Regionali. Sicurezza, Testa (Ln): “Insensate le proposte del Pd”

«Un’altra volta il Partito Democratico piacentino ci dimostra di considerare il tema della sicurezza solo come una questione di propaganda elettorale. L’ultima conferma arriva dalla proposta avanzata da Katia Tarasconi e Gianluigi Molinari di installare telecamere ad ogni accesso alla città». È la replica di Silvia Testa.

«Un’altra volta il Partito Democratico piacentino ci dimostra di considerare il tema della sicurezza solo come una questione di propaganda elettorale. L’ultima conferma arriva dalla proposta avanzata da Katia Tarasconi e Gianluigi Molinari di installare telecamere ad ogni accesso alla città». È la replica di Silvia Testa, candidata della Lega Nord alle elezioni regionali, alle affermazioni dei due esponenti del Pd, che hanno recentemente rilevato come l’amministrazione regionale non abbia ancora compreso le «caratteristiche di terra di confine» di Piacenza.

«La loro posizione è imbarazzante e insensata – attacca Testa -: com’è possibile che nessun politico del centrosinistra locale sia stato in grado di permettere a Bologna di accertare queste particolarità? Poiché la città è amministrata ininterrottamente dal centrosinistra da dodici anni, e lo è stata in passato la Provincia così come ora è dello stesso schieramento il suo nuovo presidente, in una Regione di uguale colore politico, è inammissibile che nessuno abbia mai alzato la voce per trasmettere all’assemblea legislativa e alla giunta le nostre specificità connesse ai problemi di delinquenza. La criminalità sta infatti dilagando in tutto il Piacentino a qualunque ora del giorno e della notte, tanto da rendere l’utilizzo delle videocamere di sorveglianza un rimedio ormai non più efficace: tale misura andava adottata in passato. Considero inoltre molto limitata la loro ultima presa di posizione su una problematica che il centrosinistra ha costantemente ignorato, etichettando come populiste, razziste e demagogiche le battaglie per la sicurezza portate avanti dalla Lega Nord, un partito accusato di provocare inutili allarmismi tra la popolazione a scopi elettorali».

L’invito è dunque quello di prendere esempio dal progetto della confinante Lombardia, presentato ieri dal presidente Roberto Maroni. «Pur non essendo di competenza specifica della Regione, – fa notare l’esponente del Carroccio – l’amministrazione lombarda ha adottato un unico numero per le chiamate di emergenza, il 112, per evitare telefonate a più forze di soccorso e diminuire così i tempi d’intervento. Ciò ha inoltre permesso di ridurre da quarantotto a quattro il numero delle centrali. Vi sono poi una serie di criticità vissute dalla polizia municipale di Piacenza che meritano di essere sanate. Penso al deposito mezzi di via Farnesiana, lontano dal comando, l’impossibilità di accedere al database delle altre forze dell’ordine per effettuare riconoscimenti, le indennità più basse degli altri capoluoghi emiliano-romagnoli e la consuetudine, per senso del dovere, di ogni agente di pagare di tasca propria cibo e bevande alla persona condotta e piantonata in questura. In tutta Italia, va ricordato, la polizia municipale è inquadrata come personale amministrativo pur avendo funzioni di polizia: una discordanza, questa, che dev’essere corretta a livello governativo. Nell’attesa, basterebbe ispirarsi anche in questo caso alle soluzioni adottate in Lombardia, invece di rincorrere il 41 percento dei consensi e la possibilità di inserire in consiglio regionale due consiglieri Pd cavalcando battaglie che non appartengono alla cultura politica di Molinari e Tarasconi».

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