Vallisa, rapito da 60 giorni. Allerta per gli italiani nelle mani degli estremisti

E’ facile immaginare come, dopo la decapitazione del giornalista statunitense Steven Joel Sotloff e la minaccia di riservare lo stesso destino all’ostaggio britannico David Cawthorne Haines, la situazione già delicata, per gli ostaggi italiani, si sia aggravata

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Sono passati 60 giorni dal rapimento di Marco Vallisa. L’ingegnere 53enne di Cadeo (Piacenza), tecnico dell’azienda Piacentini Costruzioni, rapito, lo scorso 5 luglio, in Libia (leggi l’articolo relativo) è uno dei sei sequestrati italiani nelle mani degli estremisti islamici.

E’ facile immaginare come, dopo la decapitazione del giornalista statunitense Steven Joel Sotloff (e la volontà di riservare lo stesso destino all’ostaggio britannico David Cawthorne Haines) la situazione già delicata, per gli ostaggi italiani, si sia aggravata. Soprattutto per la minaccia, esplicitata nel video dell’uccisione dello statunitense, “ai governi che entrano nella malvagia alleanza con l’America contro lo Stato islamico”. Il nostro Paese, lo ricordiamo, è ufficialmente schierato con gli Usa contro l’avanzata del califfato islamico e armi sono state inviate ai Pashmerga. Difficile, quindi, per la diplomazia mantenere aperti i negoziati.

Nei prossimi giorni il ministro Angelino Alfano riunirà il comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza. In realtà, come indicato in un corposo articolo del “Corriere della Sera” di oggi sul tema, nessuna minaccia concreta è stata segnalata dagli 007 italiani, né dai servizi segreti stranieri su pericoli che riguarderebbero il nostro Paese. Concordi l’Antiterrorismo del Viminale e gli specialisti del Ros dei Carabinieri. Difficilmente escludibile, però, è l’azione di un singolo.

Oltre a Vallisa gli italiani rapiti in Medio Oriente sono la 20enne cooperante indipendente di Brembate (Bergamo) Vanessa Marzullo, la 21enne cooperante di Bresozzo (Varese) Greta Ramelli, Gianluca Salviato tecnico 48enne di Trebaseleghe (Padova), padre Paolo Dall’Oglio sacerdote 59enne romano, Giovanni Lo Porto cooperante per un Ong tedesca 38enne di Palermo. 

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