I profughi desistono dalla protesta. Il Comune: “No a favoritismi” foto

Hanno trovato alloggio presso conoscenti o familiari i nove profughi che in questi giorni, dopo lo sgombero dall'ex circoscrizione 2, hanno dato vita alla protesta sotto ai portici di Palazzo Mercanti a Piacenza

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AGGIORNAMENTO 21 febbraio – Hanno trovato alloggio presso conoscenti o familiari i nove profughi che in questi giorni, dopo lo sgombero dall’ex circoscrizione 2, hanno dato vita alla protesta sotto ai portici di Palazzo Mercanti a Piacenza. Dopo l’ultimo incontro con l’assessore comunale Stefano Cugini di ieri sera, i profughi hanno trascorso la notte senza riproporre manifestazioni eclatanti. Sabato mattina è in programma un nuovo incontro in municipio, anche se il Comune ribadisce la linea della fermezza, enunciata dal sindaco Paolo Dosi.  

“Possono rivolgersi ai nostri servizi, al pari di altre persone che si trovano in difficoltà, e per l’alloggio possono far affidamento su reti di conoscenze personali che, nel frattempo, sono state instaurate”. Così il sindaco Dosi interviene sulla vicenda dei profughi in protesta da martedì sotto la sede del Comune. “Capiamo il loro disagio, conosciamo le storie individuali, provengono da Paesi segnati da guerre e carestie, ma dobbiamo far fede a un principio di equità: vi sono anche altre persone che meritano ugualmente attenzione”. Nessun cedimento dunque da parte di Palazzo Mercanti, con il sindaco che ha sostanzialmente ribadito quanto detto nelle scorse ore.

Il primo cittadino ha ricostruito la vicenda dei profughi: “Dopo la fine dell’emergenza, è stata concessa una proroga di 6 mesi al Ferrhotel. A seguito dello sgombero di questa estate, ci fu la prima occupazione dei portici di palazzo Mercanti; fu quindi predisposto un percorso unico e non replicabile, con l’attivazione di percorsi individualizzati e il reperimento di alloggi messi a disposizione con la mediazione dell’Agenzia per l’Affitto”.

“Alcuni di loro hanno deciso di ritornare in via XXIV maggio, struttura che abbiamo intenzione di utilizzare per politiche giovanili. Inoltre c’era il timore che questa struttura potesse finire per accogliere altre persone, dando l’impressione che fosse a disposizione. Da qui lo sgombero di due giorni fa. Non vogliamo dare l’impressione che ci siano percorsi paralleli per rivolgersi ai nostri servizi”.

Dosi ha quindi chiesto un aiuto alle associazioni private, “perché venga dato un aiuto a queste e altre persone in difficoltà”. “Devo comunque denunciare che le amministrazioni locali devono da sole fronteggiare una situazione che è di competenza nazionale. Invece di costruire polemiche, occorre lavorare per dare risposte concrete a quanto sta accadendo, che non riguarda solo il Comune di Piacenza ma la società tutta”. “L’unico potere che potevamo avere, in questa vicenda, e che abbiamo deciso di non utilizzare, è stato quello di lavarcene le mani” dice il primo cittadino. 

L’assessore Stefano Cugini, insieme al dirigente Giuseppe Magistrali, ha fornito i dati del servizio di Coesione Sociale del Comune di Piacenza per l’anno 2013 (i numeri in allegato a fondo pagina): in tutto sono state coinvolte 1921 persone. “Piacenza è una città solidale e accogliente – ha detto Cugini, puntualizzando che gli alloggi messi a disposizione per i profughi non fanno parte del patrimonio immobiliare Erp, ma sono stati reperiti sul mercato privato, la cui disponibilità è limitata a 12 mesi -. Le persone portate in Questura hanno tutte il permesso di soggiorno, una sola persona ha lo status di rifugiato, gli altri hanno permessi di protezione sussidiaria e di motivo umanitario”.

L’assessore Cugini fa inoltre chiarezza rispetto alla provenienza delle persone attualmente protagoniste della protesta. In attesa che gli ultimi profughi venissero collocati nell’ultimo dei 4 appartamenti a disposizione, in via XXIV Maggio hanno fatto ritorno alcune persone che, nella fase iniziale dell’emergenza, avevano deciso autonomamente di lasciare la città, forse sperando che anche per loro venissero attivati percorsi di assistenza simili ai loro compagni. 

“Ma questa è un’esperienza – ha ribadito Cugini – non replicabile e a termine. Inoltre vorrei che fosse chiaro che l’attività di volontariato che alcuni si sono impegnati a svolgere per ripagare la quota dell’affitto non sostituisce un’attività lavorativa vera e propria”.  Magistrali inoltra puntualizza che i ritardi nell’accettazione della proposta (alloggio nei 4 appartamenti) avanzata dal Comune ha fatto slittare anche quella relativa ai corsi di formazione, che dovrebbero essere propedeutici a un ingresso nel mondo del lavoro, fermo restando il difficile momento di crisi economica. “E l’adesione alle proposte da noi attivate – aggiunge Cugini – è stata inferiore all’offerta”. 


I profughi, dopo una trattativa con le forze di polizia, sono stati convinti ad abbandonare il presidio sotto i portici di palazzo Mercanti e si sono diretti in via Taverna. Nella sede dei servizi sociali incontreranno l’assessore Cugini. 

LA NUOVA PROTESTA – Sono tornati davanti al Comune di Piacenza i profughi sgomberati solamente poche ore prima da Palazzo Mercanti. Lasciata la questura dove era stato condotto per accertamenti, il gruppo si è nuovamente diretto in piazza Cavalli con i loro bagagli. “Continuamo la nostra protesta, non sappiamo dove andare – affermano – chiediamo un appartamento che possa ospitare le sette persone rimaste senza casa”. I profughi hanno riferito di non aver intenzione di pagare la multa di 50 euro a testa comminata loro dalla polizia per occupazione abusiva di suolo pubblico: “Lo Stato è in debito con noi”. 

’Ci spostano dall’ex circoscrizione 2 per lasciare spazio ai giovani di Piacenza. Le loro esigenze sono più importanti delle nostre, che non sappiamo dove andare’ dicono i profughi che stanno per essere spostati dai portici sotto il Comune di Piacenza. ’In questi anni per noi non e’ stato fatto niente, abbiamo chiesto di organizzare corsi di formazione, ma non e’ stato fatto niente. Non abbiamo trovato lavoro e non sappiamo come mantenerci’.

IN QUESTURA – E’ stato sgomberato il gruppo di profughi accampati da martedì sotto ai portici del Comune di Piacenza. Nella prima mattinata le forze dell’ordine hanno allontanato gli stranieri presenti: tutto si è svolto senza particolari tensioni. Undici le persone identificate e condotte in questura per accertamenti; da quanto è stato riferito tutti sono in possesso di regolare permesso rilasciato per motivi umanitari. Per loro si profila una sanzione per violazione del regolamento di polizia urbana, nello specifico per occupazione abusiva di suolo pubblico. Al termine delle pratiche potranno lasciare liberamente la Questura. LEGGI LA CRONACA DELLA GIORNATA DI IERI


Per tutta la giornata di mercoledì il Comune aveva provato ad intavolare una trattativa con i componenti del gruppo, che chiedono un alloggio, spiegando di non poter fornire nessun tipo di ulteriore assistenza oltre a quella garantita dai servizi sociali. La situazione era rimasta in stallo, con i profughi che avevano annunciato la volontà di proseguire la protesta, che aveva provocato le rimostranze di molti cittadini a causa del frastuono. Questa mattina si è quindi deciso per l’intervento delle forze dell’ordine: resta ora da capire come si organizzeranno i profughi una volta terminati gli accertamenti.

LE REAZIONI POLITICHE – “E’ inammissibile – aveva detto Paolo Garetti, Consigliere Comunale “Sveglia” Movimento Civico, sul bivacco dei profughi – che l’amministrazione e la città tollerino tale situazione, che può diventare anche precedente pericoloso. Sarebbe inoltre interessante sapere chi gli ha promesso la “formazione e una casa”, come loro affermano”. “Quanti Piacentini sono senza lavoro, e quanti senza casa? A furia di parlare e a volte sparlare di diritti (al punto che si spendono soldi pubblici per farne un Festival) e mai di doveri, possiamo aspettarci iniziative analoghe, e forse più motivate, di nostri concittadini in sit-in sotto il palazzo del Comune?


“È stato fatto il massimo se non di più per tutti questi profughi – aggiunge Marco Colosimo (Piacenza Viva) –  addirittura in gran parte di loro sono stati concessi alloggi popolari ma qualcuno di loro nonostante la generosa offerta del Comune ha pensato bene si declinarla decidendo di rimanere ad occupare i locali di uno spazio dove tra l altro sarebbe dovuta sorgere la cittadella del lavoro e della creatività, fermando quindi l’iter in corso allungando i tempi di realizzazione”.

“Chiedo al Sindaco di porre la parola fine a tutta questa vicenda. No a corsie preferenziali, sì al rispetto dei diritti di tutti i cittadini, ricordando a coloro che manifestano, e anche coloro che li fanno manifestare, che Piacenza e i piacentini per loro hanno già fatto tanto e che se questa è la loro gratitudine possono benissimo lasciare la nostra città. Magari così penseremo di più ai piacentini in difficoltà”.

E’ intervenuto anche Filiberto Putzu (gruppo misto) con un’interrogazione urgente 

Al Sindaco del Comune di Piacenza
INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE URGENTE
Ricordato che  già a luglio 2013 cittadini extracomunitari ,alcuni dei quali autodefinitisi “profughi e/o rifugiati” 
hanno protestato davanti alla sede del Comune di Piacenza con istanze piu’ o meno legittime;
Considerato che    anche oggi la situazione si ripete con stazionamento, disturbo della quiete pubblica
e volontà di bivaccare davanti alla sede municipale;
chiede di conoscere
se tali persone siano in regola con il permesso di soggiorno;
se tali persone posseggano i requisiti per la qualifica di “profugo e/o rifugiato”
se l’Amministrazione non ritenga di assumere un atteggiamento di fermezza
contro tali persone che infrangono le regole del comune vivere e fraintendono
l’interpretazione di diritti e doveri, contestando e sanzionando eventuali violazioni di legge.

SERVIZI COESIONE SOCIALE

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