Le Rubriche di PiacenzaSera - Pillole di Economia

Qualità della vita, doccia fredda per Piacenza. L’analisi di Mauro Peveri

Appuntamento di inizio anno con le "Pillole di Economia", la rubrica curata da Mauro Peveri su PiacenzaSera.it  Questa volta il tema sono i dati  (contraddittori) che emergono dalle annuali classifiche de "Il Sole 24ore" e "Italia Oggi" sulla qualità delle vita nelle province italiane

Appuntamento di inizio anno con le “Pillole di Economia”, la rubrica curata da Mauro Peveri su PiacenzaSera.it  Questa volta il tema sono i dati  (contraddittori) che emergono dalle annuali classifiche de “Il Sole 24ore” e “Italia Oggi” sulla qualità delle vita nelle province italiane

Anche quest’anno è stata pubblicata le graduatoria della “qualità della vita” nelle Province italiane e per Piacenza i dati sembrano contradditori :

  • secondo il Sole24ore siamo passati dal 22 posto del 2014 al 35 posto del 2015;
  • secondo Italia Oggi siamo passati dal 28 posto del 2014 al 23 posto del 2015.

Nel primo caso dovremmo dunque dolerci dei risultati, nel secondo dovremmo stappare una bottiglia di gutturnio e festeggiare. In realtà gli indicatori utilizzati dai due quotidiani economici nazionali sono diversi per cui è comprensibile che lo siano anche i risultati.

E’ in realtà strano che per il Sole 24 ore ci sia un peggioramento della graduatoria rispetto al 2014 mentre per Italia Oggi la graduatoria migliori, pur registrando la motivazione che i due quotidiani economici hanno utilizzato indicatori in larga misura non omogenei.

Il vantaggio del Sole 24ore è rappresentato dal fatto che pubblica questa analisi della “qualità della vita” da 25 anni, anche se gli indicatori nel tempo sono stati aggiornati e profondamente modificati in diversi casi.

A questo proposito, se qualcuno “vuole digerire le libagioni festive”, o “addormentarsi senza contare le pecore”, segnalo che è “scaricabile” dal sito del sole24ore un ebook (gratuitamente per gli abbonati) in cui sono riportate tutte le graduatorie – analitiche – divise per anno: dal 1990 fino all’ultima pubblicata in questi giorni, 25 anni di storia della nostra Provincia racchiusi in poco più di 300 pagine.

Italia Oggi credo stili queste graduatorie da meno tempo ma a suo vantaggio rilevo la maggiore analiticità degli indicatori e in qualche caso anche la maggiore sistematicità rispetto al fenomeno indagato (Affari e lavoro, Sistema salute, ecc.).

Cercherò quindi di fare una sintesi delle diverse graduatorie e dei diversi risultati, privilegiando solo alcuni temi di maggiore impatto, per cui i risultati degli indicatori sembrano omogenei.

In primis occorre considerare che secondo il Sole 24ore in questi ultimi 17 anni Piacenza ha subito un’involuzione significativa. Nel 1998 l’allora Sindaco Vaciago fu intervistato dal Sole24 ore (vedi ebook citato a pag.82/83) perché Piacenza in quell’anno, dopo aver registrato lusinghieri risultati dal 1990 al 1997 (spesso nei primi 10 posti), si era issata addirittura al 1° posto assoluto sulle 103° Province esaminate, mentre secondo il quotidiano di Confindustria oggi siamo al 35° posto.

Consiglio a tutti di leggere quell’intervista del Sindaco Vaciago, perché alcune previsioni sono state quasi profetiche. Vaciago affermava nel 1998 che gli “Stock” del benessere di Piacenza erano elevati perchè lo erano già da diversi anni, ma sottolineava, in senso negativo, che i “flussi”, cioè le variazioni degli stock, erano negativi e questo avrebbe avuto effetti depressivi sugli indicatori futuri della “qualità della vita” della città.

Le previsioni di Vaciago sono state ampiamente confermate dalle graduatorie degli anni più recenti, da quella di quest’anno e credo purtroppo lo saranno anche da quelle dei prossimi anni, a meno che gli investimenti privati e pubblici futuri,  locali e nazionali, tornino a crescere. 

Analizziamo alcuni indicatori di allora (1998) e confrontiamoli con quelli attuali (2015). Piacenza nel 1998 raggiunse il primo posto perché era molto forte in alcune categorie, buona in altre e discreta nelle rimanenti.

Nelle graduatorie del 1998 Piacenza non registrava alcun picco negativo.  Oggi Piacenza registra invece in alcuni ambiti una discreta posizione (affari e lavoro e Benessere) mentre in altri settori, anche molto importanti, (ordine pubblico e Sanità) ha subito un crollo preoccupante:
 

 Categorie Graduatoria1998 Graduatoria 2015 Differenza
Servizi e ambiente 87° -85
Affari e Lavoro 31° -22
Tempo libero 13° 26° -13
Criminalità e ordine pubblico 18° 87° -69
Benessere/tenore di vita 20° 17° +3
Popolazione 46° 41° +5

 
Proviamo ad esaminare le categorie che hanno registrato importanti flessioni cercando di individuare le cause e gli eventuali rimedi.
 
Ordine pubblico.
La tabella mostra andamenti a dir poco preoccupanti:
 

  Graduatoria
1998
Graduatoria
2014
Graduatoria
2015
Differenza
98/15
Criminalità e ordine pubblico 18° 80° 87° -69
Omicidi nd 101* -100
Rapine in Banca 22° 87° 86° -64
Borseggi e scippi 59° 92° 93° -34
Furti in appartamenti 62° 96° 94° -32

*dato Italia Oggi
 
In questo caso ho ritenuto interessante indicare anche i risultati del 2014 al fine di avere anche il trend rispetto al 2015. Piacenza in poco più di 15 anni è sprofondata dal 18° al 87° posto.

Sui giornali locali è storia recente un’analisi che indicava un ridimensionamento del fenomeno “criminalità” nella nostra Provincia. Non voglio mancare di rispetto a chi tutti i giorni lavora sul campo per limitare i danni ma è sbagliata quell’analisi o hanno torto il sole 24 ore e Italia Oggi?

In questo senso può essere utile considerare che:

  • il numero degli scippi / borseggi nel 2015 è stato di 306, il triplo di quelli registrati nel 1998 che furono 104.
  • Il numero delle rapine nel 2015 è stato di 51, più di 20 volte di quelle registrate nel 1998 che furono 2,4.
  • Il numero dei furti in appartamenti nel 2015 è stato di 591, circa il 35% in più di quelli registrate nel 1998 che furono 435.

Non migliora la situazione con il confronto 2014 / 2015 in cui Piacenza perde 7 posizioni ulteriori.
 
A parziale conforto dei pessimi risultati aggiungo che il fenomeno criminalità è un problema sicuramente delle province più ricche, come dimostrano i risultati addirittura peggiori di alcune province simili alla nostra:
 

Graduatoria
2015
Pos.
Piacenza 87°
Cremona 88°
Forli Cesena 89°
Reggio Emilia 90°
Parma 96°
Genova 99°
Rimini 104°
Bologna 110°

 
E’ anche vero però che altre Province, sempre simili alla nostra, registrano risultati migliori:
 

Graduatoria
2015
Pos.
Vicenza 41°
Mantova 47°
Lodi 50°
Brescia 61°
Pavia 65°
Modena 70°
Piacenza 88°

 
Quindi ci sono città a Noi molte vicine come Lodi e Pavia che registrano la metà dei reati commessi sul nostro territorio provinciale. Quali sono le cause?

Senza fare un discorso politico è ovvio che a livello statistico il numero d’immigrati incide perché Piacenza è ai primi posti in Italia per numero di stranieri residenti e a questo proposito non dobbiamo nasconderci che gli immigrati commettono reati con una percentuale superiore rispetto alla media degli autoctoni.

Nel 2012, eliminando il 17% dei reati contro la normativa sul soggiorno, le denunce a carico degli immigrati erano 241.450, mentre quelle contro gli italiani erano 642.992, il rapporto era circa 1 su 3, cioè i reati commessi dagli italiani erano il triplo rispetto a quelli degli stranieri, ma su una popolazione 12 volte demograficamente superiore. Confermo comunque, come ho già scritto, che avere molti immigrati regolarizzati è una ricchezza e una opportunità per la nostra Provincia.

Sicuramente un altro fattore di rischio è determinato dalla posizione di Piacenza, che geograficamente rappresenta un crocevia importante, non solo per la logistica “buona” ma anche per quella “cattiva”, per cui un malintenzionato considera come un fattore positivo fuggire rapidamente e in più direzioni dal luogo in cui ha commesso il reato.

Se ci sono poi problemi di organico delle forze dell’ordine, non avendo il dato provinciale e il confronto con le altre Province, non sono in grado di fare una valutazione oggettiva, ma devo registrare che il nostro Paese nel 2013 aveva 278.461 addetti delle forze dell’ordine (poliziotti, carabinieri, ecc.). In Germania erano 243.201 (35.260 in meno dell’Italia). In Francia 184.576 (93.885 in meno). In Spagna 181.110 (97.351 in meno).

Occorre poi considerare che Francia, Germania e Spagna hanno un territorio decisamente più ampio dell’Italia e Germania e Francia hanno anche un numero di abitanti decisamente superiore al Bel Paese. Dunque il numero di poliziotti non sembra essere una concausa della difficile situazione in cui versa l’ordine pubblico.

Occorre invece considerare che l’Italia è l’unico Paese al Mondo che ha 5 o 7 corpi di Polizia (a seconda di come vogliamo contarli) cui è affidato il controllo del territorio.

Questa frammentazione crea molti problemi: mancanza di coordinamento e collaborazione, con fenomeni addirittura d’insana competizione. Se per esempio i Corpi di Polizia fossero ridotti a uno o due al massimo, come in molti paesi della Ue, il coordinamento sarebbe automatico e potremmo liberare risorse e persone per aumentare il controllo del territorio.

Un’altra riforma dovrebbe prevedere che l’attività amministrativa (gestione di multe, passaporti, licenze, ecc.) in cui oggi sono impegnati migliaia di poliziotti e carabinieri venga trasferita alla Polizia Municipale.

Le zone a rischio di Piacenza dovrebbero poi ricevere un trattamento particolare: istituire presidi fissi e ronde più frequenti in alcune zone della Città o della Provincia dove i furti nelle case sono più frequenti o ci sono le zone di spaccio; oltretutto quest’attività potrebbe essere svolta in collaborazione con l’esercito come si sta facendo per contrastare il pericolo del terrorismo islamico.

Il Comune e la Provincia potrebbero investire nella dislocazione a “tappeto” di telecamere per il controllo del territorio, magari creando un unico centro interforze da cui monitorare i movimenti, soprattutto notturni, della popolazione.

I Vigili Urbani potrebbero fare più servizi notturni e potrebbero impedire alle decine di parcheggiatori e commercianti ambulanti abusivi di lavorare indisturbati.

Quanto poi al fenomeno della prostituzione faccio notare che ormai anche di giorno, a poche centinaia di metri dal Centro Storico (via maculani), ci sono le prostitute. Possibile che non ci sia un sistema per impedirlo?

Dopo aver esaminato la situazione della “Criminalità” passiamo a commentare la categoria “Servizi e ambiente” ed in particolare i servizi e le strutture sanitarie.

In queste senso la graduatoria del sole 24ore è decisamente sommaria perchè ristretta ad un solo indice, oltretutto modificato nel corso degli anni. Nel 1998 si misurava l’offerta di posti letto, oggi il tasso di emigrazione sanitaria per cui i confronti sono poco significativi:
 

 Categorie Graduatoria1998 Graduatoria 2015 Differenza
Servizi e ambiente 87° -85
Numero di posti letto/emigrazione sanitaria 45° 94° -39

 
Il dato dell’emigrazione sanitaria è tra i peggiori a livello nazionale, anche se occorre considerare che è influenzato dalla forte offerta di servizi sanitari di qualità venduti nelle Province limitrofe, sedi di università: Milano, Parma, Pavia.

Italia Oggi diversamente costruisce la graduatoria dei servizi sanitari in modo più organico e con una notevole massa di dati. In questa graduatoria Piacenza nel 2015 registra questi risultati:
 

 Categorie Graduatoria 2015
Sistema salute (di cui): 75°
Sottodimensione dell’organico dei medici e del personale infermieristico 83°
Sottodimensione del numero dei posti letto in reparti specialistici 47°
N° Tac e Rmn 59°
N° gruppi radiologici 96°
N° gruppi emodialisi 37°

 
I risultati non sono buoni, anzi sono pessimi.

Tuttavia per avere una visione completa ed organica ho cercato dei dati che non tenessero conto soltanto della quantità (medici, infermieri, attrezzature) ma anche della qualità dell’offerta.  

A questo proposito ho trovato un gruppo di esperti, con tanto di comitato scientifico, che ha realizzato un sito web su cui è stato pubblicato un database dei risultati delle cure effettuate nelle strutture sanitarie nazionali diviso per singolo Ospedale, Provincia, Regione.

Secondo i 45 indicatori di efficienza, riferibili ad altrettante attività mediche utilizzati da questo gruppo di esperti (sito web www.doveecomemicuro.it  e Link https://www.doveecomemicuro.it/strutture-info.php?id=408&indicatore=11,) il nostro Ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza, presenta i seguenti risultati: 26 indicatori superano il benchmark nazionale, 11 che lo eguagliano e 8 sono inferiori alla media.

Se dovessimo dunque considerare che ci sia una relazione tra l’efficienza dell’Ospedale G. Da Saliceto e il sistema sanitario nel suo complesso potremmo dire che la Provincia di Piacenza si colloca al di sopra del 50° posto sul totale delle Province italiane.

Sintetizzando potremmo dire che il sistema sanitario piacentino soffre di una ridotta disponibilità di personale e strutture diagnostiche in presenza di una sufficiente risposta nella cura dei malati.

In questo momento però il progetto in fieri delle classe dirigente provinciale è costruire un nuovo Ospedale, dopo che in questi anni sono stati spesi milioni di euro per aggiornare la struttura esistente, tra cui l’inaugurazione recentissima del nuovo reparto di oncologia.

Poi però scopriamo che la vita media delle attrezzature diagnostiche attualmente utilizzate è decisamente superiore alla media nazionale e strumenti come ecografi, risonanze, tac sono insufficienti e, in molti casi, vecchie di decine di anni, in un settore dove la tecnologia ha fatto passi da gigante.

Ma allora invece di progettare un nuovo Ospedale non sarebbe più logico investire le risorse economiche disponibili nell’aggiornamento della struttura esistente, nel rinnovamento e nell’incremento delle attrezzature diagnostiche e nell’adeguamento dell’organico: medici e paramedici?

In questo caso il forte turismo sanitario dei piacentini, generato dalla concorrenza di strutture sanitarie avanzate poco lontane dalla nostra città (Milano, Parma, Pavia) e dai più brevi tempi d’attesa per alcuni esami diagnostici in altre province (Cremona), tenderebbe certamente a ridursi, con effetti positivi sul bilancio regionale e sulla qualità della vita dei Piacentini.

Altrettando logico sarebbe concentrare le attività sanitarie a Piacenza smettendo di pensare che sia ancora possibile nel 2016 avere piccole strutture come Fiorenzuola, Castelsangiovanni, Cortemaggiore, Bobbio.

Non me ne vogliano i fiorenzuolani e gli altri, ma che senso ha investire 12 milioni per rifare l’Ospedale di Fiorenzuola e magari 50 milioni per rifare l’Ospedale di Piacenza? Tra Piacenza e Fiorenzuola ci sono 25 Km e sono collegate da un autostrada, da una strada statale e dalla ferrovia.

Non sapere cosa fare nelle aree ex militari non mi sembra un buon motivo per pensare di realizzare nuove strutture costosissime quando i problemi sono altri (attrezzature e personale medico di livello), anche perché nel caso in cui si costruisca un nuovo ospedale che fine faranno le aree e le strutture del vecchio ospedale? Si trasformeranno in un’altra cattedrale nel deserto?

L’Ospedale attuale, molti anni fa, avrebbe dovuto nascere in una posizione diversa, fuori dal centro e magari in una zona della città facilmente raggiungibile sia dalle auto private sia dai mezzi pubblici, l’amministrazione di allora fece una scelta diversa, che nei decenni ha creato notevoli diseconomie di scala, oggi non facciamo un altro errore per correggere il precedente.

Auguro buone feste a tutti e alla prossima pillola.
 

 

Mauro Peveri
mauro.peveri@gmail.com

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