Appalto rifiuti, FdI e Legambiente contro Iren “Gara al ribasso”

Interrogazione presentata dai consiglieri comunali di Fratelli d'Italia. 

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In un’interrogazione ricolta al sindaco Dosi, i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia  evidenziano che “per la gestione del servizio di raccolta e trasporto rifiuti nel biennio 2016-2017, Iren ha bandito una gara europea che, per la prima volta, aggrega le tre province di Piacenza, Parma e Modena, suddivise in 5 lotti (uno a Piacenza, due a Parma e due a Reggio) per un importo pari a 48 milioni di euro.”

Per Foti e Opizzi “secondo numerosi operatori del settore, i margini offerti, rispetto al precedente appalto, si sarebbero ridotti anche del 10%, pur risultando difficile un puntuale confronto, atteso che in alcuni casi si tratta di servizi non omogenei” ed inoltre “la contrazione dei costi, in modo significativo, potrebbe ripercuotersi negativamente sulla qualità del servizio e sul trattamento retributivo dei lavoratori”.

Dopo avere sottolineato che ” il valore economico dell’offerta ha un peso oltremodo significativo alfine dell’aggiudicazione dell’appalto e che non paiono attentamente valutati  i costi sociali derivanti dall’avere tagliato fuori dal servizio la quasi totalità delle imprese locali” i consiglieri di Fratelli d’Italia chiedono al sindaco Dosi “se e quali iniziative intendano assumere affinché, in primo luogo, il servizio che verrà reso dopo la predetta gara non sia qualitativamente inferiore all’attuale e se intenda chiedere, una volta aggiudicata la gara e quindi noto il risparmio che Iren realizzerà rispetto ai costi attuali, di volere applicare una significativa e proporzionale riduzione delle tariffe oggi praticate.”

Sulla questione interviene anche Legambiente. Legambiente esprime la propria critica “sulle modalità di gara adottate dal gruppo IREN spa, per il subappalto del servizio raccolta rifiuti nelle province di Parma, Reggio e Piacenza”. “Una gara – si legge in una nota – che parte con forti riduzioni dell’importo a base di gara rispetto al passato, che valorizza in modo marginale aspetti fondamentali quali l’inserimento di personale svantaggiato, e che premia essenzialmente il ribasso economico (che pesa il 50% della valutazione)”.

In particolare per il territorio parmense le condizioni di appalto sono da macelleria sociale, con un importo a gara che parte già da un 15-20% in meno rispetto alla stesso servizio precedentemente appaltato, importo su cui andranno applicati i ribassi, che tra i numerosi criteri di valutazione pesano in modo preponderante.

“Inoltre – prosegue Legambiente – il bando, per come è costruito, non tiene in considerazione l’importantissimo ruolo svolto dalla cooperazione sociale nel ciclo dei rifiuti che negli anni, di pari passo con la diffusione delle modalità domiciliari, ha visto un sempre maggiore impiego di cooperative sociali e di tipo B con alte percentuali di utilizzo di personale svantaggiato. Un sistema virtuoso che unisce, crescita occupazionale, aspetti indiretti di welfare e ottimi risultati di raccolta differenziata. Non a caso la provincia di Parma ha da anni il maggior numero di Comuni Ricicoloni a livello regionale”.

“Un’operazione, quella dell’azienda, che avviene a contratto di affidamento alla stessa IREN scaduto da tempo ed in regime di proroga. Operazione che evidentemente tende a garantire il massimo profitto agli azionisti, ma che di fatto scarica le conseguenze sul territorio e non porta nessun vantaggio alle tariffe dei cittadini, essendo gli utili da ribasso direttamente incamerati dall’azienda”.

“Una situazione – conclude la nota – che da una parte conferma la preoccupante deriva speculativa dell’azienda, ignorando completamente il territorio, così come accaduto per la richiesta di ampliamento della capacità termica dell’inceneritore di Parma; dall’altro l’ennesimo segnale che la politica ha completamente perso terreno nel governare le aziende multiutility”.

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