Sanità a Piacenza, verso l’area vasta. I timori in consiglio comunale foto

Al centro della discussione la riorganizzazione dell’azienda Ausl di Piacenza e l’ipotesi di creazione di un’area vasta. Molte le preoccupazione sollevate dai consiglieri sul tema della riorganizzazione dei servizi

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Consiglio comunale in seduta aperta – vale a dire, con facoltà di intervento per le persone invitate in via istituzionale – lunedì 19 gennaio a Piacenza. Primo punto all’ordine del giorno, il dibattito sulla situazione della sanità piacentina “richiesto in modo trasversale – come sottolinea il presidente Claudio Ferrari – da 22 consiglieri appartenenti a formazioni politiche diverse”.

Al centro della discussione la riorganizzazione dell’azienda Ausl di Piacenza e l’ipotesi di creazione di un’area vasta con le province limitrofe per la gestione sanitaria, sul modello di altre realtà in Regione.

Ad aprire gli interventi il consigliere della Lega Nord Massimo Polledri.

’Il tema della sanità interessa i cittadini in quanto utenti sia il futuro dell’azienda Usl, la principale azienda di Piacenza. Non è un caso che la proposta di convocazione di questo consiglio abbia incontrato subito l’adesione di 22 consiglieri – dice Polledri – ora ci troviamo ad affrontare il cambio della giunta regionale, le dimissioni del direttore generale dell’Ausl e il vento freddo dei tagli al settore deciso a livello centrale.

Qui si tratta del rapporto tra politica e tecnica – continua il consigliere del Carroccio – devono marciare insieme, in un momento come questo in cui riorganizzazioni aziendali sono all’orizzonte. Piacenza ha una buona situazione dei risparmi rispetto ad altre realtà vicine, per quanto riguarda le aziende sanitarie.

Con la spending rewiew già avviata dal governo Monti abbiamo visto una riduzione di posti letto e di personale, anche se la Regione Emilia Romagna e’ al secondo posto per la qualità del servizio offerto. Il costo medio per emiliano romagnolo, sul fronte della sanità, e’ di 1810 euro, noi a Piacenza ne costiamo 1740. I compiti li abbiamo fatti, ma il sistema tiene com una certa difficoltà: oggi sono qui molti rappresentanti di Fiorenzuola, dove l’ospedale adesso e’ chiuso. Quindi si capisce che iniziare a discutere di area vasta crea preoccupazione, perché si rischia di mettere insieme i virtuosi, come siamo noi, con meno virtuosi’. 

’Potrà un’unica direzione generale occuparsi di più ospedali? Questa e’ una suggestione, di cui la buona politica deve occuparsi. Il nuovo presidente della Provincia deve rivendicare il suo ruolo, come ha fatto il suo predecessore, facendo sentire la sua voce – prosegue Polledri -. Il merito che vuole attribuirsi il consiglio di oggi e’ quello di far si che la buona politica si muova per tempo’.

Prende la parola Guido Pedrazzini, direttore generale Ausl di Piacenza. ’La nostra azienda ha fatto in questi anni un lavoro di costante revisione della propria organizzazione, con un attento controllo di gestione. Il problema dei posti letto ci preoccupa relativamente, perché siamo già vicini agli obiettivi previsti. Anche in un momento come questo, in cui c’è un picco di ricoveri per l’influenza, abbiamo una certa elasticità che ci consente di far fronte alla situazione. Dal punto di vista della preoccupazione di vedere strutture e unita operative ridotte, noi siamo vicini agli obiettivi previsti dal decreto Balduzzi. Sugli impegni in itinere, per le case della Salute e l’ospedale di Fiorenzuola, non vi sono contraccolpi rispetto a quanto già programmato’.

Francesco Rolleri, presidente della Provincia: ’Venerdi si riunirà la conferenza socio sanitaria, e in quell’occasione verrà nominato il consiglio di presidenza. “Ci sono state tra i sindaci molte barricate fin in partenza, auspico che su un tema cosi importante come la sanità – ha affermato – ci sia voglia di lavorare insieme, al di la delle proprie posizioni. Ho parlato con il presidente della Regione Bonaccini del tema area vasta, i tempi sono stretti. Si inizierà a marzo, nulla di imposto dall’alto ma i tempi sono stretti. Nulla e’ definito, ma l’invito che faccio e’ quello di partecipare a tutti i tavoli di confronto che saranno aperti’.

Lucia Fontana, sindaco di Castelsangiovanni: “Il mio interesse in questi mesi e’ stata la situazione del presidio di Castelsangiovanni e del mio distretto, ne ho discusso anch’io in un consiglio comunale il 18 dicembre scorso, cui ha partecipato il dottor Pedrazzini. Abbiamo steso un documento, con l’auspicio che vengano mantenuti i livelli di qualità dei servizi del nostro distretto, perché non neghiamocelo, i campanelli d’allarme ci sono.

Il consigliere Polledri giustamente dice che bisogna intervenire per tempo. L’area vasta mi preoccupa, perché c’è il rischio di perdere il controllo, il contatto con le esigenze dei cittadini, perché si è lontani dal territorio. Il mio auspicio e’ quello di riuscire a dare arrivare a chi di dovere le nostre preoccupazioni. Non vorrei che il nostro territorio, virtuoso, venga penalizzato, grazie al buon rapporto tra operatori, istituzioni, azienda.

Interviene in aula anche Augusto Pagani, presidente dell’ordine dei medici di Piacenza: “Condivido lo spirito che anima questo primo confronto, e condivido l’appello del presidente Rolleri nel portare avanti insieme un tema così importante per i piacentini. Ci sono preoccupazioni che riguardano la chiusura di alcuni punti di servizio di guardia medica, non sono servizi di emergenza, se non ci sono numeri che consentano il mantenimento della loro attività, bisogna spiegare alla popolazione perché queste decisioni vengono assunte. Per quanto riguarda l’area vasta, condivido le perplessità e i timori, perché fino a quando non si sa come verrà sviluppato, le premesse ci fanno essere timorosi di contraccolpi negativi’.

Il presidente consulta sanità Renato Dapero ha spiegato: “L’area vasta è un tema già sperimentato in Emilia Romagna, merita essere approfondito. Servirà davvero a fare economia di scala o si impoverirà il territorio? Nessuno e’ contrario alla razionalizzazione dei costi, non va bene invece farlo a scapito della qualità del servizio. Bisogna puntare su nuove tecnologie e formazione del personale. Non vorrei che Piacenza rimasse ultima nel non avere un polo universitario di medicina in Regione’.

Per il sindaco di Piacenza Paolo Dosi “dalle considerazioni emerse sono evidenti i timori riguardanti la creazione dell’area vasta. In Regione sono ben informati sui nostri timori. Se sono comprensibili, e’ necessario che affrontiamo la situazione con il nostro ruolo di amministratori responsabili, in modo propositivo, per promuovere le nostre specificità. Nelle prossime settimane la giunta regionale vaglierà le linee di indirizzo e allora capiremo cosa si intende per area vasta”.

Secondo Maria Lucia Girometta (Fi) “lo spostamento del 118 e’ stato un problema, spesso la risposta e’ tempestiva, ma in alcuni casi si aspetta anche mezz’ora prima di avere risposta, penso che questo possa rappresentare un problema per chi vive in montagna”.

Si aggiunge Filiberto Putzu (Fi) che afferma: “Quando io sento parlare di area vasta mi chiedo, cosa vuol dire che con l’area vasta arriveranno pazienti da Parma e Reggio? Piacenza dovrebbe essere valorizzata per la sua posizione geografica, invece di essere sempre trattata da cenerentola dalla Regione. Questa riorganizzazione sarà solo finalizzata a un risparmio economico. Mai la conferenza socio sanitaria si e’ mai azzardata a mettere in difficoltà i direttori sanitari in passato, non credo che adesso si riuscirà ad ottenere un efficace controllo. Occorre togliere alcune esenzioni che non portano alcun vantaggio. Lo snellimento della guardia medica inciderà su un’azione che e’ pur sempre importante, non credo che questo risparmio possa risollevare le sorti dell’azienda sanitaria”.

Mirta Quagliaroli (M5s) fa notare che “e’ da un anno che si discute di area vasta, da quando e’ stata annunciata la spending rewiew in ambito sanitario. Una riduzione di posti letto e costi, la vicenda di Fiorenzuola rientra in questo discorso. Sul futuro dell’ospedale non si hanno certezze, ma si dice che debba diventare un poliambulatorio, con le prestazioni ospedaliere gestite in rete. Di esempi simili ne abbiamo gia’ visti, continua Quagliaroli, in Emilia Romagna, ad esempio Porretta Terme. Le case della salute rappresentano un modo di privare il territorio di strutture ospedaliere. La vicenda di Fiorenzuola e’ iniziata male, speriamo non finisca peggio”.

Stefano Borotti, consigliere Pd ha spiegato: “Condivido due considerazioni, condivido l’idea che ci voglia più politica, senza dimenticare gli episodi di malaffare che hanno vista protagonista la commistione tra politica e sanità. Non abbiamo nostalgia della mala politica e della delega alla tecnica o a altri centri di potere. Il nostro impegno per il futuro deve essere quello di portare più politica, in un momento di crocevia importante per la sanità.

Noi vogliamo contribuire a una sanità migliore. Ma la differenza da alcune opinione sta nella visione del futuro: non ci sono solo rischi, ma anche grandi opportunità. Il futuro non e’ solo rischio. Noi vogliamo una sanità migliore, non solo mantenere i livelli ottenuti fino ad adesso. Governando questa Regione l’abbiamo portata a livelli di eccellenza, ed e’ per questo che vediamo un futuro non solo negativo. Bisogna prendere coraggio e iniziare un confronto con la Regione, per mettere a punto insieme una visione strategica del futuro’.

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