Musei e Piacenza, ecco le nuove Guide Instant, con le foto di Igers foto

Piccole e maneggevoli, naturalmente quadrate e corredate di tante belle foto con scorci mai banali, frutto dello sguardo "collettivo" degli Instagramers di Piacenza. Sono state presentate al Caffè letterario Melville di S. Nicolò (Piacenza) 

Piccole e maneggevoli, naturalmente quadrate e corredate di tante belle foto con scorci mai banali, frutto dello sguardo “collettivo” della community di Instagramers Piacenza.

Dopo quelle dedicate alla Valtidone e della Valtrebbia, arrivano in edicola e libreria le due nuove guide Instant di Edizioni Officine Gutenberg: una con tutti i i musei e l’altra relativa alla città di Piacenza

Le “instant” sono guide turistiche snelle e veloci che suggeriscono itinerari alternativi e luoghi da scoprire da angoli di visuale inediti, parlano di arte e storia millenaria, delle tradizioni e delle eccellenze enogastronomiche della nostra città.

DUE SCHEDE CHE POTETE TROVARE NELLE GUIDE

Piacenza capitale della lirica: il Teatro Municipale

Da piazza Sant’Antonino, procedendo verso via Verdi, appare il Teatro Municipale la cui facciata, rielaborata nel 1830 dallo scenografo scaligero Alessandro Sanquirico, si ispira a quella del Teatro alla Scala di Milano. Il Teatro, voluto da una società di nobili piacentini costituitasi nel 1803 e progettato dall’architetto Lotario Tomba, venne inaugurato nel 1804 durante una festa popolare con tanto di fuochi d’artificio e fiera dei cavalli. La facciata presenta, secondo il gusto dell’epoca, un antiportico che aveva la funzione di fermata per le carrozze. Sopra le porte della balconata in pietra del primo piano si notano i bassorilievi che rappresentano le Allegorie dei generi teatrali di Alessandro Pettinati.

Entrando vi accoglie lo splendido foyer decorato da cui si accede alla platea attraverso porte a vetri e specchi attorniati da cornici di legno intagliato e dorato. La pianta interna è a tre quarti di ellisse per ottenere il meglio dal punto di vista acustico e ottico. Notate la splendida volta affrescata da Girolamo Magnani, così come il motivo a stucco; le poltroncine e tutte le finiture sono di velluto rosso e gli ornamenti dorati, il che conferisce alla sala uno splendore di gusto romantico.

La soluzione strutturale adottata dal Tomba è ad alveare “all’italiana”, capace di sfruttare lo spazio della cavea attraverso la creazione di numerosi palchetti e incrementare i posti per gli spettatori. E’ sempre un’emozione unica assistere a una rappresentazione teatrale da un qualsiasi palco della galleria, non necessariamente quello reale, posto proprio di fronte alla scena. Negli ultimi decenni il teatro Municipale è stato sottoposto a numerosi lavori di restauro, che hanno consentito di ricavare, nella parte superiore, la spaziosa e accogliente Sala degli Scenografi. Nel ridotto è stato poi allestito un piccolo museo che contiene diversi cimeli teatrali. La stagione teatrale ospita numerosi eventi durante l’anno: prosa, lirica, concerti, danza e ricorrenze in musica, tutte dedicate a un pubblico esigente e ben preparato. E’ possibile visitare il teatro secondo l’orario indicato sul sito www.teatripiacenza.it.

I palazzi nobiliari tra Piazza sant’antonino e lo Stradone Farnese

Usciti dalla Ricci Oddi, girate a destra e dirigetevi verso via Giordani. Qui si trova il palazzo tardo barocco Anguissola di Cimafava, che termina in piazza Sant’Antonino. L’interno è caratterizzato dalla presenza di tre cortili, al centro dei quali spicca quello d’onore, chiuso da uno splendido cancello neoclassico in ferro battuto con motivo a sole raggiato, attraverso il quale si può vedere un loggiato porticato e un percorso pensile che unisce le due ali laterali del palazzo, separando il cortile dal giardino interno. Tornate verso la piazza e stavolta prendete via Scalabrini. Qui vi accoglie l’imponente facciata in cotto del palazzo Giacometti, realizzato nella seconda metà del XVIII secolo.

Di gran qualità il cancello di ferro battuto e significativa l’altana a coronamento del vano della scala di servizio, una delle più alte della città. Dal cortile è visibile l’abside della chiesa basilicale di Sant’Antonino. Proseguite fino a palazzo Passerini, costruito in epoca rinascimentale, e a seguire palazzo Dodi-Giandemaria del XVII secolo, palazzo Pallastrelli e, in via Nicolini, palazzo Guarnaschelli, a significare come Piacenza diventò “città dei palazzi” quando venne imposto ai nobili dai duchi Farnese, nel secolo XVI, l’obbligo di abbandonare i castelli per trasferirsi in città. Tornando indietro, imboccate ora via Verdi per ammirare, all’angolo con via Santa Franca, il palazzo Malvicini Fontana di Nibbiano (XVII secolo) di ispirazione bramantesca. La facciata è arricchita dal portale d’ingresso in pietra, sormontato da un massiccio balcone in granito. Particolarmente affascinanti sono il cortile interno, lo scalone a tre rampe e l’androne decorato e affrescato da Provino Dalmazio della Porta.

Dirigetevi infine verso lo Stradone Farnese, dove di fronte alla grandiosa chiesa lateranense di Sant’Agostino si affaccia l’ampio giardino all’italiana del palazzo Scotti di Sarmato (1780). Presenta tre ordini di venticinque finestre con una decorazione in rilievo ai timpani del primo piano, rappresentante busti di motivi naturalistici, guerrieri, dame e maschere. Il portale, sormontato dal grande scudo gentilizio degli Scotti e schermato da un meraviglioso cancello in ferro battuto, si trova in via San Siro. Tra coloro che scelsero il palazzo come residenza temporanea (1798-1805) vi furono Napoleone, Macdonand, Souwarow, Murat, Pio VIII e Beauhaunais.

 

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