Kamlalaf sbarca in Senegal: “Colpiti dallo spirito di fraternità”

Dal Senegal, dove sono atterrati pochi giorni fa, arriva il primo racconto di viaggio dei cinque piacentini partiti, nell’ambito del progetto Kamlalaf, con l’associazione Diaspora Yoff

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Dal Senegal, dove sono atterrati pochi giorni fa, arriva il primo racconto di viaggio dei cinque piacentini partiti, nell’ambito del progetto Kamlalaf, con l’associazione Diaspora Yoff. Accompagnati da Diagne Tagoulé e Logane Samba, stanno vivendo questa esperienza Noemi D’Agostino, Lorenzo Magnani, Daniela Patelli, Margherita Rettagliata e Letizia Bonvini.

Alle 5 del mattino arriviamo a casa di Logane e Diagne. L’aria è fresca e veniamo accolti da parenti assonnati che, nonostante le difficoltà linguistiche, si dimostrano cordiali e ospitali, con semplicità.

Al risveglio del primo giorno ci avventuriamo timidamente nel bel cortile dal pavimento blu e poi in casa, dove tanti parenti e amici sono in fermento da un po’. E’ domenica e c’e un gran via vai di donne, bambini e ragazzi che guardano la partita.

Dopo un lauto pasto a base di ceboudjen (riso e pesce), è giunto il momento di andare in spiaggia. La strada è però irta di ostacoli: è impossibile non fermarsi ad ogni porta a salutare la moltitudine di persone nelle case e per strada. Tutti si conoscono e anche noi stringiamo mani, sorridiamo e biascichiamo saluti in francese e wolof.

Finalmente arrivati, troviamo la spiaggia affollatissima: bambini fanno il bagno e gruppi di ragazzi e famiglie preparano l’ataya, un the particolare dal sapore dolce-amaro. Già dal primo giorno ci rendiamo conto di come la vita sociale sia importante: la gente passa molto tempo fuori casa e la strada diventa così un luogo d’incontro. Chi non gironzola al mercato o fa visita, sta seduto sulla soglia di casa, ed è raro non fermarsi a chiacchierare o a bere un bicchiere di ataya. Questa socialità vitale si ritrova nei momenti del pasto: a chiunque arrivi a casa e a qualsiasi ora viene offerto ceboudjen o fataya o qualche altra prelibatezza.

La prima cosa che ci ha colpito è dunque sicuramente la “teranga”: questo spirito di convivialita e fratellanza che anima la quotidianità dei rapporti del villaggio.

Daniela, Letizia, Lorenzo, Margherita, Noemi.

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