Lavoro, boom di contratti a tempo indeterminato. Più 3 per cento di occupati foto

Mercato del lavoro a Piacenza, nei primi quattro mesi e mezzo del 2015 crescono le assunzioni a tempo indeterminato (+ 29 %), trainate dalle agevolazioni del Jobs Act, e nel complesso l'occupazione cresce del tre per cento rispetto ad un anno fa

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Mercato del lavoro a Piacenza, nei primi quattro mesi e mezzo del 2015 crescono le assunzioni a tempo indeterminato (+ 29 %), trainate dalle agevolazioni del Jobs Act, e nel complesso l’occupazione cresce del tre per cento rispetto ad un anno fa.

Secondo le rilevazioni della Provincia dal 1° gennaio al 18 maggio 2015, emergono sul fronte del mercato del lavoro segnali positivi. I dati evidenziano rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente una dinamica positiva delle assunzioni (+547 movimenti,  +3% su base tendenziale).


La crescita delle assunzioni è trainata dai contratti a tempo indeterminato, spinti dall’incentivo consistente previsto dalla Legge di stabilità 2015 e dal Jobs Act. Anche per i rapporti di lavoro in somministrazione si sono registrate variazioni positive delle assunzioni (+18%), mentre le altre tipologie contrattuali evidenziano una diminuzione tendenziale: -8% per i contratti a tempo determinato, -21% per quelli di apprendistato.


Il rallentamento osservato nella dinamica delle assunzioni con contratti a tempo determinato e soprattutto di apprendistato può essere dovuto alla concorrenza dei nuovi incentivi previsti per i contratti a tempo indeterminato.

LA TABELLA

Avviamenti al lavoro realizzati dal 1° gennaio al 18 maggio per tipo di contratto.

TIPO DI CONTRATTO 2014 2015 Variazione ass. Variazione    %
Tempo Indeterminato           3.545           4.572           1.027 29%
Tempo Determinato         11.418         10.512           -906 -8%
Apprendistato             551             433           -118 -21%
Lavoro somministrato           2.155           2.545              390 18%
Lavoro a progetto e occasionale             809             688            -121 -15%
Tirocinio             342             617              275 80%
Totale        18.820         19.367              547 3%

Fonte: Provincia di Piacenza, elaborazione Osservatorio mercato del lavoro su dati SILER



Per quanto riguarda la domanda di lavoro parasubordinato (contratti a progetto, lavoro autonomo occasionale) si registra una flessione significativa (-15%), mentre l’attivazione di tirocini fa segnare una fortissima crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+80%), grazie probabilmente all’effetto del programma “Garanzia Giovani”. 

Ricordiamo che il 2015 è stato segnato da numerose novità normative riguardanti il mercato del lavoro: i nuovi incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato realizzate dal 1° gennaio 2015 e il Jobs Act che ha introdotto il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti.

I dati contenuti in questo documento fanno riferimento ai flussi di assunzione di posizioni di lavoro dipendente e parasubordinato effettuati dalle aziende localizzate sul territorio provinciale. I dati sono estratti dal Sistema Informativo Lavoro dell’Emilia Romagna (SILER) e consentono di monitorare con un elevato grado di dettaglio e con tempestività le dinamiche del mercato del lavoro provinciale. L’analisi si concentra in modo particolare sulla dinamica dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato e delle assunzioni con contratti a termine.

L’INCONTRO CON TADDEI – I dati sono emersi nel corso dell’incontro dedicato alla riforma del lavoro che all’ex Circoscrizione 3 ha visto come ospite Filippo Taddei, Responsabile economia e lavoro del Partito Democratico: “Il Jobs Act – ha spiegato Taddei – ha due obiettivi: il primo, con la riduzione del costo del lavoro, dell’Irap, e della contribuzione sugli assunti, è creare nuova occupazione; il secondo è quello di creare buon lavoro, lavoro stabile”.

“Nel confronto internazionale, tutti i paesi che hanno un’alta percentuale di occupati over 55 hanno anche una bassa disoccupazione giovanile. L’Italia in questo senso è un’eccezione: pur avendo infatti fatto registrare dal 2008 un aumento notevole di lavoratori over 55, ha contemporaneamente patito un calo tra gli occupati sotto i 35 anni. Proprio perché siamo unici, dobbiamo trovare soluzioni diverse rispetto agli altri e il dibattito di questi giorni sulla flessibilità in uscita va in quella direzione: se noi permettiamo responsabilmente qualche margine di flessibilità in uscita è probabile che quei margini ci vengano restituiti in termine di occupazione giovanile aggiuntiva”.
 

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