Milani “Scaravaggi si è sacrificato per il bene della Fondazione”

Se nelle ultime settimane si è assistito, all’interno della Fondazione di Piacenza e Vigevano, a una modifica degli equilibri politici, per quanto questa sia non riuscita compiutamente, c’è chi, come Giorgio Milani, non ha cambiato idea. 

Se nelle ultime settimane si è assistito, all’interno della Fondazione di Piacenza e Vigevano, a una modifica degli equilibri politici, per quanto questa sia non riuscita compiutamente, c’è chi, come Giorgio Milani, non ha cambiato idea. 

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A fianco di Francesco Scaravaggi nella sfida con Sergio Giglio per la presidenza dell’ente di via Sant’Eufemia, a fianco di Scaravaggi anche nel momento delle dimissioni. 

“Vorrei ringraziare il presidente per questa scelta, poteva decidere diversamente – dice – si è sacrificato. Francesco Scaravaggi non è mai stato un uomo di potere, ha sempre agito per il bene della Fondazione e della collettività di Piacenza e Vigevano”. Per Giorgio Milani la fiducia del presidente è stata “mal riposta. Pur avendo ottenuto, durante la votazione (per la revoca del cda, ndr), la maggioranza, non ha invece avuto i numeri necessari per far passare la sua mozione. Credo sia rimasto molto amareggiato per il comportamento di persone che riteneva a lui vicine, e che lo hanno sostenuto lo scorso anno, in occasione della sua votazione”. 

“Devo dire però che l’ho visto anche sollevato, e questa non è una frase di circostanza, ho avuto l’impressione che si sia liberato da un peso”. 

E’ evidente come, durante la seduta del consiglio di ieri, siano pesate più le assenze, che le presenze. Si spiega il perché di questob forfait? “A questa domanda preferisco non rispondere”. 

Lei è sempre stato al fianco di Scaravaggi, ma questo, più di un anno fa, significava anche essere in sintonia con lo schieramento che lo sosteneva, in occasione della sua elezione. In questo ha cambiato idea? “Io sono sempre stato dalla parte di Francesco Scaravaggi, in questi mesi ho visto la sua sofferenza, e visto il galantuomo che è, l’ho sempre sostenuto. E’ una di quelle poche persone per le quali, se si decide di mettere la mano sul fuoco, di certo non si corre il rischio di bruciarla”. 

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