“Leave or Remain?” La corrispondenza da Londra nel giorno del referendum

Abbiamo pensato di chiedere a una nostra collega giornalista di Piacenza, Alessia Strinati, che vive a Londra dal 2014, di raccontarci il dibattito che ha diviso il paese in queste settimane convulse

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Il 23 giugno è il giorno del referendum per i cittadini del Regno Unito chiamati a decidere se rimanere o meno nell’Unione Europea. E’ una vicenda che non riguarda solo gli inglesi, ma tutta l’Europa, il futuro dell’integrazione o della dissoluzione del continente.  

Per gran parte della campagna elettorale i sondaggi hanno detto che la maggioranza dei cittadini britannici era orientata a votare “remain”, cioè l’opzione per restare dentro l’Unione Europea; nelle ultime settimane però il distacco con i sostenitori dell’opzione “leave” si è ridotto molto.

Abbiamo pensato di chiedere a una nostra collega giornalista di Piacenza, Alessia Strinati, che vive a Londra dal 2014, di raccontarci il dibattito che ha diviso il paese in queste settimane convulse. Segnate dal tragico assassinio della deputata laburista Joanna Cox, che si stava spendendo per il “remain”. 

Alessia è head of content per un’agenzia di web content marketing, si occupa di redazione di testi e traduzione web. Ha scelto di spiegarci le ragioni degli opposti schieramenti incontrando due 30enni che vivono nella zona di Londra dove lei risiede. Ecco le loro voci.

Brexit: 5 motivi per restare in Europa… e 5 per partire

Andrew e Max non si parlano da una settimana. Ricominceranno dopo i risultati. Nel Warehouse District di Haringey, quartiere di fabbriche convertite in appartamenti per inglesi alternativi e di buona famiglia, la politica è un argomento off limits.

Esattamente a metà strada tra la trendy Shoreditch e la stressante City, l’area hipster di London Fields e la popolare Camden, i giovani tra i 25 e i 30 anni sperimentano nuovi stili di vita, incarnano la nuova Inghilterra rigorosa e sregolata, multietnica ed egocentrica, democratica e monarchica. Andrew e Max vivono nella stessa casa, nove persone in tutto unite da un principio: condividere tutto in una metropoli sostanzialmente individualista.

Per farli parlare li ho incontrati in momenti distinti. Prima Max. Poi Andrew.

Max: 5 motivi per uscire dall’Europa

1.Vivere in un Paese democratico
“Da quando siamo entrati in Europa non siamo più uno stato sovrano. Gli altri decidono per noi, che si tratti di economia, immigrazione o salute. I cittadini inglesi non sono ascoltati da nessuno, non hanno la possibilità di esprimersi”.

2.Aprirsi al commercio internazionale
“Oggi le relazioni economiche con il resto dell’Europa sono molto forti. Uscirne non significa interromperle, ma essere liberi di avere contratti a prezzi più convenienti con altri Paesi. Se ora a Londra circolano solo Fiat e Volkswagen, domani vedremo anche Hyundai e Tata”.

3.Regolare l’immigrazione
“Vogliamo aiutare gli immigrati dei Paesi poveri e in guerra senza subirli. L’Europa c’impone una quota. Abbiamo il diritto di scegliere chi fare entrare nel nostro Paese, come fanno gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia e molti altri. Non vogliamo delinquenti, ma persone capaci d’integrarsi e lavorare con noi”.

4.Liberarsi dalla zavorra dell’economia europea“
Abbandoniamo la nave prima che affondi. La Grecia è in crisi, l’Italia e la Spagna anche. L’Inghilterra finanzia i prestiti agli altri Paesi europei, sapendo che in questo sistema malato non ci rimborseranno mai. Ci impoveriamo senza motivo”.

5.Ritrovare la nostra identità
“Siamo diversi dagli altri europei, non abbiamo gli stessi valori. La mia ragazza è spagnola, il suo Paese ha problemi diversi dal mio. I greci hanno uno stile di vita differente, i tedeschi anche… Perché accanirsi e cercare di uniformarsi? L’Inghilterra è la quinta potenza mondiale, uscendo dall’Europa il commercio continuerà, viaggiare non sarà più difficile, ma almeno conserveremo la nostra identità”.

Andrew: 5 motivi per restare in Europa

1.Sostenere la pace
“Nel Novecento abbiamo vissuto due guerre mondiali, da quando facciamo parte dell’Europa i nostri Paesi sono in pace tra loro. Non è il momento di dividersi e mettere barriere. La mia nonna, che ha vissuto la guerra e non è certo di sinistra, motivo voterà per restare in Europa”.

2.Viaggiare e lavorare ovunque
“Da giovane mio padre ha lavorato in Germania nelle costruzioni, ma all’epoca partire all’estero era abbastanza raro. Con le frontiere aperte ognuno di noi è finalmente libero di scegliere dove lavorare e come vivere. E’ un’opportunità incredibile a cui non voglio rinunciare”.

3.Scoprire culture differenti
“Londra è una capitale multietnica. Uscire per strada e incontrare persone che arrivano da ogni parte d’Europa e del mondo, discutere con loro è un’occasione di crescita unica a cui non possiamo rinunciare. Non vedo perché dovrei avere il diritto di viaggiare e impedire agli immigrati di entrare nel mio Paese”.

4.Alimentare un mercato comune europeo
“Gli Stati europei si sono uniti per favorire e semplificare gli scambi. Uscire dall’Europa significherebbe rinunciarvi e rinegoziare ogni accordo commerciale e politico con ogni Paese, con un’enorme perdita di tempo e un costo economico non indifferente. Qualcuno pensa davvero che gli USA preferiranno trattare con noi che con l’Europa?”.
 
5.Cambiare l’Europa dall’interno
“Molti di noi si lamentano dell’Europa, la ritengono una sovrastruttura inutile e costosa. I valori che la fondano sono straordinari, e sono quelli in cui credo: condivisione, participazione, libertà. Uscirne è anacronistico, fa rima con due soli principi: egoismo e isolamento. Se l’Europa cosi com’è non ci va, possiamo cambiarla insieme. Restandoci”.

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