Fusioni, referendum per Bettola, Farini e Ferriere e Ponte – Vigolzone

L’Assemblea legislativa ha votato a favore dell’indizione del referendum consultivo della popolazione interessata (oltre 5.500 cittadini nei primi 3 Comuni e oltre 9.100 negli altri 2 Enti), che si terrà in autunno

Bologna – Via libera dalla Regione, con il sì di Pd, Ln, M5s, Sel, Fi e Fdi-An, alla fusione di Bettola, Farini e Ferriere e di Ponte dell’Olio e Vigolzone in provincia di Piacenza.

L’Assemblea legislativa ha votato a favore dell’indizione del referendum consultivo della popolazione interessata (oltre 5.500 cittadini nei primi 3 Comuni e oltre 9.100 negli altri 2 Enti), che si terrà in autunno.

Alla delibera approvata farà seguito, entro 10 giorni, il decreto del presidente della Giunta regionale di indizione della consultazione popolare.

Ciascuna proposta referendaria si comporrà di due quesiti: uno relativo all’istituzione del nuovo Comune unico mediante fusione di quelli preesistenti e uno per decidere il nome del nuovo Ente: i cittadini saranno chiamati tra Alta Val Nure, Alta Valle del Nure, Terre dell’Alta Val Nure e I tre Borghi dell’Alta Val Nure.

I due nuovi Comuni unici, una volta nati, potranno beneficiare – dall’anno dell’istituzione e per 15 anni – rispettivamente di 11,1 milioni di euro e di 9,6 milioni di euro di contributi statali e regionali.

“Oggi facciamo un altro importante passo avanti nel processo di semplificazione e riorganizzazione dell’Emilia-Romagna”, ha sottolineato l’assessore regionale a Bilancio e riordino istituzionale Emma Petitti. “Dei 16 Comuni coinvolti e che, se i cittadini saranno d’accordo, potrebbero diventare 6, ben 12 hanno meno di 5.000 abitanti, 6 sono sotto i 3.000″.

“Questi nuovi progetti di fusioni rappresentano dunque un’opportunità significativa per proseguire nel superamento dei problemi legati all’eccessiva frammentazione amministrativa e per migliorare l’organizzazione e la gestione dei servizi comunali per i cittadini e le imprese”.

La Regione, ha ricordato Petitti, “si sta sempre più impegnando nell’affiancamento dei Comuni intenzionati a percorrere la strada della fusione: accompagnando le analisi di fattibilità, sostenendo i percorsi di partecipazione e coinvolgimento dei cittadini, promuovendo le attività dell’Osservatorio regionale come sede di raccordo tra tutti gli interlocutori istituzionali che devono gestire i processi di fusione”.

“E per favorire questi percorsi la Giunta ha deciso di intervenire anche con un progetto di legge, che ha appena iniziato il suo iter in commissione, che semplificherà ulteriormente le procedure delle fusioni per dare nuove opportunità ai Comuni”.

Le fusioni in Emilia-Romagna – Sono 6 progetti di legge di fusione giunti in Assemblea legislativa. Riguardano i comuni di Mondaino, Montegridolfo e Saludecio nel riminese; Borgo Tossignano, Casalfiumanese e Fontanelice nel bolognese; i comuni ferraresi di Mirabello e Sant’Agostino; Campegine, Gattatico e Sant’Ilario d’Enza in provincia di Reggio Emilia; Bettola, Farini e Ferriere, da un lato, e Ponte dell’Olio e Vigolzone, dall’altro, nel piacentino.

Interessano complessivamente 16 Comuni appartenenti alla Città metropolitana di Bologna e alle 4 Province di Rimini, Ferrara, Reggio Emilia e Piacenza (per quest’ultima i progetti di fusione sono due); coinvolgono una popolazione totale di oltre 60.000 residenti (61.620).

Il numero dei Comuni dell’Emilia-Romagna che dall’inizio del 2016 è pari a 334 (grazie alle 8 fusioni finora concluse, 4 nel 2014 ed altre 4 dal 2016) potrebbe quindi ulteriormente decrescere a conclusione dei percorsi di fusione in atto.

I vantaggi economici delle fusioni – Le nuove 6 fusioni in totale beneficerebbero – dall’anno della loro istituzione e per 15 anni – di 70,8 milioni complessivi.

Tali contributi si aggiungeranno, senza intaccarli, a quelli già oggi riconosciuti alle 8 fusioni attivate dal 2014 e dal 2016 e che hanno ricevuto solo nel 2016 ben 10,8 milioni di euro (di cui 3,1 della Regione, i restanti statali).

TARASCONI E MOLINARI (PD): “FUSIONI OPPORTUNITA’ DI SVILUPPO” – “Considerato quanto accaduto in precedenza con Borgonovo e Ziano, abbiamo l’obiettivo di condividere un percorso di supporto alla corretta informazione di ogni singolo cittadino dei territori interessati”.

Intervengono così in aula i consiglieri regionali piacentini Gian Luigi Molinari e Katia Tarasconi (Pd), nominati relatori rispettivamente delle fusioni di Bettola con Farini e Ferriere e di Ponte dell’Olio con Vigolzone.

“Queste due proposte – hanno sottolineato – non dovrebbero essere viste come un annullamento identitario dei Comuni coinvolti, bensì la possibilità di dare maggior peso e voce alla dimensione locale in un momento di scarsa disponibilità economica che costringe gli amministratori a limitare gli investimenti. La Regione in questo senso offre un contributo sia dal punto di vista finanziario sia procedurale”.

Secondo i relatori non si tratta tuttavia di una mera questione di entrate, ma anche, e soprattutto, di un’opportunità per migliorare i servizi e adeguarsi ad un sistema istituzionale e sociale in rapido cambiamento: “È il nuovo assetto istituzionale che prevede il superamento delle province e la nuova concezione di area vasta a farci ragionare con una predisposizione mentale diversa ai progetti di fusione. Non si deve approcciare a questo discorso con paura, ma con un atteggiamento lucido e aperto”. 

Per quanto riguarda la fusione di Bettola, Farini e Ferriere, è la precisazione di Molinari in aula, “si tratta di territori messi in ginocchio dalla recente alluvione e abbiamo certamente il dovere di capire quale sia l’idea di sviluppo che hanno i residenti, partendo dal presupposto che nei rispettivi consigli comunali sia stato approvato uno studio di fattibilità a procedere”.

Nel merito invece della fusione di Ponte dell’Olio e Vigolzone ci sarà un contributo regionale di 136mila euro l’anno per un decennio, più 150mila euro per un triennio. Somme importanti che si aggiungono al contributo statale di quasi 720mila euro.

“Al di là dei numeri – ha ribadito Tarasconi – insisto sulla possibilità di realizzare attraverso queste risorse quanto la collettività chiede, aumentandone lo stato di benessere”.

“Il referendum – hanno concluso i consiglieri – sarà quindi decisivo. Senza dimenticare che il vero protagonismo sarà delle Amministrazioni locali coinvolte, dal momento che sono investite del compito di stimolare la discussione e soprattutto dialogare con i propri cittadini, i quali rimangono gli interlocutori privilegiati della scelta in merito al progetto di fusione”.

Per il relatore di minoranza Matteo Rancan (Ln) “la fusione riguarda un territorio con un’estensione di oltre 400 chilometri quadrati, particolarmente disomogeneo”.

L’aspetto economico, ha sottolineato, “non deve rappresentare la spinta principale alla fusione, è necessario spiegare ai cittadini vantaggi e svantaggi”. Su questa fusione, ha concluso il consigliere, “ci sono tanti dubbi, il nostro è comunque un sì al referendum”.

Secondo Tommaso Foti (Fdi-An), a sua volta relatore di minoranza, “i due consigli comunali hanno fatto bene a votare questa fusione, nel processo era presente anche il Comune di Podenzano che poi si è sfilato, era auspicabile una fusione a tre”.

La speranza, ha concluso, “è che una fusione in provincia di Piacenza prima o poi passi, questa unificazione è opportuna”. Se la fusione, ha concluso, “nasce solo all’insegna del contributo economico, parte male”.

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