Reato di omicidio stradale, una vittoria che porta il nome di Piacenza

L'ormai imminente introduzione del reato di omicidio stradale rappresenta la vittoria per una battaglia di civiltà che porta anche il nome di Piacenza. 

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L’ormai imminente introduzione del reato di omicidio stradale rappresenta la vittoria per una battaglia di civiltà che porta anche il nome di Piacenza. La scorsa estate è stata infatti approvata all’unanimità in consiglio comunale una risoluzione bipartisan, a firma di Daniel Negri (Pd) e Marco Colosimo (Pc Viva), che impegnava il Governo ad adoperarsi per l’introduzione di questo reato. La risoluzione è stata quindi affidata al parlamentare piacentino Pd Marco Bergonzi che si è fatto ambasciatore del provvedimento.

Una proposta ormai prossima all’introduzione, dopo il «sì» dell’Aula della Camera al disegno di legge che tornerà al Senato per l’approvazione definitiva, attesa per l’inizio del 2016.  

“Risultato frutto della collaborazione, della politica che si mette a servizio dei cittadini al di là delle appartenenze di partito”, è stato il commento dei rappresentanti piacentini: il presidente del consiglio Christian Fiazza, i consiglieri Daniel Negri e Marco Colosimo, l’onorevole Marco Bergonzi. 

“Esprimiamo soddisfazione per un percorso legislativo molto rapido su un tema molto importante e discusso – dice il consigliere Negri -, questo è il modo di fare politica e di rappresentare le esigenze dei cittadini”. 

“Per un giovane come me, che crede nella politica, questo è un esempio di come si debba lavorare, con tempismo e abilità – interviene Colosimo -. Piacenza è riuscita a lasciare un segno con questo provvedimento”. 

“Questo per me è un atto dovuto, è stato un dovere farlo. Non appena mi è stata trasmessa la risoluzione, mi sono subito impegnato per prendere contatti con i colleghi delle commissioni alla giustizia e ai trasporti. Visto poi che la risoluzione era stata approvata all’unanimità, ho preferito scegliere la via istituzionale, coinvolgendo la presidente della commissione alla Giustizia, Donatella Ferranti – ha spiegato il parlamentare Bergonzi -. Per capire la portata di questo provvedimento, sarebbe sufficiente leggere almeno una volta un rapporto di polizia, dello strazio di chi nella notte si vede arrivare un agente alla porta, sapendo che il proprio figlio non è ancora tornato a casa. Fino ad oggi chi causava un indicente stradale con esiti mortali, magari sotto l’effetto di sostanze e alcol, non rischiava nulla. Adesso non sarà più così: chi infatti uccide una persona guidando in stato di ebbrezza grave, con un tasso alcolemico oltre 1,5 grammi per litro, o sotto effetto di droghe, rischia ora da 8 a 12 anni di carcere, che possono aumentare se il tasso alcolemico è più alto e se non prestano soccorso. E, altro risultato importante, la revoca della patente per anni”. 

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