Terapie più mirate contro i tumori, grazie al nuovo sequenziatore foto
L’attività del laboratorio di Biologia molecolare della Anatomia patologica dell’ospedale di Piacenza si è ulteriormente affinata grazie all’arrivo di un secondo e più avanzato sequenziatore
Piacenza è sempre di più un centro d’eccellenza nello studio biomolecolare dei tumori solidi ed ematologici. L’attività del laboratorio di Biologia molecolare della Anatomia patologica dell’ospedale si è ulteriormente affinata grazie all’arrivo di un secondo e più avanzato sequenziatore, denominato “pirosequenziatore”.
Lo strumento, messo in funzione anche grazie al prezioso contributo della Lilt (Lega Italiana Lotta ai Tumori) di Piacenza, permette di perfezionare lo studio dei geni che compongono il DNA umano. Esso è determinante per indirizzare gli oncologi nell’utilizzo delle cosiddette targeted therapies, le terapie mirate a bersaglio molecolare, molto efficaci ma solo su particolari sottogruppi di pazienti, identificati grazie all’analisi genetica e in grado di indurre la distruzione delle sole cellule tumorali.
Se infatti negli ultimi anni l’oncologia clinica ha potuto affiancare alla chemioterapia tradizionale una nuova categoria di farmaci biologici, il loro utilizzo è strettamente correlato allo svolgimento di test genetici in grado di stabilire, mediante la lettura del Dna che produce le proteine bersaglio dei farmaci, i pazienti che potranno beneficiare delle cure.
“Il nostro laboratorio di biologia molecolare – ha sottolineato il direttore generale Ausl Andrea Bianchi ringraziando la Lilt per la donazione – è uno dei 60 laboratori accreditati in tutta Italia proprio per l’esecuzione dei test mutazionali per la predizione di risposta alla terapia mirata nei tumori del colon, del polmone e della cute: a Piacenza riusciamo a mantenere livelli di eccellenza grazie anche a queste donazioni”.
“È bene che in questo momento di riorganizzazione i servizi stiano vicini a chi servono – ha aggiunto Carlo Paties, primario di anatomia patologica. Un concetto evidenziato anche da Luigi Cavanna, direttore di oncoematologia: “Con l’utilizzo di tecnologie come quella che presentiamo è possibile trovare la medicina sempre più specifica per il determinato paziente con maggior risultato per la persona e risparmio per il sistema”. “Piacenza – spiega Cavanna – alla fine dello scorso anno rischiava di uscire dai centri accreditati visto l’impiego di nuove tecnologie: con donazioni come questa siamo riusciti a rimanere su un treno molto importante”.
Ad entrare nel merito sul funzionamento e utilizzo del nuovo strumento sono stati Alessandro Ubiali, responsabile del laboratorio, e la biotecnologa Serena Trubini: “Con questa tecnologia siamo in grado di fornire in breve tempo ed alta affidabilità all’oncologo il dato genetico sulla possibilità di applicare o meno al paziente una determinata terapia; si tratta di terapie mirate che uccidono selettivamente le cellule tumorali”. Fra i punti di forza la velocità: È possibile ottenere il risultato in quattro giorni, contro i 15 della media nazionale”.
“Come Lilt cerchiamo di essere attivi per il territorio – ha concluso il vicepresidente Franco Pugliese – Piacenza è una realtà in grado di cogliere al volo certi spunti come in questo caso: sulle neoplasie è stato fatto un passo in avanti con il miglioramento delle cure in grado di rivolgersi su misura per ogni paziente”.
La Lilt ha sostenuto le spese per l’investimento iniziale e per l’acquisto di una parte della strumentazione; l’azienda Usl sosterrà i rimanenti costi, in un quadro di service quinquennale previsto per circa 200 pazienti l’anno.
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