“Isis minaccia concreta, ma Occidente per ora non è obiettivo primario” foto

Domenico Quirico, giornalista e inviato di guerra de “La Stampa”, ha presentato a Palazzo Gotico il suo ultimo libro "Il Grande Califfato”: "La loro priorità è estendere e collegare fra loro le zone del mondo arabo musulmano che controllano"

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“L’Isis è una minaccia assai concreta, ma per ora l’Occidente, e quindi l’Italia, non sono un obiettivo primario”. Domenico Quirico, giornalista e inviato di guerra de “La Stampa”, conosce bene il progetto del “Grande Califfato”, titolo del suo ultimo libro presentato martedì sera a Piacenza nel salone di Palazzo Gotico: rapito in Siria nel giugno 2013, a descrivergli il sogno di far rinascere il califfato da al-Andalus fino all’Asia era stato proprio Abu Omar, il capo del drappello di Jabet al Nosra che lo aveva sequestrato.

Liberato l’8 settembre dello stesso anno, una volta in Italia Quirico mise al corrente di questa volontà, ma alla sua rivelazione non fu data importanza: oggi, l’Isis, di cui per la prima volta aveva sentito parlare durante il periodo di prigionia, si pone alla testa del progetto di Grande Califfato.

“Con la minaccia dell’Isis avremo a che fare per molti anni a venire – ha spiegato dialogando con il sindaco di Piacenza Paolo Dosi – ma ora il loro obiettivo primario è quello di estendere e collegare fra loro le zone del mondo arabo musulmano che controllano: i conti con l’Occidente li faranno successivamente, se ne avranno le forze e se daremo loro l’opportunità”.

Il giornalista ha parlato dell’Isis come di “Internazionale del Terrore”: “Il modello – spiega – è quello dell’Internazionale staliniana. Esiste un cervello centrale, attorno al quale ruota una rete di realtà locali, anche diverse e distanti fra loro, con l’unico scopo comune di costruire uno stato totalitario in vaste parti del mondo musulmano, ricreando il vecchio stato islamico del sesto secolo”.

Quirico si riferisce ai drammatici giorni del rapimento come di un qualcosa ormai passato: “E’ trascorso diverso tempo, facendo il mio mestiere è un’eventualità che può accadere e che in passato avevo già vissuto; è stata per me una straordinaria occasione per capire cosa stava accadendo in quella parte del mondo e che successivamente si è manifestato in modo molto più chiaro e drammatico”.

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