“L’inverno più duro della Liberazione” Bettola ricorda i caduti di Rio Farnese FOTO foto

Nel settantesimo anniversario della Resistenza e della lotta di Liberazione, Bettola (in provincia di Piacenza) ha ricordato il gelido drammatico inverno del 1944-45 segnato dal rastrellamento

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Nel settantesimo anniversario della Resistenza e della lotta di Liberazione, Bettola (in provincia di Piacenza) ha ricordato il gelido drammatico inverno del 1944-45 segnato dal rastrellamento tedesco mongolo.

Con una conferenza nella sala consiliare del Comune sul tema “Dalle repubbliche partigiane alla controffesiva nazi-fascista. Una condizione disperante per i combattenti partigiani e per gli abitanti delle valli piacentine”, durante la quale sono intervenuti il sindaco Sandro Busca, il vicesindaco Marco Bianchi, gli allievi della 3ª Media bettolese, e Romano Repetti, segretario provinciale dell’Anpi

A seguire al Monumento di Rio Farnese la deposizione di una corona d’alloro in onore della memoria dei 21 partigiani lì trucidati dai nazisti il 12 gennaio del 1945. Nel suo intervento il presidente provinciale dell’Anpi Stefano Pronti ha ricordato come il monumento a memoria dei tragici fatti di Rio Farnese fu voluto da Ludovico Muratori, il comandante Muro. disegnato e realizzato a sue spese.

Alle ore 11,30, al Cimitero di Bettola, Visita alla Cappella dei Partigiani restaurata ad opera del Gruppo Alpini di Bettola. Benedizione impartita dal parroco don A. Sesenna.

L’ECCIDIO – La mattina del 12 gennaio 1945 i tedeschi prelevano dalla scuola di Bettola 21 partigiani scelti tra i 40 catturati nel corso del rastrellamento invernale effettuato dalla divisione Turkestan nella Val Nure. 21 scelti a caso vengono condotti sul greto del torrente Rio Farnese e sono uccisi con un colpo di pistola alla nuca da un sottufficiale.
Non ci sono giustificazioni per l’eccidio, non è stata una rappresaglia, l’unica spiegazione data è stata la causa della mancanza di spazio sull’automezzo che doveva provvedere al trasporto dei prigionieri.
Di questi 21 partigiani ne sono stati identificati solo dodici gli altri sono rimasti senza nome.

I nomi delle vittime identificate:

Giuseppe Gardini
Giuseppe Lupini
Giancarlo Pizzi
Mario Cappai
Giovanni Canepari
Lorenzo Gastaldi
Carlo Gilberti
Gino Spagnoli
Mansueto Margolfo
Riccardo Ricci
Antonio Zucchi
Renzo Raiola.

Dell’episodio ne parla Alberto Marzoli allora Ufficiale di collegamento del CLN per l’Emilia nord nella sua testimonianza.

Io fui arrestato a Rustighino, frazione di Bettola, nel piacentino, durante un rastrellamento tedesco nella zona: braccato da una pattuglia nazista, insieme ad altri due compagni, riuscii a liberarmi in tempo della borsa che conteneva una ingente somma e molti documenti del Comando Emilia-nord e, dopo lunghe attese, sempre sotto l’incubo della fucilazione, ci fecero percorrere nella neve alta mezzo metro tutta la strada fino a Bettola, dove fummo messi insieme ad un gruppo di partigiani catturati con le armi in mano; la notte del 12 gennaio 1945 questi furono trascinati fuori, portati a Rio Farnese di Bettola e qui fucilati e poi finiti da un maresciallo tedesco col colpo di pistola alla nuca.
Noi fummo spostati a Piacenza, nella sede dell’Ospedale, appena distrutta da un bombardamento, per essere consegnati alle autorità italiane. Di qui, all’alba del giorno seguente, riuscimmo a fuggire e a rimetterci in contatto con la Resistenza.

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