Scuole di montagna. Pollastri: “Pressing sul Governo per salvaguardarle”

“Conservare le scuole è offrire un servizio alle famiglie giovani che abitano in montagna, un incentivo a rimanervi e un attrattore per altre famiglie che potrebbero andarci ad abitare”, così Andrea Pollastri (FI-PdL) ha motivato, durante il dibattito in assemblea legislativa regionale, il suo voto favorevole ad una risoluzione per tutelare le pluriclassi a rischio chiusura per lo scarso numero di studenti

“Conservare le scuole è offrire un servizio alle famiglie giovani che abitano in montagna, un incentivo a rimanervi e un attrattore per altre famiglie che potrebbero andarci ad abitare”, così Andrea Pollastri (FI-PdL) ha motivato, durante il dibattito in assemblea legislativa regionale, il suo voto favorevole ad una risoluzione per tutelare le pluriclassi a rischio chiusura per lo scarso numero di studenti.

Nei 102 comuni montani dell’Emilia-Romagna si trovano 156 scuole primarie, 86 secondarie e 35 secondarie di secondo grado, frequentate da circa 27mila studenti. Specie nelle scuole dell’obbligo vi sono spesso pluriclassi che mettono insieme studenti di età e di livello di apprendimento diversi.

“Differentemente da quanto si potrebbe pensare – spiega l’azzurro – gli allievi di queste scuole non sono affatto penalizzati rispetto a quelli delle scuole di pianura o di città, anzi spesso vi è un clima più famigliare che consente un approccio più stimolante e cordiale che consente di dar vita anche a progetti d’eccellenza”.
A tal proposito il Consigliere ha citato Scuola@Appennino, che, con il coinvolgimento di Regione, Ufficio Scolastico e di altri soggetti, ha favorito la formazione metodologica e tecnologica degli insegnanti, nonché la fornitura di mezzi informatici di avanguardia come lavagne multimediali o tablet.

Ma ha parlato ha citato come esempio virtuoso la scuola elementare di Pecorara (PC) che ha partecipato e vinto il “Giffoni film festival” con un proprio cortometraggio.

“Grande merito – ha affermato – spetta agli insegnanti che colgono come una sfida e una missione lavorare in montagna, e lo fanno con passione e professionalità.”

La risoluzione chiede alla giunta di agire in tutte le sedi affinché venga adottata una normativa nazionale per abbassare il numero di studenti necessari a dar vita ad una classe: prima, infatti, per le Elementari, bastavano 6 studenti oggi ce ne vogliono 10, con il rischio che, se non viene raggiunto il numero, venga chiusa la scuola o trasferiti gli scolari in un altro istituto.

Inoltre si invita la giunta a promuovere progetti volti a superare le “sofferenze” di organico nelle piccole scuole, così da sostenere, potenziare e valorizzare questi presidi educativi, e i rispettivi territori.

“Le presenza delle scuole in montagna, così come nei piccoli centri di pianura, – commenta Pollastri – non è solo un dovere, quello di fornire l’istruzione a tutti, ma è un’importante occasione di socializzazione per bambini che, viste le distanze non hanno spesso occasione di trovarsi e stare insieme. È inoltre un modo per evitare che, fin da piccolissimi, si sobbarchino ore di viaggio in pullmino, arrivando stanchi a scuola, con problemi di attenzione e apprendimento.”

“È quindi opportuno – chiosa – salvaguardare queste scuole, abbassando il numero di studenti per poter creare una classe perché è proprio nei posti più lontani e disagevoli che c’è minor popolazione e in cui bisogna intervenire per trattenere quella che è rimasta.”

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