Raggi (Idv): “Quando chiuderà l’inceneritore di Borgoforte?” foto

"Che senso ha - chiede il consigliere comunale - continuare a far parte della società se non si è in grado di orientarne le scelte? Val forse la pena interrogarsi se, uscendo dalla compagine, il nostro potere contrattuale non possa magari aumentare"

Intervento del consigliere comunale Samuele Raggi (Idv) sull’inceneritore di Borgoforte


Rispondendo a un’interrogazione di un consigliere regionale, la vicepresidente della Regione Simonetta Saliera ha affermato che il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti prevede per l’inceneritore di Borgoforte una capacità di trattamento pari a 120.000 tonnellate all’anno fino al 2020, data in cui è prevista la cessazione del conferimento di rifiuti urbani. Sembrerebbe quindi già scontato anche l’esito dell’autorizzazione che la Provincia dovrebbe rilasciare su richiesta di Tecnoborgo.

Nella risposta non si accenna però minimamente a un aspetto fondamentale: quando chiuderà l’inceneritore di Piacenza? Affermare che non verranno più conferiti i rifiuti urbani a Borgoforte non significa affatto che contestualmente si chiuderà l’impianto. Emerge anzi uno scenario inquietante, a conferma della possibilità che a Piacenza verranno importati rifiuti speciali da altre zone d’Italia.

D’altronte, e purtroppo, è lo stesso piano rifiuti a prevederlo, «è consentito trattare anche quote di rifiuti speciali nei limiti della capacità autorizzata disponibile». Il direttore di Iren Emilia Eugenio Bertolini, nel corso del Consiglio comunale di Piacenza ha affermato che l’inceneritore continuerà la sua attività bruciando i rifiuti speciali provenienti da ogni parte d’Italia per i prossimi trent’anni anni, mentre i rifiuti urbani piacentini andranno nell’inceneritore di Parma.

Ecco la verità, che non è stata ancora smentita: l’inceneritore chiuderà quando lo deciderà Iren, e comunque non prima di trent’anni. A Parma poi già non vogliono i rifiuti di Reggio Emilia: siamo sicuri che vorranno quelli di Piacenza? I piacentini sembra comunque che dovranno rassegnarsi ad avere un’aria “pesante” ancora a lungo. 

Posto dunque che le decisioni che ci riguardano le assume direttamente Iren, che senso ha continuare a far parte della società se non si è in grado di orientarne le scelte? Val forse la pena interrogarsi se, uscendo dalla compagine,  il nostro potere contrattuale non possa magari aumentare.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di PiacenzaSera, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.