Ai Teatini il ricordo di Amilcare Zanella con il Quintetto del Nicolini

La musica di Amilcare Zanella, il compositore definito “l'anima musicale” piacentina sarà la protagonista domenica 14 giugno alle 17 alla Sala dei Teatini del penultimo appuntamento con la rassegna cameristica, ad ingresso gratuito, “Allegro con Brio”

La musica di Amilcare Zanella, il compositore definito “l’anima musicale” piacentina sarà la protagonista domenica 14 giugno alle 17 alla Sala dei Teatini del penultimo appuntamento con la rassegna cameristica, ad ingresso gratuito, “Allegro con Brio”, organizzata dalla Fondazione Teatri di Piacenza in collaborazione con il Conservatorio di Musica “G. Nicolini” di Piacenza.

Grazie al Quintetto del Conservatorio Nicolini composto da Kaori Ogasawara (violino), Maria Luisa Ugoni (violino), Wim Janssen (viola), Giulia Lanati (violoncello) e Marco Alpi (pianoforte), domenica prossima si avrà la possibilità di ascoltare la Sonata per violoncello e pianoforte op.72 e il Quintetto per pianoforte, due violini viola e violoncello op. 64 del compositore originario di Monticelli d’Ongina.

Pianista, didatta e compositore, Amilcare Zanella è autore e musicista in parte misconosciuto: eppure come concertista (col celebre Trio di Pesaro) ha divulgato quel repertorio cameristico austro-tedesco che in Italia era appannaggio di pochi; come compositore, pur attenendosi ai modelli, è riuscito ad essere originale nella tecnica e nell’espressione.

Sua fu l’idea di un ritmo non più ‘soggetto a battuta’ che si adeguasse alle esigenze espressive, del quale scriveva, quasi scusandosi: “Con questo tentativo non intendo muovere guerra al sistema nostro musicale, né tanto prender posto di battaglia nella già troppo numerosa schiera dei nuovi progettisti; volli tentare semplicemente una maggiore elasticità nella struttura complessiva del periodo per modo da consentire una crescente varietà di ritmi cui tratto tratto sembra opporsi l’attuale sistema; varietà che non turba l’equilibrio totale dell’opera d’arte”.

Eclettico, influenzato da modelli impressionistici di stampo francese, dal gusto grottesco futurista e dallo stile neoclassico stravinskiano, rimane legato a quella vena un po’ sentimentale e tutta italiana, (come ad esempio nei suoi tanti echi pucciniani) che rende la sua musica meritevole oggi di riscoperte senza pregiudizi.

CENNI BIOGRAFICI
Nato il 26 settembre del 1873 a Monticelli d’Ongina, Amilcare Castore Zanella conclude, diciottenne, il normale iter accademico, diplomandosi in pianoforte, corno e composizione, presso la Regia Scuola Musicale di Parma. Dedicatosi precocemente alla composizione e alla direzione d’orchestra, a partire dal 1893, è presente, in qualità di pianista, nell’America del Sud dove intraprende un’intensa attività concertistica nel corso della quale presenta anche sue composizioni. Ritornato in Italia gli fu assegnata dapprima (1903) la direzione della Regia Scuola in cui aveva studiato, ora divenuta Conservatorio di Musica, quindi (1905) succedeva a Mascagni nella direzione del Liceo Rossini di Pesaro che tenne fino al 1940. Diradata, ma non cessata, l’attività concertistica (formò, assieme al violinista Giovanni Chiti e al violoncellista Nerio Brunelli, il Trio Pesarese) si dedicò prevalentemente all’insegnamento e alla composizione. Morì a Pesaro il 9 gennaio 1949.

Ricordiamo che il concerto di domenica prossima rientra anche nelle iniziative promosse dalla Fondazione Teatri di Piacenza in occasione di Expo2015.
 

 
 

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