Stasera al Jolly 2 incontro con il regista Ivano De Matteo
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De Matteo torna a parlare della famiglia al giorno d’oggi, ma questa volta approfondisce il rapporto genitori-figli. Genitori troppo presi dalle rispettive carriere, dal buonsenso incondizionato, dai moralismi per accorgersi realmente di chi hanno cresciuto. Figli che credono di vivere in un videogame, tra sigarette, feste e macchine. Trovare un punto d’incontro sembra impossibile, forse perché ci si limita a guardare e non osservare. I nostri ragazzi racconta lo scontro di due famiglie, al cui interno ci sono ancora i vecchi rancori del passato e lo scontro finale sembra inevitabile.
Il regista, però, sulla falsa riga del romanzo a cui è ispirato, procede per gradi, facendoci conoscere pian piano i personaggi e la loro vera natura, ma soprattutto ci mostra, senza troppi preamboli, i problemi familiari al giorno d’oggi. La mancanza di comunicazione, in primis, sembra la causa principale dell’allontanamento tra genitori e figli, soprattutto se ognuno, per abitudine, cena per conto proprio. O se si cena in gruppo – le consuete riunioni familiari – i problemi non tardano comunque ad arrivare. Dopo una prima parte dedicata prevalentemente al rapporto tra i due fratelli (Gassman e Lo Cascio) e ai loro rispettivi modi di vedere la vita, De Matteo si sposta sullo scontro finale, dettato dalle bravate dei ragazzi, senza però approfondire le cause del gesto.
Ma ce n’era davvero bisogno? Il quadro che ne esce, comunque, è tanto vero quanto triste, perché consapevole dei drammi di oggi. Dell’arroganza giovanile, di quel “tanto c’è papà a risolvere i problemi”, o del classico “io conosco mio figlio”. La verità, però, è che non si smette mai di conoscere o scoprire qualcuno e che, quando i fatti riguardano da vicino, si cambia prospettiva. Una prospettiva che De Matteo cambia in corsa d’opera e che permette ai personaggi di togliersi lentamente quella maschera che indossano, in un finale inaspettato.
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