Referendum, Liberali: “Stare a casa è scelta per il progresso”

In questo modo, - affermano - condanneremo altresì, senza titubanza alcuna, lo sperpero di danaro pubblico che il referendum comporta (quando lo spirito stesso della Costituzione lo vorrebbe limitato a scelte fondamentali)

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Intervento dell’Associazione dei Liberali Piacentini sul referendum del 17 aprile

Il referendum di domenica ci costerà centinaia di milioni per decidere la sorte di una ventina di trivelle: un segnale, già questo, della deriva emergenziale che stiamo attraversando sotto il profilo istituzionale.

Ma gli italiani, domenica, diranno soprattutto in che Paese vogliono vivere: caratterizzato dal no alle grandi opere, dalle scelte degli ayatollah dell’ambientalismo insensato, da un’economia di sussistenza e davvero a chilometro zero, oppure, in alternativa, ispirato ad una volontà modernizzatrice semmai da rafforzare, che guidi la crescita anzicché il declino.

La via più sicura per fare una scelta di progresso e senza equivoci (o funambolismi) di sorta, è quella di non andare a votare. In questo modo, condanneremo altresì, senza titubanza alcuna, lo sperpero di danaro pubblico che il referendum comporta (quando lo spirito stesso della Costituzione lo vorrebbe limitato a scelte fondamentali).

Condanneremo pure il disegno sottostante delle 8 Regioni promotrici della consultazione e cioè di una classe politica che, nel suo complesso, si è dimostrata fra le peggiori e che, ciò nonostante, la riforma costituzionale, invece, premia mandandola a comporre il nuovo Senato. Altrettanto, daremo un segnale preciso alle forze politiche che, in preda ad una nevrastenia forsennata, invitano al sì solo per fare dispetto a Renzi.

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