Riordino Croce Rossa: “A Piacenza 24 lavoratori a rischio” foto

“Una riforma che mette a rischio 4mila posti di lavoro”. Giornata di mobilitazione per i dipendenti della Croce Rossa per protestano contro il Decreto Legislativo 178/12 “che trasforma l’Ente da Pubblico ad Associazione Privata"

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“Una riforma che mette a rischio 4mila posti di lavoro”. Giornata di mobilitazione per i dipendenti della Croce Rossa per protestano contro il Decreto Legislativo 178/12 “che trasforma l’Ente da Pubblico ad Associazione Privata”.

“Anche sul territorio piacentino – spiega Pietro Nigelli di Usb Pubblico Impiego Cri, presente vemerdì mattina al presidio all’esterno della sede della Croce Rossa di viale Malta insieme a Marco Devoti di Fialp Cisal – dal 1 gennaio prossimo tutte le sedi presenti sul territorio saranno privatizzate e dovranno organizzarsi come vere e proprie aziende sottostando alle leggi di mercato: come lavoratori al momento non sappiamo se avremo ancora il nostro posto di lavoro, dove e con quale stipendio”.

A Piacenza, tra dipendenti a tempo determinato e indeterminato, sono 24 i lavoratori “a rischio” che si sommano ai circa 4000 su tutto il territorio nazionale. “ La scelta che abbiamo davanti – prosegue Nigelli – è quella o di attuare una mobilità esterna verso  un altro ente o di accettare un contratto privatistico con la nuova Associazione, contratto che a tutt’oggi nessuno conosce, che non garantirà pregressi di carriera che, anzi verranno azzerati”.

“Con questo riordino – aggiunge – si buttano a mare 140 anni di storia della Croce Rossa con un danno notevole per la cittadinanza, con tanti servizi che rischiano di venire azzerati; parlo ad esempio dell’ambulatorio infermieristico o il trasporto delle persone non in urgenza, come in caso di dimissioni dai presidi ospedalieri o per le visite, che non potranno più essere garantiti se non con personale volontario che già oggi scarseggia”.

Il comunicato stampa di Usb Piacenza
Decreto Legislativo 178/12 – Riordino della Croce Rossa Italiana – il decreto più scellerato che la nostra classe politica abbia mai prodotto; un decreto che con un colpo di spugna tra l’altro dato male, cancella 140 di storia intimamente legata alla vita del nostro paese e delle nostre genti. Cancella componenti storiche come quella del Corpo Militare, trasforma l’Ente da Pubblico ad Associazione Privata con slogan trionfalistici del “Ci allineiamo alle altre Società di Croce Rossa, avremo un salto di qualità (in peggio aggiungo)”

Ma ai circa 4.000 dipendenti (civili e militari, a tempo indeterminato e precari) cosa capiterà?. Nonostante le rassicurazioni, del tutto false e fantasiose rilasciate in primis dal presidente nazionale Rocca, il loro destino sarà più che mai tragico e ventilare un loro licenziamento o, indoriamo la pillola, messa in mobilità (grazie Monti e Fornero!) non è certo un parlare per parlare.

Ai miei concittadini, al popolo di Piacenza e provincia  lasciati pressoché all’oscuro di tutto -parlando con la gente nessuno conosce la realtà dei fatti o la conosce con gravissime lacune – illustro sinteticamente l’aspetto futuro. Dal 01.01.2014 tutte le sedi presenti sul territorio piacentino saranno privatizzate e lasciando da parte l’aspetto puramente sociale dovranno organizzarsi come vere e proprie aziende dove, appare chiaro, alla chiusura dei bilanci dovranno sottostare alle semplici logiche di mercato – dunque un altro pezzo dello stato sociale che si perde.

Attualmente sul nostro territorio sono presenti dipendenti a tempo indeterminato civili – 9 unità – a tempo determinato (precari) civili  10 unità – e militari – 5 unità – per un totale di 24 persone; le loro attività riguardano sia gli aspetti amministrativi – 4 unità – che tecnici – 20.

La loro presenza garantisce servizi in convenzione e servizi volti alla cittadinanza; nei primi sono collocati il Servizio d’Emergenza/Urgenza in convenzione con il 118 ed il Servizio Trasporto Alunni Diversamente Abili in convenzione con AUSL e Comune di Piacenza; nei secondi la gestione dell’Ambulatorio Infermieristico ed il Servizio Trasporto Infermi coordinato dalla Centrale Unica Trasporti (in comunione con la Pubblica Assistenza Croce Bianca).

Già oggi la cronica mancanza di dipendenti richiede una assidua e massiccia presenza di Volontari che vanno ad integrare e coprire le mancanze di personale, le ferie, la malattia e gli infortuni. Da una recente riunione tenutasi presso il Comitato Provinciale C.R.I. di Piacenza presenti i Presidenti Regionale e quello Provinciale è emersa tutta la gravità che possiamo riassumere nella frase pronunciata dai due Presidenti “Chiunque di voi, dipendenti in ruolo, possa attuare una mobilità esterna verso altro Ente la persegua in quanto alla luce dei fatti sarebbe criminale consigliarvi ogni altra scelta”!.

O meglio l’altra scelta sarebbe quella di accettare un contratto privatistico con la nuova Associazione, contratto che a tutt’oggi nessuno conosce, che non garantirà pregressi di carriera che, anzi verranno azzerati!.

Altra possibile opzione valida per tutto il 2014 sempre e solo per il personale in ruolo è la scelta di restare dipendenti pubblici presso il Comitato Regionale dove non si conosce bene cosa si farebbe in quanto il Comitato Regionale non può erogare servizi; ma anche qui scatta un percorso peggiorativo in stipendio, orario lavorativo e spese aggiunte per gli spostamenti dal luogo di residenza al luogo di lavoro e poi non è detto che ci sia posto per tutti ed allora… esubero = mobilità (sempre riconfermo grazie Monti e Fornero).

Circa i dipendenti a tempo determinato il loro posto lavorativo è garantito solo e sempreché restino in atto le convenzioni per le quali sono stati assunti – dovranno, comunque optare per il contratto privatistico – e, guarda che trovata, sempreché nessun dipendente in ruolo si proponga al contratto privatistico perché in tal caso uno o più di loro a casa per lasciar posto al/ai colleghi (antropofagia sul posto di lavoro non l’avevo ancora vista ma … divide et impera!).

Tutto questo sta creando tensioni notevoli nel tessuto sociale dell’Ente che, giocoforza, si esterna nel tessuto sociale della città che vedrà lo scomparire od il ridursi di servizi sociali primari. E cosa faranno le sedi periferiche che già oggi annaspano per garantire la vitale presenza sul territorio; resisteranno, crederanno in questa nuova C.R.I. che stravolge le proprie origini (la storia insegna che ogni popolo che abbia perso le radici è un popolo morto, destinato a soccombere, altro che rinascita e nuovi virgulti).
Personalmente una sola certezza, nel periodo più bello dell’anno, quello delle festività natalizie, i signori della politica ed i loro affiliati (Rocca & Co.) hanno deposto sotto l’albero od vicino alla Natività un regalo di Natale veramente unico: priveranno 4000 dipendenti della loro dignità di lavoratori, coinvolgeranno in una scellerata decisione epocale 4000 famiglie incrementando ceto dei nuovi poveri di almeno 12.000 cittadini italiani.
Se qualcuno non ci crede, cerchi di convincermi… se ci riesce!

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