Movimento Cinque Stelle: “Iren, nessuna etica nei compensi ma tariffe in aumento”

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato a firma dei consiglieri comunali di Piacenza, San Giorgio e Podenzano.

Più informazioni su

Il Movimento Cinque Stelle: “Iren nessuna etica nei compensi ma tariffe in aumento”. Riceviamo e pubblichiamo il comunicato a firma dei consiglieri comunali di Piacenza, San Giorgio e Podenzano.

Il Presidente Profumo e qualche organo di informazione hanno parlato di lenta risalita. Ma la situazione del gruppo che emerge dalla trimestrale al 30 settembre è ancor più drammatica dei primi sei mesi. 
Il comunicato di Iren contiene infatti una riclassificazione dello stato patrimoniale che, a differenza di un anno fa, non presenta il dettaglio delle voci.

Il fatturato tipico è calato, con un emblematico -25% su Mercato (energia e gas), ricavi in calo del 14,3% a 2,07 miliardi di euro, mentre l’utile è sceso del 10,7% a 88,8 milioni di euro.
Nessun significativo miglioramento del margine operativo, salvato soprattutto da ambiente esettore idrico (dove peraltro non dovrebbe esserci profitto secondo il referendum, ma evidentemente il profitto c’è ed eliminarlo ovviamente interessa solo ai cittadini, non certo alla spa): rifiuti e acqua sono infatti il comparto col maggior margine percentuale e in costante crescita, anche a causa di tariffe ormai fuori controllo.
Pessimi i dati sull’indebitamento, pur nell’incompletezza delle informazioni fornite.

Dunque, il sospetto che il sistema bancario cominci ad avere dubbi su Iren è piuttosto fondato. 
Ormai, solo il decreto sblocca Italia e la maxi fusione rappresentano l’unica ancora di salvataggio al disastro targato Delrio. Hera Iren e Smat (società metropolitana per le acque di Torino) dopo l’intesa di 6 mesi fa presentano infatti i primi progetti condivisi di gestione del servizio idrico. Maxi fusione che creerebbe un gigantesco gruppo, la Multiutility del Nord, su cui il nostro territorio non avrebbe alcun controllo.  Riteniamo quindi che tale operazione non abbia come fine il miglioramento dei servizi ma che nasca unicamente per soddisfare esigenze di ordine finanziario. 

In questo scenario l’amministratore delegato Nicola De Sanctis è stato sfiduciato dopo poco più di un anno dalla riforma della governance fortemente voluta dai sindaci. La buonuscita a cui ha diritto per i due anni di contratto sarebbe di 900 mila euro. A questo punto ci chiediamo chi pagherà questa maxi liquidazione? La risposta sarà scritta nelle prossime bollette?
E i sindaci piacentini che stanno decidendo sulla prossima società di gestione dei servizi idrici e rifiuti cosa ne pensano?

I consiglieri comunali del M5S di Piacenza, San Giorgio, Podenzano

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di PiacenzaSera, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.