’introduzione della docente del Politecnico Antonella Contin, ad un contributo internazionale di ampio respiro. Grahame Shane è professore alla Cooper Union di New York e illustrerà la sua visione del landscape urbanism anglosassone.

Due le conferenze che occuperanno anche la giornata di mercoledì 11 settembre. Alla mattina la storica Maria Vittoria Capitanucci modererà una conferenza a 4 voci con 3 docenti del Politecnico (Remo Dorigati, Roberto Spagnolo e Corinna Morandi) e un professore della Facoltà di Agraria di Piacenza, Ettore Capri. Il tema portante della conferenza sarà principalmente l’agricoltura come fattore di sviluppo del territorio piacentino, anche nell’ambito di nuove forme architettoniche e paesaggistiche.
La sera invece è dedicata al design. Al Padiglione Nicelli, introdotti da Michele Roda, saranno protagonisti 2 “compassi d’oro”, il prestigioso premio di design: Riccardo Blumer, professore all’Accademia di Architettura di Mendrisio, e Marta Bellina che invece insegna al Politecnico di Milano.

La seconda settimana di conferenze si chiude con il ritorno di un ospite fisso della Summer School. Il critico televisivo del Corriere della Sera Aldo Grasso dialogherà con Guya Bertelli a partire dai temi presentati nel suo ultimo libro dal titolo: Invito alla Televisione. La seconda critica intermedia dei progetti si svolgerà nella giornata di venerdì 13. I progetti – che ormai saranno in fase di avanzata definizione – saranno valutati da una ampia commissione composta tra gli altri da Marco Trisciuoglio (Politecnico di Torino), Andrea Sciascia (Università di Palermo) e Karin Hofert (responsabile degli scambi internazionali dell’ETSAB di Barcellona).

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