Giornata della Memoria, domenica in scena “Mio angelo di cenere”

Domenica, ore 21,30, presso il Salone Nelson Mandela di via XXIV maggio n.18, andrà in scena lo spettacolo “Mio angelo di cenere” – poesie di Mariella Mehr. La serata, organizzata dalla Camera del Lavoro di Piacenza in collaborazione con Arci Provinciale di Piacenza all'interno della rassegna “Musica al Lavoro”, vuole celebrare la Giornata della Memoria

Domenica, ore 21,30, presso il Salone Nelson Mandela di via XXIV maggio n.18, andrà in scena lo spettacolo “Mio angelo di cenere” – poesie di Mariella Mehr. La serata, organizzata dalla Camera del Lavoro di Piacenza in collaborazione con Arci Provinciale di Piacenza all’interno della rassegna “Musica al Lavoro”, vuole celebrare la Giornata della Memoria.

“Mio angelo di cenere” – poesie di Mariella Mehr
Daniela Coelli voce recitante26
Fabio Turchetti  voce, chitarra  e fisarmonica
Luca Garlaschelli contrabbasso e tromba

Introduce Anna Ruchat traduttrice per le edizioni “Effigie” della poesie
di Mariella Mehr

Il progetto nasce dalle poesie di Mariella Mehr (nata a Zurigo nel 1947 in una famiglia appartenente al gruppo rom jenische, autrice di romanzi, poesie e opere teatrali), raccolte in parte nel volume Notizie dall’esilio (Effigie, 2006).

I testi scelti per le canzoni costituiscono la narrazione poetica in immagini di destini segnati dalla persecuzione del “popolo errante” (perpetrata anche nella civilissima Svizzera in tempi non lontani e della quale la Mehr come molti è stata vittima), che qui viene evocata non tanto nella concretezza dei fatti ma nelle cicatrici emotive e in un “visionario” esilio in cui ricomporre ataviche memorie di un popolo e una intima estraneità a luoghi reali inospitali.

Nata a Zurigo nel 1947, come tanti altri figli del “popolo errante” Jenisch, popolo vittima della persecuzione nazista che si è poi prolungata attraverso la persecuzione del suo popolo in Svizzera (il famigerato programma “Kinder der Landstrasse”, del quale poco o niente si sapeva fino a una ventina di anni fa): tolta alla madre nella primissima infanzia, passata per famiglie affidatarie, orfanotrofi e istituti psichiatrici, è stata soggetta a violenze di ogni genere, compreso l’elettroshock, e, come già successo a sua madre, a diciotto anni l’hanno sterilizzata e le hanno tolto il figlio. 

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