D’Alimonte “Caos istituzionale se non passa riforma Costituzione”

D’Alimonte è uno dei massimi esperti in italiana del tema che il ciclo d’incontri dell’associazione Vespero vuole trattare in vista del referendum di ottobre

“Se non passa la riforma costituzionale dovremo fronteggiare un caos istituzionale”. Lo sostiene il professor Roberto D’Alimonte, ospite dell’ultimo appuntamento promosso a Piacenza dall’associazione Vespero, in preparazione al referendum di ottobre. Dopo il successo del primo incontro tenutosi lo scorso 24 maggio alla presenza di Ernesto Galli Della Loggia, profondo conoscitore del sistema politico italiano e giornalista del Corriere della Sera, l’argomento è stato affrontato da Roberto D’Alimonte, professore ordinario di Sistema Politico Italiano.

D’Alimonte è stato visiting professor nelle Università di Yale e Stanford. Dal 1995 collabora con il centro della New York University a Firenze. I suoi interessi di ricerca più recenti riguardano i sistemi elettorali, elezioni e comportamento di voto in Italia E’ membro di ITANES (Italian National Election Studies). E’ direttore del Centro Italiano Studi Elettorali (CISE). E’ editorialista de Il Sole24Ore.

“Io sono un convinto sostenitore di questa riforma costituzionale. I sostenitori del no parlano di una possibile deriva autoritaria. Per me questa paura non è fondata” esordisce il professor D’Alimonte. “Quali saranno le conseguenze di una sua mancata approvazione? Di sicuro cadrà il Governo, perché Renzi è stato molto chiaro su questo punto. Non so se lascerà la politica, sicuramente si dimetterà da presidente del consiglio. Quale Governo potrebbe essere possibile? Si potrebbe tornare a soluzioni come Monti o Letta, perché al Senato i numeri sono ballerini. Oppure si potrebbe tornare a votare, come qualcuno suggerisce. Ma qui iniziano i problemi, perché la riforma elettorale, che è gia stata approvata, senza essere accompagnata da una riforma costituzionale rischia di gettare il Paese in una situazione di grave ingovernabilità. L’Italicum consentirà di eleggere la Camera con un sistema maggioritario, mentre al Senato sarà adottato il proporzionale, con il rischio di trovarci con un vincitore sì alla Camera ma non al Senato. Bisognerebbe chiedere al premioer perché ha accettato questo accordo, ma non è più possibile discutere sul passato, quanto su quella che io chiamo “Renzit”. Se dovessimo andare a votare senza aver riformato la Costituzione ci trovremmo in una situazione di caos istituzionale, un problema per l’Europa”. 

 

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