Processo poliziotti, sentiti i dirigenti della Questura

E’ stato il giorno dei dirigenti della questura di Piacenza nell’udienza in tribunale per il processo (in corso con rito ordinario) che vede fra gli imputati l’ispettore capo Claudio Anastasio

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E’ stato il giorno dei dirigenti della questura di Piacenza nell’udienza in tribunale per il processo (in corso con rito ordinario) che vede fra gli imputati l’ispettore capo Claudio Anastasio, arrestato nell’aprile scorso insieme ad altri cinque colleghi della squadra mobile della questura nell’ambito della maxi indagine condotta dai carabinieri del nucleo investigativo, sotto il coordinamento della Procura, su spaccio di droga e prostituzione.

Davanti al collegio presieduto da Italo Ghitti (Elena Stoppini e Maurizio Boselli a latere) ha parlato fra gli altri Stefano Vernelli, attuale capo di gabinetto e dirigente della squadra mobile all’epoca dei fatti contestati agli agenti. “Non ho mai conosciuto Giorgio Cavaciuti e Mercedes Kelly – ha detto riferendosi a due delle persone finite nell’inchiesta, il primo in particolare ritenuto uno dei perni dello spaccio piacentino con cui i poliziotti avrebbero avuto rapporti – i rapporti con gli informatori venivano gestiti direttamente dagli agenti”. “In realtà – ha affermato – non vi sono mai stati informatori che abbiano consentito grosse operazioni: gli agenti redigevano relazioni scritte quando vi erano incontri personali con questi informatori o attività particolari”. “Anche le auto di servizio venivano prese liberamente dal personale, che doveva compilare un modulo con il percorso effettuato”.

A Vernelli è stato poi chiesto di illustrare “l’iter” a seguito dei sequestri di sostanze stupefacenti: “La droga – ha spiegato il dirigente – solitamente veniva custodita all’interno di una cassaforte, di cui avevo la chiave e veniva prelevata su disposizione dell’autorità giudiziaria o per essere distrutta”. In questa seconda ipotesi, il dirigente ha detto che lo stupefacente veniva affidato in genere a personale della sezione narcotici.

Domande alle quali ha risposto anche Girolamo Lacquaniti, già dirigente della squadra mobile dalla fine del 2000 al 2006 e poi capo di gabinetto fino al 2010: “I rapporti con gli informatori erano gestiti in modo che il personale che avesse ricevuto informazioni doveva riferirle a me in qualità di dirigente”. “Per la distruzione dello stupefacente – ha ricordato Lacquaniti – di norma venivano inviate due persone, di cui una appartenente alla squadra mobile”.

Di persona sempre corretta e senza mai problemi a livello disciplinare hanno parlato, riferendosi ad Anastasio, altri due dirigenti della questura, Michele Rana e Aida Galluccio: “Anastasio – ha detto in particolare quest’ultima – è sempre stato un ottimo collaboratore, competente e di cui avevo la massima stima”.

Fra le persone chiamate a deporre anche Paolo Cattivelli, un altro degli agenti coinvolti per cui è in corso il processo con rito abbreviato; si è però avvalso della facoltà di non rispondere.

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