Confapi costruzioni: “Piccoli segnali di risveglio dell’edilizia”

“Nella nostra provincia – commenta il vice Presidente di Confapindustria Piacenza con delega all’edilizia Armando Schiavi - il settore delle costruzioni registra alcuni piccoli segnali “di risveglio” con un incremento del volume d’affari del 2,2%"

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L’indagine congiunturale sulle imprese manifatturiere relativa al primo trimestre del 2015 svolta da Unioncamere nazionale e regionale, resa nota nei giorni scorsi, ha rilevato segnali positivi per molti degli indicatori che vengono presi in esame per monitorare il sistema economico nei diversi contesti territoriali.

“Nella nostra provincia – commenta il vice Presidente di Confapindustria Piacenza con delega all’edilizia Armando Schiavi – il settore delle costruzioni registra alcuni piccoli segnali “di risveglio” con un incremento del volume d’affari del 2,2%, del tutto simile all’andamento che si è verificato nel contesto regionale. Il trend si conferma – continua Schiavi – anche per le imprese artigianali del comparto dell’edilizia, ovvero quelle di più piccola dimensione, il cui fatturato riscontra un aumento superiore a quello che fa riferimento al totale delle imprese con un +2,9%”.
 
“Il settore delle costruzioni – afferma il vice Presidente –  è di certo quello che più ha risentito della grave crisi in atto da alcuni anni, ma allo stesso tempo è connotato dal carattere della trasversalità, sia perché è uno dei pochi veri volani del sistema economico, in grado di innescare tutta una serie di meccanismi di rivitalizzazione degli altri comparti produttivi, sia perché può risentire favorevolmente anche dell’attuazione di politiche strategiche volte a promuovere le peculiarità e le risorse del settore stesso”.

“Proprio a tale fine Confapi Aniem (Associazione Nazionale Imprese Edili Manifatturiere) – illustra Schiavi – ha elaborato un documento programmatico di 12 punti per promuovere il rilancio di tutto il settore edile. I punti del documento hanno come unico obiettivo quello di incentivare gli acquisti delle nuove costruzioni e la ristrutturazione o l’adeguamento energetico-strutturale di quelli già esistenti. Per fare ciò è necessario, ovviamente, abbassare alcune tasse ed eliminarne altre, ma anche abbassare il costo del lavoro che incide ovviamente sul costo finale dell’immobile e quindi sull’utente finale”.

“Mi preme sottolineare quali sono, a mio avviso, i punti salienti del documento: dall’introduzione di un regime di I.V.A. agevolata non solo per chi acquista la prima casa, ma anche per chi acquista il primo magazzino commerciale al conteggio per la determinazione della TARI per i capannoni ad uso industriale/commerciale che dovrebbe basarsi su alcuni parametri relativi all’attività di impresa (numero di addetti impiegati, fatturato medio di esercizio, materiali trattati ecc.).

Non di minore importanza la determinazione del credito d’imposta per persone fisiche al 30% sull’acquisto dell’immobile, sfruttabile nei successivi 6 anni, così come un ritorno all’imposta fissa dell’1% (e non più del 10% come oggi) per l’azienda costruttrice che prende in permuta un immobile da un privato. Ed ancora: eliminazione dell’Irap per le aziende che operano nel settore edile, la riforma del “Codice Appalti” eliminando l’offerta al ribasso, l’istituzione di un numero verde per denunciare in maniera anonima l’eventuale presenza di lavoro nero, l’introduzione del criterio della “territorialità” per appalti il cui importo non superi i 40.000 Euro e l’eliminazione di qualsiasi tipo di tassa sull’invenduto”.
 

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