Ue, stalle da rivoluzionare. Cavalli: “Stangata per gli allevatori piacentini”

Nel mirino di Bruxelles sono finite le stalle con più di 30 animali, che - in base ai nuovi obblighi - devono provvedere a rivoluzionare le proprie strutture, per aumentare gli spazi a disposizione degli animali

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Stangata in vista per molti allevatori, costretti – con un provvedimento dell’UE repentinamente assunto dalla Regione – a modificare i sistemi di ricovero degli animali, mettendo mano al portafoglio. Nel mirino di Bruxelles sono finite le stalle con più di 30 animali, che – in base ai nuovi obblighi – devono provvedere a rivoluzionare le proprie strutture, per aumentare gli spazi a disposizione degli animali (tecnicamente si parla di passaggio dalla ‘stabulazione fissa’ a quella ‘mobile’).

La pena per chi non si adegua – già notificata a molti operatori piacentini – è il mancato rinnovo della certificazione di prodotti biologici. Il tema è stato al centro di un incontro ‘a porte chiuse’ in Regione, il 6 dicembre scorso. Nel giro di pochi mesi molti imprenditori hanno lamentato l’arrivo delle sanzioni. Il consigliere leghista Stefano Cavalli parla di “politiche vessatorie”, che “rischiano di causare un preoccupante abbandono del territorio di montagna”, e in un’interrogazione presentata in Regione chiede all’assessore Rabboni “quali indicazioni abbia fornito agli allevatori” e “quanti siano i provvedimenti di revoca delle licenze del biologico fino ad oggi notificati”. Cavalli sollecita inoltre la Regione a “provvedere allo stanziamento di fondi specifici” per “preservare le produzioni e gli allevamenti con certificazione di qualità”.

A Errani la richiesta è quella di “attivarsi in sede nazionale e comunitaria” per “segnalare le difficoltà del settore” e “cooperare al superamento dei problemi”. “L’ennesima batosta sul lavoro in un settore che non è esente dai morsi della crisi – dice Cavalli -. Simili provvedimenti sono un danno per l’economia e per la montagna che – senza più presidi – è condannata allo spopolamento e al dissesto”. “L’Europa ancora una volta si mostra come un ostacolo al lavoro e un’infernale macchina da burocrazia. È assurdo che, anche sulle nostre produzioni di eccellenza, dobbiamo prendere ordini da Bruxelles. Questa UE è da rivoluzionare”. 

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