“Il primo sten”. 70 anni fa la Liberazione: una storia vera

Quando si celebra un momento fondativo della nostra Repubblica, è sempre in agguato il rischio della retorica, dei discorsi di maniera. Per questo ci permettiamo di riproporre alcuni brani di un piccolo libro

Più informazioni su

Il 25 aprile si festeggia il 70esimo anniversario della Liberazione. Il programma delle celebrazioni comprende tante iniziative, che culmineranno la mattina di sabato con la cerimonia in piazza Cavalli, durante la quale parlerà in veste di oratore ufficiale Pierluigi Bersani.

Quando si celebra un momento fondativo della nostra Repubblica, è sempre in agguato il rischio della retorica, dei discorsi di maniera. Per questo ci permettiamo di riproporre alcuni brani di un piccolo libro che abbiamo pubblicato come cooperativa Officine Gutenberg un anno fa.

Le memorie di un giovane che nel 1945 aveva solo 18 anni, e che 71 anni fa scelse la lotta in montagna. Non era un eroe, ma un giovane senza esperienza in battaglia. Con le paure della guerra in casa e tanta nostalgia della propria famiglia. Una mattina presto si mise in bicicletta e partì. Come spesso ama ripetetere ancora oggi, al termine di quella cruda, faticosa, talvolta brutale esperienza, si ritrovò un uomo.

Da “Il Partigiano Abele” le memorie della lotta di liberazione di Renato Cravedi, edizioni Officine Gutenberg nella collana delle “Graffette” 

Il primo Sten. La mia formazione partigiana si spostò quasi subito sopra Bettola, lungo la direttrice del Cerro, esattamente a Crocinito, dove una stalla era diventata il nostro dormitorio. Il giorno successivo al mio ingresso mi diedero l’arma, il mio primo Sten. Lo ereditai da un partigiano che decise di cambiare formazione, se ne andò con Giustizia e Libertà in val Trebbia e dovette riconsegnarla.

Se la sapevo usare? Certo che no, nessuno mi ha mai insegnato, non sapevo neppure da che parte impugnarlo. Subito andai nel bosco, feci un segno su una pianta e cominciai a sparare… A g’ho mei ciapé deitar. Cose dell’altro mondo… E pensare che il giorno successivo al nostro arrivo sul Passo del Cerro fui già coinvolto nella prima azione di battaglia. Dovevamo scendere verso Perino, per avvicinarci alla strada della val Trebbia e tendere un’imboscata ai fascisti che portavano i rifornimenti. Fu un’esperienza terribile quella prima azione, perché la paura mi attanagliava.

Eravamo in una decina, al comando dello scozzese. Dopo la marcia, ci appostammo in una zona franosa a strapiombo sulla strada che scendeva a Perino. C’erano degli avvallamenti e ci ordinarono di posizionarci in queste buche, dovevamo essere pronti a sparare sulla colonna non appena fosse arrivato il segnale dal comandante. Era buio e arrivai in una buca da solo: ricordo che la paura mi paralizzò completamente. E’ successo tutto e io non sentii niente, rimasi nella buca senza muovermi. Gli altri della mia squadra si mossero per la strada del ritorno e invece io restai immobile. Dopo un po’ si accorsero che mancavo all’appello, ritornò il comandante a prendermi… avevo solo diciassette anni.

Quella volta ebbi veramente paura. Ma da lì in poi cominciai piano piano ad abituarmi a quella vita e anche alla battaglia. Non penso di essere stato un grande partigiano, né tanto meno un eroe, pronto a dare la vita così… Ma credo di aver sempre fatto il mio dovere, tutte le volte in cui c’è stato da combattere. 

Una nuova “Graffetta” dedicata alla lotta di liberazione è appena uscita in libreria e in edicola 

LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO “AQUILA NERA HA GLI OCCHI A MANDORLA” è in programma VENERDI’ 24 APRILE PRESSO IL CIRCOLO RICREATIVO QUARTIERE IV (via Vittime di Strà, angolo via Di Vittorio) ALLE 15

Dopo la Graffetta dedicata alle memorie di Renato Cravedi “Il partigiano Abele”, il nuovo libretto è disponibile nei prossimi giorni nelle librerie di Piacenza, nel negozio di Officine Gutenberg (in via Scalabrini, 116/b) o stipulando l’abbonamento alle Graffette (CLICCA QUI)

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di PiacenzaSera, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.